Un'occasione per presentare la "VII giornata delle ferrovie dimenticate" del 2 Marzo
di Diego Fionda
SIENA. Domenica 2 Marzo andrà in scena la ‘Settima giornata nazionale delle ferrovie dimenticate’, proclamata da Co.Mo.Do. (Confederazione Mobilità Dolce) con il patrocinio della Commissione Europea, del Ministero dell’ambiente della tutela del territorio e del mare, della Fondazione Fs Italiane, di dieci regioni fra cui la Regione Toscana, nonché della Provincia di Siena, di Terre di Siena e del Comune di Siena. Sarà una giornata in cui vecchie ferrovie, binari solitari, ponti, rimesse, locomotive, vagoni, carrozze, gallerie e antiche stazioni si rimetteranno a nuovo ed accoglieranno più di cento eventi organizzati in tutto il Paese. Per quanto riguarda la Toscana, ad esempio, si avrà la possibilità di scoprire le bellezze naturalistiche lungo la linea Asciano – Monte Antico con il treno a vapore del ‘Treno Natura di Terre di Siena’ in Val d’Orcia, fino alle Saline di Volterra, sulla Ferrovia Massa – Follonica e con trek lungo la Porrettana. Un’occasione in cui centinaia di volontari ed appassionati di tutto il Paese muoveranno treni a vapore, ripercorreranno con biciclette, a piedi e a cavallo il tracciato di ferrovie abbandonate; apriranno scali e depositi, esploreranno gallerie, rievocheranno il ricordo con mostre storiche. Tutto questo per non perdere la memoria, per recuperare e valorizzare quanto ancora resta del patrimonio ferroviario minore, di una rete di strade destinate a tutti gli utenti non motorizzati, come una scelta di maturità civile che va incontro al benessere ed alla salute della popolazione, alla salvaguardia del territorio, a nuove forme di green job declinate sul turismo eco-compatibile. L’obiettivo della giornata è mantenere costante nell’opinione pubblica l’attenzione al tema delle linee ferroviarie in disuso e promuoverne il riutilizzo per la creazione di percorsi dedicati alla mobilità dolce (aperti a pedoni, ciclisti, escursionisti a cavallo, utenti deboli) o per l’attivazione di servizi ferroviari di tipo turistico, magari impiegando rotabili d’epoca oggi non più utilizzati.
Per lanciare la ‘Settima giornata nazionale delle ferrovie dimenticate’ Co.Mo.Do. ha ideato il convegno ‘Le ferrovie delle meraviglie: ieri oggi e domani’: una lunga riflessione sulle singole linee ferroviarie italiane, sulla passione che varie associazioni dedicano a questa causa ed un’occasione per sottolineare lo sforzo di infondere nuova linfa al territorio, con la speranza che si possano trasmettere memoria, orgoglio e motivazioni alle comunità ed i paesaggi che rischiano di essere persi. Un convegno che ha avuto luogo questa mattina (28 Febbraio) proprio qui a Siena, presso il Santa Maria della Scala, con il patrocinio ed il sostegno del Comune. All’evento hanno partecipato i rappresentanti di Co.Mo.Do, le tante associazioni coinvolte in questo progetto, ma anche alcuni personaggi della politica senese come l’assessore alle politiche per il turismo del Comune di Siena, Sonia Pallai, l’assessore al turismo della Provincia di Siena, Anna Maria Betti, e l’assessore all’urbanistica, ai trasporti ed al traffico del Comune di Siena, Stefano Maggi.
“Innanzitutto – spiega il presidente nazionale di Co.Mo.Do., Massimo Bottini – vorrei esprimere la mia soddisfazione per essere riusciti a portare questo convegno qui a Siena. Il motivo della nostra scelta deriva dal fatto che, pur parlando di un territorio fondamentalmente isolato per quanto riguarda le linee ferroviarie, si sia riusciti ad avere gli stimoli giusti per costruire un modello nuovo di mobilità, come dimostra il diciannovesimo anno di attività del Treno Natura. Arrivati alla settima edizione della ‘Giornata delle ferrovie dimenticate’ – prosegue poi Bottini – possiamo affermare con orgoglio che si sta finalmente creando la memoria delle ferrovie dismesse. I 6400 km di rete inutilizzata del nostro Paese, dal 2007, sono un po’meno dimenticati. Grazie a questo processo di sensibilizzazione essi hanno una possibilità in più di rigenerarsi e di riprendere un ruolo fondamentale nei territori in cui si trovano: in molti casi sono diventati o possono diventare ‘green ways’, in altri potranno e dovranno essere ripercorsi da treni di servizio alle comunità locali ed alle proprie economie, in altri casi si trasformeranno in laboratori di rigenerazione etica del Paese. Più di una volta – sottolinea il presidente – abbiamo sottolineato come un viaggio lungo queste linee restituisca al viaggiatore un occhio in più, capace di leggere il territorio e la sua cultura, attività praticamente impossibile sulle linee ad alta velocità. In conclusione – si congeda poi Bottini – se la rete ferroviaria inutilizzata ha in sé tutte queste potenzialità, essa rappresenta un patrimonio nazionale che deve essere utilizzato soprattutto in momenti di crisi come questo. Siamo fortemente convinti che i tempi siano maturi per avviare un progetto nazionale in cui, partendo da una seria ricognizione delle linee, si arrivi alle azioni di riuso di questi patrimoni, trasformandoli anche in attivatori economici”.
