Chissà se il 1° di luglio Minucci sarà proclamato presidente...
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di Red
SIENA. I tempi si stanno facendo veramente duri per il nullafacente (come da lui stesso dichiarato in un processo in corso a Teramo) Ferdinando Minucci. Dopo la richiesta di bancarotta fraudolenta, sembra che l’intero establishment della Legabasket stia affannosamente cercando di dileguarsi. Si vocifera, da una parte, che il contratto che dal 1° luglio lo vedrebbe presidente non sia stato firmato. Un’altra voce, invece, afferma che sì, il contratto esiste e firmato, ma che sia accompagnato da un’altra firma, stavolta su foglio bianco, per scriverci sopra le opportune dimissioni. Se del caso. Pare che sappia tutto la grande elettrice, la signora Anna Cremascoli che (fresca di parto, a proposito, i nostri migliori auguri!), avrebbe tutti gli incartamenti con sé ben custoditi e, non presenziando causa forza maggiore, all’ultima riunione in Lega a Bologna, ha congelato tutto. Infatti pare che Minucci prevedesse l’eventualità di un rinvio a giudizio per frode fiscale, ma non certo la bancarotta fraudolenta, come se la forma non conti più nulla. Forse, se avesse cercato di arrivare senza perdite al bilancio della stagione 2012-13 (-5,4 mln di euro) invece di insistere con le spese per “servizi” pari a 11,162 mln, oggi sarebbe il miglior dirigente che la pallacanestro italiana potrebbe volere.
Altre voci mettono nel dimenticatoio il presidente “in pectore” (altra espressione usata nel processo teramano, ndr) e guardano già altrove. L’amicizia con la famiglia Cremascoli (un vero crocevia, Cantù) avrebbe portato alla ribalta Stefano Domenicali, fresco di addio alla Ferrari e gradito, pare, al presidente Petrucci. Una candidatura solida, che potrebbe avere chances di agganciare la politica dei grandi flussi pubblicitari a cui il nostro basket sembra restìo. Peccato che Domenicali abbia dichiarato di non saperne nulla…
Secondo il Corriere di Bologna “Qualche club è arrivato addirittura a prendere le distanze da quella votazione, almeno in camera caritatis. Tutti attendono gli eventi… Petrucci è uscito allo scoperto anche perché il presidente del Coni, Giovanni Malagò, non avrebbe accolto con entusiasmo lo status quo in Lega. C’è chi ha persino messo in giro il nome di Piergiorgio Bottai per la Lega, se lasciasse la Virtus. Reazioni freddine, per usare un eufemismo. Sottotraccia, chi piace a molti è Andrea Abodi della Lega Calcio serie B”.
Rimane da capire come sia nato il patto che ha portato all’elezione di Minucci, il grande antipatico, il nemico plurivittorioso con tutto il codazzo di pettegolezzi sulla gestione dei rapporti con gli arbitri. Sull’elezione, compare su Panorama un virgolettato che precisa che in Lega un dirigente abbia affermato: ”…se abbiamo eletto l’indagato Berlusconi per 20 anni allora non si vede perché non si possa eleggere anche Minucci”; la miopia, comunque, è un difetto curabile. L’idea di eleggere l’ex-presidente Mens Sana a Bologna si diffonde partendo da Siena intorno alla metà di gennaio: non vi sono riscontri in data precedente. Probabilmente, la cosa nasce un mese prima. L’EA7 Emporio Armani non ingrana in campionato né in Euroleague; Banchi insiste con Proli che vorrebbe avere Hackett con sé e il canale con la Mens Sana è sempre aperto. A Siena la situazione precipita: il cerchio della Guardia di Finanza si sta stringendo intorno alla gestione della società di basket e la carriera in prospettiva NBA di Daniel sta per ricevere un duro colpo, perché la squadra non supererà la Regular Season europea. L’Olimpia decide di aprire i cordoni della borsa (benché votata in estate a una certa austerity) e offre al playmaker di Forlimpopoli una cifra pesante. L’affare si chiude.
Nessuno sa dire con precisione se nelle casse senesi siano arrivati (e quanti) soldi freschi per finire la stagione, certo è che lo stipendio di Hackett è pesante, al contrario di quanto affermato in estate. Non doverlo sostenere né pagare il playmaker arrivato al suo posto (MarQuez Haynes, già contattato in estate da Siena ma firmato da Milano) è comunque positivo per i conti societari, ma l’interlocutore di Minucci probabilmente avrebbe dovuto cedere sull’ultimo punto dell’accordo, che potrebbe essere stato l’appoggio per arrivare il più presto possibile a prendere il posto di Valentino Renzi, il presidente in scadenza di Legabasket.