
di Augusto Mattioli
SIENA. “L’università di Siena non è sull’orlo del baratro. Siamo in grado di pagare gli stipendi per un anno e mezzo”. Il rettore Silvano Focardi guarda con moderata fiducia al futuro dell’ateneo. Anche se la soluzione definitiva dei problemi finanziari è ancora lontana, come prevede il “piano tendente al risanamento”. E ricorda che non bastano le decisioni prese finora per riequilibrare i conti. Focardi non esclude una sua ricandidatura all’incarico di rettore. “Se non lo rifacessi potrebbe essere vista come una non fiducia in ciò che abbiamo fatto”.
Rettore, ora non si parla di piano di risanamento, ma di piano tendente al risanamento. Perché?
Vuol dire che quando abbiamo fatto il progetto del piano pensavamo al pareggio di bilancio. Purtroppo gli sforzi che abbiamo fatto non bastano a causa della congiuntura del sistema universitario nazionale e degli aumenti dei costi del personale. Certe cose non risultano efficaci come la diminuzione di 250 dipendenti, di cui 150 docenti e il resto non docenti
Per cui?
Se restano queste condizioni, cioè diminuzione del fondo di finanziamento ordinario e nessun sostegno sui costi del personale ci sarà fino al 2014 uno sbilancio tra i 20 e i 25 milioni all’anno. Noi più che risparmiare 180 milioni in questi cinque anni, 140 di minori spese, 40 di maggiori entrate non possiamo fare
Ma qualche decisione dovrà essere pur presa….
E’ evidente che possiamo lavorare sul piano di risanamento ma senza esagerare altrimenti ne risentirebbe la qualità stessa dell’ateneo. Dobbiamo muoverci in due direzioni. Nei confronti del governo facendo conoscere questa realtà e nei confronti delle istituzioni, a partire dalla Regione per creare un sistema universitario toscano con azioni comuni dei tre atenei che portino a risparmi su una scala più grande. Occorre razionalizzare al massimo facendo sistema.
Si parla anche di tagli nella sedi di Arezzo e di Grosseto…
Queste sedi devono rientrare nel sistema delle economie, con un’offerta formativa diversa ridotta nel numero di corsi mantenendo contenuti di eccellenza. Bisogna affinare il sistema e non distruggerlo, coinvolgendo tutti,
In ogni caso l’università ha sempre un passivo consistente
Ora con le azioni fatte sono stati superati quasi completamente i problemi passati. C’è ancora differenza tra entrate e uscite. Certo non si può restare così. Ma neanche si risolve la situazione tagliando.
C’è chi accusa i professori: non sono disponibili ad andare in pensione e per questo il bilancio si appesantisce. Lei che dice?
C’è una legge secondo la quale i professori ordinari hanno il diritto di restare all’università fino a 70 anni. Noi abbiamo chiesto ad alcuni docenti di lasciare. Ma hanno tutto il diritto di rimanere.
Senta, dell’inchiesta della magistratura si sa qualcosa?.
Non so a che punto sia. Non c’è nessuno segnale in merito.
E’ iniziata la campagna elettorale per il nuovo rettore. Lei ha intenzione di ricandidarsi?
Un rettore può fare due mandati. Io sono al primo. Sto valutando ciò che è stato fatto e cosa dobbiamo ancora fare. Devo dire che una non ricandidatura potrebbe essere vista come una non fiducia in ciò che è stato fatto. Non escludo quindi una mia candidatura, anche per dare corpo a rapporti che sono stati avviati in particolare con la Regione. Ma ancora ci sono delle cose da mettere a punto.
Quando si terranno le elezioni?
Penso dopo la prima metà del mese di giugno.
Ha mai pensato di poter fare il sindaco di Siena?
Non ci penso nemmeno
Torniamo alla crisi finanziaria dell’ateneo. Pensa di avere delle responsabilità per questa situazione?
Sono stato direttore dipartimento, preside di facoltà, rettore. Qualche responsabilità posso prendermela.
Ma possibile che nessuno si sia accorto che i conti non tornavano?
Io sono l’unico che se n’è accorto. E allora ho fatto tutto quello che potevo E sto ancora lavorando.
All’interno dell’ateneo si ha la percezione di essere sull’orlo del baratro….
Non è vero che siamo sull’orlo del baratro. La situazione certo è difficile anche a livello nazionale. Ma per quanto riguarda gli stipendi siamo in grado di pagarli per un anno e mezzo. C’è chi ha scritto in un cartello che manca anche la carta igienica. Se lo pesco lo licenzio. C’è il magazzino pieno. C’è una quantità da perdere dieci palii.
In ogni caso l’ateneo ha dovuto privarsi di qualcosa per cercare di rimettere a posto i conti…
Abbiamo venduto il San Niccolò e l’ospedale ma in questi due contenitori facciamo le stesse cose di prima. C’è un piano di vendite che interessa Pontignano, della cui cessione si occupa la società Alta Italia di Milano, e l’edificio delle attuali segreterie studenti in San Vigilio, che saranno trasferite nelle facoltà.
