SIENA. La difficile stagione dell’olivicoltura nella zona senese e, più in generale, in tutto il centro Italia, è stata tema di un’interrogazione a firma di Ernesto Campanini (Sinistra per Siena, SsM, RC) nella seduta consiliare di ieri (9 dicembre). Il consigliere, sottolineando l’importanza del comparto per il territorio a livello qualitativo, economico e occupazionale, e richiamando le criticità dell’annata <<a causa delle condizioni climatiche estive – ha specificato Campanini – e della presenza della cosiddetta “mosca” delle olive>>, ha chiesto all’Amministrazione una stima della riduzione della produzione di olio rispetto alla media degli anni precedenti, oltre che della conseguente perdita economica. Campanini, inoltre, ha domandato “se sono previste eventuali forme di sostegno economico o di sgravio fiscale per gli olivicoltori senesi e i gestori di frantoi, o se siano comunque state ipotizzate altre modalità di intervento per affrontare la problematica”.
Rispetto alla prima questione, il vicesindaco con delega alle Attività produttive, Fulvio Mancuso, ha delineato un quadro della situazione locale del settore olivicolo, sulla base di informazioni e dati forniti dalle associazioni di categoria Confederazione italiana Agricoltori, Unione provinciale Agricoltori e Coldiretti, oltre che da alcuni frantoi locali. Mancuso ha confermato le straordinarie difficoltà stagionali nella produzione di olio legate all’andamento climatico, dovute in particolare “alle temperature costantemente miti e al tasso di umidità troppo alto, che hanno permesso che la Bractocera oleae attaccasse i frutti già da luglio, prolungando il suo stesso ciclo riproduttivo tanto che, per lungo tempo, sono risultati presenti focolai di mosca in alcuni oliveti. Un fenomeno – ha aggiunto il vicesindaco – che ha provocato l’indebolimento e il marciume delle olive, le quali sono cadute dalla pianta o, comunque, hanno generato scarse quantità di prodotto. Il calo quantitativo delle olive – ha proseguito il vicesindaco in merito al secondo punto dell’interrogazione – è tanto significativo quanto preoccupante: siamo intorno al 60-80% rispetto alla media degli anni precedenti. Abbiamo notizie di frantoi che non hanno nemmeno avviato l’attività per la scarsa disponibilità di olive. Inoltre, con l’abbassamento della resa dal 14% al 9%, la produzione di olio è ridotta dell’80-90%. Anche dal punto di vista qualitativo – ha continuato Mancuso – si registrano livelli inferiori alla norma, soprattutto nei casi in cui le olive siano state raccolte anticipatamente: in alcune zone del nostro territorio, l’acidità del prodotto ha superato i valori di 0,5%, rendendo quindi impossibile le certificazioni Dop o Igp. E’ invece andata meglio per le raccolte tardive, avvenute tra fine ottobre e inizio novembre. Nei casi migliori, l’acidità è comunque passata da valori inferiori allo 0,2% a circa il 4%”.
Buone notizie, invece, per quanto riguarda la questione delle forme e delle misure di sostegno a favore degli olivicoltori: “Proprio stamani – ha concluso il vicesindaco – ho parlato con l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianni Salvadori, il quale mi ha comunicato che la Regione Toscana presenterà, a breve, una richiesta al Governo di riconoscimento dello stato di calamità naturale per gli ingenti danni provocati dalla mosca olearia e dalla lebbra dell’olivo. Alcuni Comuni, inoltre, hanno chiesto all’Agenzia regionale toscana per le erogazioni in agricoltura, un sistema di monitoraggio e di informazione capace di prevenire e di informare le aziende e gli olivicoltori sulla temporalità dei trattamenti da effettuare per combattere i parassiti dell’olivo nelle annate critiche, con metodi innovativi e di lotta guidata, limitando il più possibile l’utilizzo della chimica e, quindi, dei principi attivi”.
Campanini si è dichiarato soddisfatto “per la risposta precisa e oculata” e ha auspicato “che la Regione Toscana, come ci ha informato il vicesindaco, si faccia carico al più presto di un problema con una tale rilevanza economica per il nostro territorio”.