L’incontro è stato aperto da Alessandra Navarri, presidente Antigone che ha spiegato le motivazioni del seminario. “Abbiamo voluto aprire una riflessione – ha detto Navarri – sul ruolo delle donne e sui limiti che incontrano nella loro crescita professionale e nell’accesso ai vertici del potere in Italia ma anche in Europa. Le donne oggi rispetto agli uomini hanno minori possibilità di sviluppare sé stesse nei loro singoli percorsi di vita. Nel mese di marzo del prossimo anno, la nostra associazione tornerà su questi temi, organizzando una tavola rotonda, dove presenteremo anche una serie di proposte dedicato al rapporto donne e potere”.
“Sul rapporto tra donne e potere e sulla gestione di questa relazione complessa – ha sostenuto Simonetta Pellegrini, assessore provinciale al welfare – c’è ancora molto da esplorare. Più che gli aspetti materiali ci sono anche altre cause, meno evidenti, che impediscono alle donne di occupare le cariche più alte nelle aziende e nelle istituzioni. Alcune sono di tipo culturale, altre sono sociologiche e infine storiche. La situazione oggi, rispetto al passato, sta un po’ cambiando, anche se, molto spesso, quando le donne riescono ad assumere ruoli di vertice, subentra un sentimento di paura, una sensazione di solitudine e il timore di non riuscire a fare rete. Altre volte, invece, finiscono per gestire il potere al maschile, rischiando l’omologazione con i colleghi. Se questi sono i rischi conclude – l’assessore alle pari opportunità – è necessario per le donne imparare a fare sistema al positivo, creando una rete autonoma, collaborativa, intellettuale e propositiva in modo da superare la dispersione. E’ essenziale inoltre puntare sulla formazione e sulla condivisione delle esperienze positive, anche attraverso lo scambio di conoscenze e di informazioni”.
Il seminario si è concluso con l’intervento di Vittoria Franco. “L’Italia – ha affermato la senatrice del Pd – è tra i paesi più arretrati per quanto riguarda la discriminazione di genere nella sfera economica e politica. Sono quindi necessari interventi diretti a sostenere la rappresentanza e la partecipazione femminile nei luoghi del vertice, affinché si crei una cultura del potere. La donna deve essere vissuta non tanto come una debolezza da tutelare, ma un punto di forza da valorizzare. E’ importante concentrarsi sui concetti di condivisione e conciliazione. Risolvere i problema della condivisione attraverso la ripartizione dei compiti all’interno della famiglia é fondamentale per superare anche quello più personale della conciliazione tra carriera, ruolo di moglie e madre”.