Clicca qui per vedere il video
SIENA. “L’università di Siena non è sull’orlo del baratro. Siamo in grado di pagare gli stipendi per un anno e mezzo”. Il rettore Silvano Focardi guarda con moderata fiducia al futuro dell’ateneo. Anche se la soluzione definitiva dei problemi finanziari è ancora lontana, come prevede il “piano tendente al risanamento”. E ricorda che non bastano le decisioni prese finora per riequilibrare i conti. Focardi non esclude una sua ricandidatura all’incarico di rettore. “Se non lo rifacessi potrebbe essere vista come una non fiducia in ciò che abbiamo fatto”.
Rettore, ora non si parla di piano di risanamento, ma di piano tendente al risanamento. Perché?
Vuol dire che quando abbiamo fatto il progetto del piano pensavamo al pareggio di bilancio. Purtroppo gli sforzi che abbiamo fatto non bastano a causa della congiuntura del sistema universitario nazionale e degli aumenti dei costi del personale. Certe cose non risultano efficaci come la diminuzione di 250 dipendenti, di cui 150 docenti e il resto non docenti
Per cui?
Se restano queste condizioni, cioè diminuzione del fondo di finanziamento ordinario e nessun sostegno sui costi del personale ci sarà fino al 2014 uno sbilancio tra i 20 e i 25 milioni all’anno. Noi più che risparmiare 180 milioni in questi cinque anni, 140 di minori spese, 40 di maggiori entrate non possiamo fare
Ma qualche decisione dovrà essere pur presa….
E’ evidente che possiamo lavorare sul piano di risanamento ma senza esagerare altrimenti ne risentirebbe la qualità stessa dell’ateneo. Dobbiamo muoverci in due direzioni. Nei confronti del governo facendo conoscere questa realtà e nei confronti delle istituzioni, a partire dalla Regione per creare un sistema universitario toscano con azioni comuni dei tre atenei che portino a risparmi su una scala più grande. Occorre razionalizzare al massimo facendo sistema.
Si parla anche di tagli nella sedi di Arezzo e di Grosseto…
Queste sedi devono rientrare nel sistema delle economie, con un’offerta formativa diversa ridotta nel numero di corsi mantenendo contenuti di eccellenza. Bisogna affinare il sistema e non distruggerlo, coinvolgendo tutti,
In ogni caso l’università ha sempre un passivo consistente
Ora con le azioni fatte sono stati superati quasi completamente i problemi passati. C’è ancora differenza tra entrate e uscite. Certo non si può restare così. Ma neanche si risolve la situazione tagliando.
C’è chi accusa i professori: non sono disponibili ad andare in pensione e per questo il bilancio si appesantisce. Lei che dice?
C’è una legge secondo la quale i professori ordinari hanno il diritto di restare all’università fino a 70 anni. Noi abbiamo chiesto ad alcuni docenti di lasciare. Ma hanno tutto il diritto di rimanere.
Senta, dell’inchiesta della magistratura si sa qualcosa?.
Non so a che punto sia. Non c’è nessuno segnale in merito.
E’ iniziata la campagna elettorale per il nuovo rettore. Lei ha intenzione di ricandidarsi?
Un rettore può fare due mandati. Io sono al primo. Sto valutando ciò che è stato fatto e cosa dobbiamo ancora fare. Devo dire che una non ricandidatura potrebbe essere vista come una non fiducia in ciò che è stato fatto. Non escludo quindi una mia candidatura, anche per dare corpo a rapporti che sono stati avviati in particolare con la Regione. Ma ancora ci sono delle cose da mettere a punto.
Quando si terranno le elezioni?
Penso dopo la prima metà del mese di giugno.
Ha mai pensato di poter fare il sindaco di Siena?
Non ci penso nemmeno
Torniamo alla crisi finanziaria dell’ateneo. Pensa di avere delle responsabilità per questa situazione?
Sono stato direttore dipartimento, preside di facoltà, rettore. Qualche responsabilità posso prendermela.
Ma possibile che nessuno si sia accorto che i conti non tornavano?
Io sono l’unico che se n’è accorto. E allora ho fatto tutto quello che potevo E sto ancora lavorando.
All’interno dell’ateneo si ha la percezione di essere sull’orlo del baratro….
Non è vero che siamo sull’orlo del baratro. La situazione certo è difficile anche a livello nazionale. Ma per quanto riguarda gli stipendi siamo in grado di pagarli per un anno e mezzo. C’è chi ha scritto in un cartello che manca anche la carta igienica. Se lo pesco lo licenzio. C’è il magazzino pieno. C’è una quantità da perdere dieci palii.
In ogni caso l’ateneo ha dovuto privarsi di qualcosa per cercare di rimettere a posto i conti…
Abbiamo venduto il San Niccolò e l’ospedale ma in questi due contenitori facciamo le stesse cose di prima. C’è un piano di vendite che interessa Pontignano, della cui cessione si occupa la società Alta Italia di Milano, e l’edificio delle attuali segreterie studenti in San Vigilio, che saranno trasferite nelle facoltà.
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