Numerosi gli interventi dei diversi gruppi
La prima parte della seduta si è chiusa con l’approvazione del documento della maggioranza – respinti gli altri – che impegna il presidente della Provincia, insieme alla conferenza dei capigruppo, “a definire un percorso di coinvolgimento del consiglio provinciale nei passaggi partecipativi che la Fondazione Monte di Paschi di Siena individuerà in relazione alla modifica del proprio statuto”. Presente in aula tra il pubblico, per una parte del consiglio, anche l’europarlamentare della Lega Nord, Claudio Morganti. Durante la seduta ha fatto visita al gruppo consiliare Pdl anche l’ex ministro, Altero Matteoli.
“Stamani – ha detto Massimo Mori (Fratelli d’Italia-Centrodestra Nazionale) – vogliamo discutere il futuro della Banca e della Fondazione Mps, dopo il fallimento totale da parte di chi ha governato la provincia e la città negli ultimi decenni. Siamo qui a discutere gli errori del passato e non sappiamo quale sarà il futuro, con grande dispiacere e amarezza e senza voler strumentalizzare questa cosa a livello politico. Se Gabriello Mancini stamani fosse venuto in consiglio provinciale, come avevamo richiesto, avremmo consigliato le dimissioni e, insieme a lui, le consigliamo alla maggioranza che governa la Provincia, dopo che la maggioranza in Comune è già caduta nei mesi scorsi. Nella mozione – ha aggiunto Mori – chiediamo di avviare una revisione dello statuto della Fondazione insieme al Commissario del Comune di Siena e al presidente della Regione Toscana per eliminare le 14 nomine politiche e lasciare solo pochi rappresentanti degli enti locali e della Regione a scopo di collegamento fra Banca e territorio”.
“Fin dal 2009 – ha detto Giovanni Di Stasio (Lega Nord Toscana) presentando il suo ordine del giorno – ho avviato un percorso per aprire gli occhi ai nominanti politici, Comune e Provincia di Siena, perché era il momento di nominare soggetti responsabili e con spiccate capacità di capire la situazione difficile che si andava già delineando. Ho presentato documenti e richieste di chiarimento ricevendo solo illazioni. Nonostante tutto, si è andati avanti con la stessa linea e le stesse persone e oggi si pagano le conseguenze di quelle scelte. Per questi motivi chiedo, come atto accettabile e senso di responsabilità verso la comunità senese, le dimissioni di tutti gli organi nominati della Fondazione Mps e di tutto il management di Banca Mps ad eccezione di Fabrizio Viola e Alessandro Profumo”.
Di responsabilità forti da parte del management e della politica ha parlato anche Antonio Falcone (Rifondazione – Comunisti Italiani) che ha “invitato tutti i nominati della Fondazione Mps, di parte pubblica, religiosa e in rappresentanza di realtà sociali, a costituirsi parte civile contro chi ha danneggiato Banca Mps in questi anni, a chiedere il risarcimento dei danni agli advisor e ai consulenti che hanno sbagliato le consulenze finanziarie e di mercato”. “Se tali impegni non sono ritenuti opportuni – ha aggiunto Falcone – chiedo che queste persone si dimettano e lascino agli organi consiliari eletti dal popolo senese e ai cittadini il compito di individuare le soluzioni per evitare il peggioramento dell’immagine della banca e di tutto il territorio senese”.
“Siena è in una situazione catastrofica e incredibile – ha affermato Donatella Santinelli, capogruppo Pdl – e chiediamo una chiarezza e una trasparenza che è mancata in questi anni e di cui i cittadini hanno diritto. Vogliamo sapere di chi sono le responsabilità per quanto è accaduto, di chi ha agito contro la città e il bene comune di questo territorio, danneggiandone lo storico tessuto economico e sociale”.
L’elemento più negativo che ha portato a questa situazione, secondo Marileno Franci (Pd) è che “la Fondazione Mps è stata trainata dalla banca e non è stata indipendente da essa. Da parte dei nominati negli organi della Fondazione, servirebbe più rispetto verso l’ente nominante, mentre, invece, non sono stati in grado di decidere e di gestire una situazione così grave, attinendosi non completamente alle linee di indirizzo ricevute”. Per il Pd è intervenuto anche il consigliere Alberto Taccioli, che ha evidenziato come, su questi temi, sarà opportuno continuare a discutere e riflettere in maniera più approfondita fra qualche mese, quando l’intera vicenda sarà più chiara.
“Nessuno ha disconosciuto che esistono delle responsabilità per quanto è accaduto e che saranno verificate dalla magistratura – ha sottolineato Marco Nasorri, capogruppo Pd respingendo gli attacchi dell’opposizione – Già nel consiglio provinciale dello scorso giugno, il presidente della Provincia aveva compiuto un’analisi seria della situazione, facendo autocritica con senso di responsabilità. Le istituzioni senesi dovranno continuare il percorso di rinnovamento avviato senza cancellare tutto il passato e guardando avanti, in un’ottica di prospettiva”. “In queste settimane il Pd non si è mai nascosto – ha aggiunto Niccolò Guicciardini – e abbiamo espresso, da subito, rabbia e sdegno per operazioni spericolate e in contrasto con gli indirizzi dati dalla comunità, che chiedevano una banca commerciale attenta alle imprese, alle famiglie e al radicamento sul territorio. Ora sono tante le forze politiche che cercano di rincorrere quanto accaduto nell’ultimo anno, dopo che noi abbiamo avviato, in tempi non sospetti, un percorso di rinnovamento. Chi ha delle responsabilità gestionali in questa vicenda, poi, sarà chiamato a risponderne”.
“La Fondazione ha mancato i suoi obiettivi – ha detto Antonio Giudilli (Idv) intervenendo nel dibattito – e ora la Banca deve tornare a fare la banca. Gli organi della Fondazione non devono essere nominati da figure singole, come il sindaco e il presidente della Provincia, ma dai consigli provinciale e comunale. Occorre anche rivedere i compensi, le regole e i requisiti di nomina, oltre a favorire una maggiore pubblicità delle deliberazioni, segno di trasparenza”.