“La Regione e la Provincia di Siena se ne lavano le mani e i cittadini restano penalizzati”
FIRENZE. L’assessore regionale alle Infrastrutture ha risposto all’interrogazione presentata da Alberto Magnolfi, Capogruppo del Nuovo Centrodestra in Consiglio regionale, in merito “alla chiusura della strada provinciale n. 35 in provincia di Siena che collega la Valdelsa con la Valdicecina”, a causa di una frana che rende impossibile la circolazione.
“Sono insoddisfatto della risposta di Ceccarelli – ha dichiarato Magnolfi – L’assessore si limita a fare il quadro della situazione, dicendo che la competenza su questa strada è della Provincia di Siena e che ad oggi non sono arrivate alla Giunta regionale, e neppure al competente settore della viabilità, richieste di intervento.
Dal quadro delineato dall’assessore – spiega Magnolfi – emerge che sulla SP 35 continuano varie criticità: nello specifico nel tratto B “di Radicondoli” si sono verificati tre dissesti principali sui quali la Provincia ha effettuato gli studi di fattibilità dei lavori necessari per la riapertura della strada. Gli interventi di ripristino della strada, che ancora devono essere finanziati, sono:
– Frana Collerotondo 1: euro 344.00;
– Frana Collerotondo 2: euro 321.00;
– Frana Madonna Olli: euro 61.00
Nel tratto C “di Radicondoli” invece, nella località denominata “Celle 1” dove si sono verificati vari dissesti, è stato realizzato un primo intervento per la messa in sicurezza del dissesto e ne sono previsti altri che sono stati finanziati interamente dai Comuni di Radicondoli e di Castelnuovo Val di Cecina.
E’ un anno che la strada è chiusa – incalza Magnolfi – causando notevoli disagi a tutti gli abitanti che, per recarsi dalla Valdelsa alla Valdicecina e viceversa, sono costretti a fare un tragitto alternativo che allunga il percorso di circa 40 Km. Sono penalizzate anche tutte le attività commerciali e ricettive della zona, in un territorio tradizionalmente a vocazione turistica e culturale. Nonostante le varie segnalazioni dei cittadini, la Regione e la Provincia di Siena se ne lavano le mani”.