SIENA. I Finanzieri della Compagnia di Siena, dopo una complessa verifica fiscale nei confronti di una società estera operante nel settore dell’intermediazione di prodotti vitivinicoli, hanno scoperto un’evasione fiscale di circa 2 milioni di euro.
Accurate investigazionisono state condotte alla ricerca di “esterovestizione”, cioè all’individuazione di redditi prodotti nel territorio italiano riconducibili a società con sede all’estero. Nel caso esaminato, il soggetto nazionale procacciava numerosi clienti americani, residenti soprattutto nello stato di New York, ad imprese agricole italiane operanti nel settore vitivinicolo. Le aziende corrispondevano, quindi, all’intermediario una percentuale dei loro ingenti guadagni.
L’intermediario dalla sua sede di Monteriggioni, tramite un’ efficiente ed organizzata rete, teneva i contatti con i clienti italiani (circa 120), curandone gli interessi anche presso Fiere Campionarie, tra cui il Vinitaly, ed organizzava anche le successive spedizioni dei prodotti all’estero. Nell’ultimo quinquennio il consistente volume di esportazioni, per circa 15 milioni di euro, ha avvalorato la tesi secondo cui sul territorio nazionale è stata esercitata una vera e propria attività di brokeraggio, i cui guadagni sono stati totalmente occultati al fisco.
L’operazione, cioè, poggiava le sue basi sullo schermo formale della branca di impresa straniera, che non costituisce un'entità legale separata. Tenuto conto della Convenzione contro le doppie imposizioni stipulata il 17/04/1984 con gli Stati Uniti e delle norme interne, l’impresa verificata era – a tutti gli effetti – una "Stabile Organizzazione di società estera" e, come tale, doveva rispettare tutti gli adempimenti prescritti dalla normativa fiscale italiana in materia di Imposte sui redditi ed IVA.
Attraverso incroci tra banche dati centralizzate in uso al Corpo e le indagini condotte “sul territorio” è stato scoperto un cittadino tedesco che, a fronte di consistenti investimenti immobiliari, ha dichiarato un modesto reddito. Al fine di valutare gli aspetti prettamente fiscali del fenomeno, sono stati avviati estesi accertamenti bancari che hanno permesso di rilevare l’esistenza della “stabile organizzazione”. In un momento successivo, è stata reperita anche documentazione extra-contabile (agendine, appunti, eccetera), che ha agevolato la ricostruzione ed il volume delle operazioni imponibili sul territorio dello Stato.
Accurate investigazionisono state condotte alla ricerca di “esterovestizione”, cioè all’individuazione di redditi prodotti nel territorio italiano riconducibili a società con sede all’estero. Nel caso esaminato, il soggetto nazionale procacciava numerosi clienti americani, residenti soprattutto nello stato di New York, ad imprese agricole italiane operanti nel settore vitivinicolo. Le aziende corrispondevano, quindi, all’intermediario una percentuale dei loro ingenti guadagni.
L’intermediario dalla sua sede di Monteriggioni, tramite un’ efficiente ed organizzata rete, teneva i contatti con i clienti italiani (circa 120), curandone gli interessi anche presso Fiere Campionarie, tra cui il Vinitaly, ed organizzava anche le successive spedizioni dei prodotti all’estero. Nell’ultimo quinquennio il consistente volume di esportazioni, per circa 15 milioni di euro, ha avvalorato la tesi secondo cui sul territorio nazionale è stata esercitata una vera e propria attività di brokeraggio, i cui guadagni sono stati totalmente occultati al fisco.
L’operazione, cioè, poggiava le sue basi sullo schermo formale della branca di impresa straniera, che non costituisce un'entità legale separata. Tenuto conto della Convenzione contro le doppie imposizioni stipulata il 17/04/1984 con gli Stati Uniti e delle norme interne, l’impresa verificata era – a tutti gli effetti – una "Stabile Organizzazione di società estera" e, come tale, doveva rispettare tutti gli adempimenti prescritti dalla normativa fiscale italiana in materia di Imposte sui redditi ed IVA.
Attraverso incroci tra banche dati centralizzate in uso al Corpo e le indagini condotte “sul territorio” è stato scoperto un cittadino tedesco che, a fronte di consistenti investimenti immobiliari, ha dichiarato un modesto reddito. Al fine di valutare gli aspetti prettamente fiscali del fenomeno, sono stati avviati estesi accertamenti bancari che hanno permesso di rilevare l’esistenza della “stabile organizzazione”. In un momento successivo, è stata reperita anche documentazione extra-contabile (agendine, appunti, eccetera), che ha agevolato la ricostruzione ed il volume delle operazioni imponibili sul territorio dello Stato.
Al termine, sono stati recuperati redditi per oltre 1,6 milioni di euro ed Iva per oltre 330.000 euro, e denunciato alla locale Autorità giudiziaria un responsabile per omessa dichiarazione dei redditi.