
SIENA. L'inaugurazione dell'Anno accademico non verrà celebrata a Siena.
A prendere questa decisione è stato il Rettore dell'Università, Silvano Focardi.
Una decisione che viene dopo un primo rinvio delle celebrazioni – fissato per il prossimo 28 febbraio – e che scaturisce non solo dalla situazione economica disastrosa dell'ateneo ma anche dalle indagini della Procura che proprio negli ultimi giorni hanno dato i loro primi risultati in termini di avvisi di garanzia.
Insomma, un'atmosfera che ben poco si concilia con le celebrazioni ufficiali di un nuovo anno accademico: rettore e professori in ermellino e buoni auspici per un proficuo anno di studi per studenti, ricercatori e cattedratici.
In una intervista all'emittente radiofonica Antennaradioesse è lo stesso rettore a spiegare le ragioni di questo definitivo annullamento della tradizionale cerimonia.
A prendere questa decisione è stato il Rettore dell'Università, Silvano Focardi.
Una decisione che viene dopo un primo rinvio delle celebrazioni – fissato per il prossimo 28 febbraio – e che scaturisce non solo dalla situazione economica disastrosa dell'ateneo ma anche dalle indagini della Procura che proprio negli ultimi giorni hanno dato i loro primi risultati in termini di avvisi di garanzia.
Insomma, un'atmosfera che ben poco si concilia con le celebrazioni ufficiali di un nuovo anno accademico: rettore e professori in ermellino e buoni auspici per un proficuo anno di studi per studenti, ricercatori e cattedratici.
In una intervista all'emittente radiofonica Antennaradioesse è lo stesso rettore a spiegare le ragioni di questo definitivo annullamento della tradizionale cerimonia.
"Non mi è sembrato opportuno un ulteriore rinvio – spiega ai microfoni dell'emittente senese il rettore Focardi – anche perchè non avrei saputo definire una data precisa se non mandandola abbastanza in là nel tempo. Credo che la scelta più opportuna sia quella di lavorare per far sì che l'inaugurazione del novembre prossimo sia quella che ci trovi in una condizione di ripresa forte, al di là di quelle che potranno essere successivamente le difficoltà generate dal sistema universitario in generale".
Il rettore non ha dubbi: meglio saltare l'inaugurazione dell'Anno accademico – e pensare a come risanare il buco nei bilanci dell'ateneo – piuttosto che mettere in scena una celebrazione "di facciata" che, oltre tutto non sarebbe neppure stata all'altezza delle precedenti – e tradizionali – celebrazioni.
Certo, Focardi anche su questo aspetto parla chiaro. "Non và vista come una volontà di voler risparmiare" dice il rettore, mettendo i puntini sulle "i". Ma, chiarendo che l'Università non si può permettere sfarzi – visti anche come "inopportuni" e di cattivo gusto – precisa anche che, se l'inaugurazione dell'anno accademico si fosse fatta, il tono della cerimonia sarebbe stato "adeguato" alla situazione. Una situazione, dice Focardi, che "non si può nascondere.
Parole sincere e schiette, quelle a cui ci ha abituato il Magnifico Rettore, che non cambiano tono quando si parla di "bufera" ancora in atto e che certo non si placherà fino a che non sarà avviato il piano di risanamento.
"Abbiamo attivato quasi tutti i punti nel piano di risanamento – spiega Focardi – credo che nell'arco di 3-4 mesi si possano trarre delle conclusioni". Un primo step da cui ripartire per fissare nuovi obiettivi nei mesi successivi.
Il lavoro è lungo e faticoso e non proprio entusiasmante: traspare dalla battuta finale del rettore che dichiara quanto avrebbe gradito di più un mandato "tranquillo". Il sogno, a questo punto, è che per l'inaugurazione dell'Anno accademico 2010 "si possa considerare di essere fuori dall'emergenza".
"Condividiamo la scelta del Rettore dell'Università di Siena di annullare, in un momento di particolare austerità, la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico. Auspichiamo che tra qualche mese possa invece aver luogo una conferenza di ateneo per comunicare con chiarezza alla città e all'opinione pubblica cosa è stato fatto fino ad ora e cosa resta da fare per far uscire l'Università di Siena dal tunnel in cui è piombata dopo dieci anni di condotte omissive". E' il primo commento politico giunto in seguito alla decisione del rettore. A mostrare condivisione di intenti con l'autorità universitaria è Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del PdL.
Il rettore non ha dubbi: meglio saltare l'inaugurazione dell'Anno accademico – e pensare a come risanare il buco nei bilanci dell'ateneo – piuttosto che mettere in scena una celebrazione "di facciata" che, oltre tutto non sarebbe neppure stata all'altezza delle precedenti – e tradizionali – celebrazioni.
Certo, Focardi anche su questo aspetto parla chiaro. "Non và vista come una volontà di voler risparmiare" dice il rettore, mettendo i puntini sulle "i". Ma, chiarendo che l'Università non si può permettere sfarzi – visti anche come "inopportuni" e di cattivo gusto – precisa anche che, se l'inaugurazione dell'anno accademico si fosse fatta, il tono della cerimonia sarebbe stato "adeguato" alla situazione. Una situazione, dice Focardi, che "non si può nascondere.
Parole sincere e schiette, quelle a cui ci ha abituato il Magnifico Rettore, che non cambiano tono quando si parla di "bufera" ancora in atto e che certo non si placherà fino a che non sarà avviato il piano di risanamento.
"Abbiamo attivato quasi tutti i punti nel piano di risanamento – spiega Focardi – credo che nell'arco di 3-4 mesi si possano trarre delle conclusioni". Un primo step da cui ripartire per fissare nuovi obiettivi nei mesi successivi.
Il lavoro è lungo e faticoso e non proprio entusiasmante: traspare dalla battuta finale del rettore che dichiara quanto avrebbe gradito di più un mandato "tranquillo". Il sogno, a questo punto, è che per l'inaugurazione dell'Anno accademico 2010 "si possa considerare di essere fuori dall'emergenza".
"Condividiamo la scelta del Rettore dell'Università di Siena di annullare, in un momento di particolare austerità, la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico. Auspichiamo che tra qualche mese possa invece aver luogo una conferenza di ateneo per comunicare con chiarezza alla città e all'opinione pubblica cosa è stato fatto fino ad ora e cosa resta da fare per far uscire l'Università di Siena dal tunnel in cui è piombata dopo dieci anni di condotte omissive". E' il primo commento politico giunto in seguito alla decisione del rettore. A mostrare condivisione di intenti con l'autorità universitaria è Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del PdL.