Alla interrogazione sul futuro di Palazzo Sansedoni, presentata da Pinassi e Vigni ha risposto il sindaco Valentini
![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/originali/1400837808134.jpg)
Le recenti uscite sulla stampa della volontà del presidente di Fondazione MPS, Antonella Mansi, di non ricandidarsi per l’incarico che attualmente ricopre, hanno avuto un’eco in Consiglio con le interrogazioni presentate da Laura Vigni e Michele Pinassi, poi accorpate nella discussione.
Nella seduta di ieri (22 maggio), il Consiglio Comunale ha anche approvato alcune modifiche allo statuto dell’Enoteca Italiana, sia per l’adeguamento normativo, sia per la nuova funzione dell’ente nel mutato scenario nazionale e internazionale, avanzando la richiesta di proporre agli altri soci un’ulteriore modifica che prevede la permanenza della sede nel Comune di Siena, nonché l’eliminazione di qualsivoglia rimborso spese in favore del Presidente dell’assemblea dell’ente medesimo.
L’Enoteca Italiana, fondata nel 1960 quale strumento operativo dell’Ente Mostra mercato nazionale dei vini a docg e di pregio avente come scopo sociale quello di far conoscere, valorizzare e promuovere i grandi vini e la realtà vitivinicola nazionale, ha, tra i soci fondatori, anche il Comune.
Approvato all’unanimità dall’assemblea consiliare, il regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione comunale per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani.
Siena, subito dopo Bologna, è il secondo comune italiano ad approvare questo importante strumento di partecipazione e innovazione sociale. Esso dà attuazione al principio costituzionale di sussidiarietà che vede nella storia amministrativa di Siena numerose e importanti esperienze di azione diretta dei cittadini, singoli o associati, riconducibili alla forte tradizione della nostra comunità e che trova nelle Contrade un punto di riferimento altamente caratterizzante.
L’ambito principale di attuazione attiene, prevalentemente, all’instaurazione di diverse modalità di collaborazione, più o meno strutturate, in materia di beni comuni urbani per i quali si ritenga necessaria una maggiore valorizzazione, quali le aree pubbliche, le aree verdi, quelle private di uso pubblico, gli enti pubblici, le piattaforme digitali, ecc.
Il ruolo del Comune sarà indirizzato a incentivare e coordinare l’azione dei cittadini nella cura dei beni comuni urbani, instaurare meccanismi di governance stabili e duraturi nella cura degli stessi, secondo principi di trasparenza, pubblicità, inclusività, sostenibilità economica e ambientale, fiducia e responsabilità.
Nel regolamento particolare attenzione è prestata alle forme di collaborazione che tutelino anche i beni comuni immateriali così da creare le condizioni per l’incremento del capitale sociale, lo sviluppo della persona e delle relazioni di reciprocità e mutuo soccorso, l’aumento del benessere delle persone e della città, la diffusione della creatività e della cultura urbana.
Le proposte di cura e rigenerazione dei beni comuni urbani, dopo la creazione di una struttura comunale dedicata e a seguito dell’adozione degli atti di competenza del Consiglio e della Giunta, saranno aperte ai cittadini, singolarmente o mediante formazioni sociali, attraverso la sottoscrizione di un patto di collaborazione con l’Ente, che dovrà esprimere il suo consenso agli interventi da attuare.
Il Consiglio Comunale ha infine approvato, il Regolamento sulla gestione associata con il Comune di Monteriggioni, del catasto dei boschi e delle aree assimilate costituite dai pascoli confinanti ubicati nel raggio di 50 metri ed effettivamente percorsi dal fuoco. Le modifiche e integrazioni al testo, approvato nel 2006, sono state necessarie per adeguarlo alle disposizioni della legge regionale 80/2012 e riguardano, tra l’altro, il termine per la raccolta dei dati su queste aree, ora posticipato al 31 maggio dell’anno successivo a quello in cui si sono verificati gli eventi; l’area di pascolo da censire nel catasto limitata al raggio di 50 metri dal bosco incendiato e per pascoli realmente percorsi dal fuoco, e la variazione da 10 a 20 anni del periodo di divieto per la realizzazione di edifici, strutture e infrastrutture finalizzate a insediamenti civili e attività produttive.
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:11.0pt;
font-family:”Calibri”,”sans-serif”;
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:”Times New Roman”;
mso-fareast-theme-font:minor-fareast;
mso-hansi-font-family:Calibri;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;
mso-bidi-font-family:”Times New Roman”;
mso-bidi-theme-font:minor-bidi;}