“Sono felice – spiega l’assessore comunale Sonia Pallai – di aver potuto ospitare questo convegno all’interno del Santa Maria della Scala, un luogo simbolo dell’accoglienza che sarà teatro di molteplici eventi che possano riportare questa struttura al centro della vita cittadina. Uno degli obiettivi della nostra amministrazione è quello di far capire ai nostri turisti che Siena non è un luogo adatto alle visite brevi e veloci; il nostro è un territorio che necessita di tempo, calma, pazienza e grande volontà per essere apprezzato e vissuto nel giusto modo. Per questo motivo – conclude l’assessore – non possiamo che essere in linea con eventi come la ‘Giornata nazionale delle ferrovie dimenticate’ perché fondata sui principi della mobilità dolce, del turismo consapevole e lento che abbia sempre un occhio di riguardo verso il tema della sostenibilità”.
“Anche da parte della Provincia di Siena – esordisce l’assessore Anna Maria Betti – vorrei dare il benvenuto a Co.Mo.Do. e a tutte le associazioni che ne fanno parte. Le motivazioni che stanno alla base di eventi come questo non possono che essere accolti positivamente da questo territorio, da sempre interessato a temi come la consapevolezza del patrimonio paesaggistico, la sua valorizzazione, l’identità territoriale e l’accoglienza. Terre di Siena, infatti, è un filo conduttore tra territori e comunità diverse che vengono uniti da questi temi fondamentali. Sono d’accordo – spiega Anna Maria Betti – con quanto detto a proposito del nostro isolamento ferroviario, ma sono convinta che questo possa rappresentare una grande opportunità, come dimostra la tratta Asciano-Monte Antico, recuperata e percorsa dal 1996 dal Treno Natura con una notevole affluenza di turisti. Questo è solo un esempio delle tante strategie attuate in questo territorio per quanto riguarda il turismo, che da anni è in fase di trasformazione. Non si parla più, infatti, di un settore ad interesse meramente economico, ma sociale. Il turista di oggi è più informato, più consapevole, più attentato ai temi legati alla sostenibilità ed all’ambiante, ed è a questo tipo di turista che le Terre di Siena hanno deciso da tempo di rivolgersi e di accogliere”.
Al convegno di questa mattina ha partecipato anche Stefano Maggi, non solo in veste di assessore comunale ma anche come esperto ed appassionato di linee ferroviarie, nonché come uno dei principali ideatori del Treno Natura di cui si è parlato. “Sono contento – spiega Maggi – che questo convegno sia stato ospitato proprio qui a Siena. Questo è il diciannovesimo anno di età del Treno Natura e mi fa piacere che sia stato ricordato più volte il valore innovativo che ha rappresentato per l’intero Paese. Esperienze come quelle del Treno Natura aiutano a valorizzare il territorio circostante ed accendere i riflettori sui temi della mobilità e dei trasporti che ormai stanno cambiando. Non mi stancherò mai di ripetere – sottolinea l’assessore comunale – che il XX secolo è ormai finito e che il concetto nuovo che avanza è quello della ‘demotorizzazione’: basta con gli investimenti su nuove strade e con gli spostamenti quotidiani in automobile, se non strettamente necessari; c’è bisogno di ridurre il traffico urbano e di riflettere in modo nuovo ed innovativo sul concetto di mobilità. Le tratte ferroviarie secondarie non devono più essere concepite come antiquate, ma devono essere considerate un’opportunità. Basta davvero poco per rendere questi percorsi competitivi e per farlo c’è bisogno di interventi. Infine – conclude Stefano Maggi – permettetemi di approfittare di questo evento per accendere i riflettori sulla stazione ferroviaria di San Giovanni d’Asso, che versa in una situazione di degrado e di incuria sempre maggiori. Il mio vuole essere un appello: basterebbe poco per il suo recupero e spero che di dovere possa intervenire quanto prima”.