Da stasera pieno difficile anche a Siena
SIENA.Prende il via alle ore 19.30 di oggi (17 giugno) anche in provincia di Siena lo sciopero proclamato da Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, ovvero le sigle rappresentative dei gestori di impianti distribuzione carburante. L’agitazione, indetta fino alle ore 7.00 di dopodomani, giovedì 19 giugno per protestare contro l’assenza di trasparenza che continua a contraddistinguere il mercato dei carburanti, in particolare per volere delle compagnie petrolifere: “non stanno ai patti – spiega Michele Petrini, presidente provinciale Faib – infrangono gli accordi assunti e non provvedono al loro rinnovo, come invece sarebbe dovuto. La protesta è rivolta indirettamente anche nei confronti del Governo, perché a tutt’oggi non si è fatto carico di questo stato di cose per impedire che la situazione degenerasse al punto da creare disagi anche al cittadino, come probabilmente avverrà in questi giorni”.
I gestori iscritti alla Faib ed alle altre sigle lamentano soprattutto la differenziazione nelle condizioni di fornitura del carburante che le compagnie attuano tra gestori e impianti a gestione diretta, provocando di fatto una concorrenza sleale che anche una recente sentenza di un tribunale, quello di Massa ha stigmatizzato condannando una delle compagnie per abuso di posizione dominante. “Tutto questo comporta una progressiva marginalizzazione dal mercato per molti gestori – aggiunge Petrini – senza che questo comporti reali risparmi per l’automobilista. In più molte compagnie non abbiano ancora provveduto al rinnovo degli accordi economici, scaduti da tre anni”.
I gestori iscritti alla Faib ed alle altre sigle lamentano soprattutto la differenziazione nelle condizioni di fornitura del carburante che le compagnie attuano tra gestori e impianti a gestione diretta, provocando di fatto una concorrenza sleale che anche una recente sentenza di un tribunale, quello di Massa ha stigmatizzato condannando una delle compagnie per abuso di posizione dominante. “Tutto questo comporta una progressiva marginalizzazione dal mercato per molti gestori – aggiunge Petrini – senza che questo comporti reali risparmi per l’automobilista. In più molte compagnie non abbiano ancora provveduto al rinnovo degli accordi economici, scaduti da tre anni”.