"In alcuni comuni della Provincia verranno organizzati gazebo informativi, inoltre i gruppi di Fi-Pdl presenteranno, in tutti i consigli comunali, una mozione per chiedere l’intitolazione di una strada o di una piazza ai martiri delle foibe" afferma Lorenzo Izzo, Responsabile Organizzazione del Coordinamento Provinciale Fi-Pdl.
"La parola foiba è sinonimo di uno sterminio, quello perpetrato, a partire dall’8 settembre 1943 fino al 1947, dai partigiani titini ai danni degli italiani, civili e non, che da sempre abitavano quei luoghi. Oltre 25.000 uomini, donne e bambini, furono seviziati e torturati e poi gettati vivi nelle foibe. Si è trattato di una vera e propria pulizia etnica, di un genocidio, che, per sessanta anni, è stato oggetto di una rimozione forzata da parte della cultura di sinistra. Le vittime delle foibe sono state, infatti, uccise due volte: dalla barbarie dei loro carnefici, ma anche dal silenzio degli storici di partito e dalla complice omissione della scuola italiana, perchè le giovani generazioni non sapessero, perché non ricordassero. Fra le cause principali di questo silenzio è stata riconosciuta la vicinanza ideologica del comunismo italiano ai partigiani di Tito che ha dato “copertura e legittimazione” al loro operato, ma anche una sorta di mistificazione della realtà storica dovuta alla “vulgata resistenziale”. Dell’esodo dei 350.000 italiani, della pulizia etnica subita, della tragedia delle foibe non si doveva assolutamente parlare, anche per non delegittimare la Resistenza, dato che sul confine orientale, per ordine di Togliatti, i partigiani italiani e quelli slavi avevano operato insieme. La damnatio memoriae era riuscita; poi, con la caduta del Muro di Berlino e il crollo del comunismo, la tragedia delle foibe è diventata patrimonio comune e, oggi, passa alla storia come uno dei crimini più atroci del Novecento".
"L’istituzione del Giorno del Ricordo – conclude Lorenzo Izzo – ha lo scopo di “conservare e rinnovare la memoria della tragedia delle vittime delle foibe”, di commemorare quegli avvenimenti e soprattutto di costruire la nostra coscienza nazionale ed arrivare ad una memoria storica condivisa".