A Siena si racconta la storia dei ragazzi di piazza Majdan e si riscoprono i valori cristiani dell
SIENA. A Siena presso la cappella di San Vigilio si è tenuto ieri l’incontro dal titolo “La rinascita dell’umano. L’Ucraina…e noi?” organizzato dal Centro Culturale e dalla Cappella Universitaria di Siena. Protagonista il fisico nucleare, filosofo e teologo ucraino Alexandr Filonenko che ha portato la sua personale testimonianza sugli avvenimenti di Piazza Majdan a Kiev.
Filonenko vive ed insegna a Kahrkov. Cresciuto con un’educazione prevalentemente atea a 18 anni si converte al cristianesimo ed inizia un percorso che lo porterà all’insegnamento nell’università della sua città e all’impegno sociale e civile attraverso la creazione di alcune opere educative dedicate a bambini disagiati.
“Nella conversione ho fatto l’esperienza dello stupore, nella quale c’è una forza enorme con cui è possibile anche sconfiggere la paura” questa è stata una delle prime affermazioni di Alexander Filonenko.
L’evidenza di queste parole è emersa chiaramente quando poi ha descritto l’esperienza fatta a Piazza Majdan, la “rivoluzione della dignità” com’è stata definita.
A novembre 2013 l’Ucraina si trova a vivere un’apatia totale e la classe politica è considerata inaffidabile. Ma nonostante il governo portasse avanti metodi estremamente sfavorevoli per il paese, decide di voler entrare in Europa.
Questo per il popolo ucraino rappresenta finalmente un punto di speranza. Tant’è che un giorno un giornalista di Kiev organizza, un flash mobe in cui si cerca di mostrare al mondo come gli ucraini erano già europei. Questo fenomeno dopo tre giorni raggiunge i 1500 partecipanti.
Il governo ucraino, sotto le pressioni delle Russia ritratta la decisione, e lascia il paese nell’impostazione post sovietica. Tutto ciò produrrà gravi avvenimenti di violenza da parte delle forze dell’ordine ucraine e russe e un conseguente spostamento in massa degli ucraini che iniziano a vivere su piazza Majdan per proteggere i ragazzi che protestano.
Ad un certo momento però si è verificato un fatto inaspettato. Le cinque chiese cristiane presenti di Kiev, tra loro sempre in contrasto si sono avvicinate, ed hanno iniziato a pregare insieme in piazza coinvolgendo credenti e non, evitando che si svolgessero anche degli episodi di violenza.
Era evidente che l’unica cosa più profonda dei programmi politici era il cuore di quegli uomini e donne in cui sono riemersi desideri primari come la libertà e il bene. Una profondità che si è trasformata in un grido. Una dignità in grado di far muovere anche la società più morta, e dunque la possibilità di riscoprire i valori cristiani.
“Questi fatti – ha aggiunto Filonenko – hanno fatto emergere una doppia posizione nel nostro popolo: da un lato la strada di aprirsi al mondo e dall’altro quella del risentimento posizione tipica delle società post sovietiche. Entrambe però di fronte ad una necessità univoca di restaurazione della dignità umana. I fatti del Majdan sono interessanti anche per l’Europa perché o difendiamo di valori fondamentali a tutti i costi o cerchiamo di riscoprirli fino ad essere in grado di testimoniarli di fronte al mondo – Non possiamo scoprire i paesi europei senza scoprire i valori cristiani. Non possiamo essere europei senza essere cristiani”.