Testo e foto di Filippo Tozzi
SIENA. “Abbiamo portato davanti al Vice-Prefetto le nostre preoccupazioni riguardo alla grave situazione della scuola pubblica.” Queste le parole di Lorenzo Micheli (FLC Cgil di Siena) al presidio organizzato di fronte alla Prefettura dai docenti dalle scuole della provincia. “La riforma del sistema scolastico – prosegue Micheli – ha comportato il taglio di 326 posti di lavoro tra tecnici, personale ATA e docenti”. “La prima conseguenza delle riduzioni di personale – sostengono i partecipanti – è il rischio che corre la sicurezza degli ambienti scolastici. Il caso più esemplificativo si è avuto in una scuola elementare dove, per la carenza di personale di assistenza e sorveglianza, un bambino ha potuto aprire indisturbato il maniglione antipanico dell’uscita e dirigersi verso l’esterno”. L’altra area interessata dai tagli è inevitabilmente la qualità della formazione. Una docente al Liceo Linguistico di Montalcino spiega: “le riduzioni comportano l’accorpamento di classi che hanno alle spalle percorsi formativi diversi. Nel mio caso ci sono classi terze in cui si trovano contemporaneamente alunni che hanno studiato francese da tre anni ed altri che si avvicinano per la prima volta alla lingua. Per non parlare dell’affollamento delle classi, fino a 35 studenti ciascuna. E’ semplicemente impossibile condurre una didattica in queste condizioni.”. La situazione riguarda a vario titolo molti degli istituti della provincia: il Volta di Colle Valdelsa, il Poliziano di Montepulciano, le scuole medie di Castelnuovo Berardenga ed il Galilei di Siena.
All’uscita dall’incontro con il Vice-Prefetto, la delegazione guidata da Micheli ha riportato l’attenzione sul tema scottante del precariato. “I precari della scuola hanno dai 33 ai 60 anni. Sono docenti che hanno alle spalle almeno 15 anni di insegnamento e non hanno prospettiva per il futuro. Per questo siamo qui.”. Un altro partecipante aggiunge: “uno Stato che non investe più, ma anzi deprime il mondo dell’istruzione, attua un progetto suicida dal punto di vista economico e sociale.”.
La mobilitazione – promettono i docenti – proseguirà con intensità crescente già dal prossimo appuntamento: l’assegnazione delle cattedre in programma il 30 e 31 agosto a Siena.
Clicca qui per leggere la lettera consegnata al prefetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SIENA. “Abbiamo portato davanti al Vice-Prefetto le nostre preoccupazioni riguardo alla grave situazione della scuola pubblica.” Queste le parole di Lorenzo Micheli (FLC Cgil di Siena) al presidio organizzato di fronte alla Prefettura dai docenti dalle scuole della provincia. “La riforma del sistema scolastico – prosegue Micheli – ha comportato il taglio di 326 posti di lavoro tra tecnici, personale ATA e docenti”. “La prima conseguenza delle riduzioni di personale – sostengono i partecipanti – è il rischio che corre la sicurezza degli ambienti scolastici. Il caso più esemplificativo si è avuto in una scuola elementare dove, per la carenza di personale di assistenza e sorveglianza, un bambino ha potuto aprire indisturbato il maniglione antipanico dell’uscita e dirigersi verso l’esterno”. L’altra area interessata dai tagli è inevitabilmente la qualità della formazione. Una docente al Liceo Linguistico di Montalcino spiega: “le riduzioni comportano l’accorpamento di classi che hanno alle spalle percorsi formativi diversi. Nel mio caso ci sono classi terze in cui si trovano contemporaneamente alunni che hanno studiato francese da tre anni ed altri che si avvicinano per la prima volta alla lingua. Per non parlare dell’affollamento delle classi, fino a 35 studenti ciascuna. E’ semplicemente impossibile condurre una didattica in queste condizioni.”. La situazione riguarda a vario titolo molti degli istituti della provincia: il Volta di Colle Valdelsa, il Poliziano di Montepulciano, le scuole medie di Castelnuovo Berardenga ed il Galilei di Siena.
All’uscita dall’incontro con il Vice-Prefetto, la delegazione guidata da Micheli ha riportato l’attenzione sul tema scottante del precariato. “I precari della scuola hanno dai 33 ai 60 anni. Sono docenti che hanno alle spalle almeno 15 anni di insegnamento e non hanno prospettiva per il futuro. Per questo siamo qui.”. Un altro partecipante aggiunge: “uno Stato che non investe più, ma anzi deprime il mondo dell’istruzione, attua un progetto suicida dal punto di vista economico e sociale.”.
La mobilitazione – promettono i docenti – proseguirà con intensità crescente già dal prossimo appuntamento: l’assegnazione delle cattedre in programma il 30 e 31 agosto a Siena.
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