![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/import/1288125455671.jpg)
Un primato tutto senese quello che vede protagonista l’U.O.C. di Fisiopatologia e Riabilitazione Respiratoria diretta da Marcello Rossi, del policlinico Santa Maria alle Scotte. L’équipe pneumologica di Rossi è l’unica in Toscana e la prima in Italia ad aver sviluppato due sistemi innovativi per la diagnosi e il monitoraggio delle patologie legate all’apparato respiratorio, due progetti frutto di molti anni di ricerca: l’analisi acustica del respiro e la valutazione degli scambi gassosi polmonari. Il primo metodo, in parte autofinanziato e in parte prodotto con un contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, attraverso il posizionamento sulla schiena del paziente di due matrici costituite da 20 microfoni, permette di decodificare il suono generato dal respiro in un’immagine dinamica che viene visualizzata su sofisticati computer.
“Questo metodo – spiega Rossi – permette di ottenere preziose informazioni sullo stato di salute dell’apparato respiratorio riguardanti le proprietà meccaniche, la presenza di versamenti pleurici, masse tumorali o altri processi patologici”. Si tratta di un metodo di analisi indicato per tutte le patologie respiratorie. Il secondo sistema, messo a punto dall’équipe senese anche grazie alla collaborazione di un team di bioingegneri, misura
gli scambi gassosi polmonari e si basa su un metodo ideato negli anni ’60 da J.B. West ma mai applicato in clinica. “Consiste – prosegue Rossi – nell’analisi dei gas espirati dal paziente, cioè ossigeno e anidride carbonica, raccolte in un piccolo miscelatore tramite un boccaglio, e confrontate poi, attraverso un software, con i risultati di un semplice prelievo di sangue”. Anche questo metodo ha una funzione diagnostica e di monitoraggio dei pazienti con patologie polmonari croniche. “Con questo esame – specifica Rossi – si riescono a tenere sotto controllo molti parametri espressioni della funzione primaria dei polmoni ed è particolarmente utile nella valutazione preoperatoria ”.
I benefici per i pazienti sono notevoli. “I due metodi – conclude Rossi – sono molto vantaggiosi perchè non invasivi, sono veloci e si possono ripetere ogni volta che si presenta la necessità. Inoltre non prevedono l’uso di raggi X e pertanto sono indicati anche per chi non può sottoporsi a radiografie”.
“Questo metodo – spiega Rossi – permette di ottenere preziose informazioni sullo stato di salute dell’apparato respiratorio riguardanti le proprietà meccaniche, la presenza di versamenti pleurici, masse tumorali o altri processi patologici”. Si tratta di un metodo di analisi indicato per tutte le patologie respiratorie. Il secondo sistema, messo a punto dall’équipe senese anche grazie alla collaborazione di un team di bioingegneri, misura
gli scambi gassosi polmonari e si basa su un metodo ideato negli anni ’60 da J.B. West ma mai applicato in clinica. “Consiste – prosegue Rossi – nell’analisi dei gas espirati dal paziente, cioè ossigeno e anidride carbonica, raccolte in un piccolo miscelatore tramite un boccaglio, e confrontate poi, attraverso un software, con i risultati di un semplice prelievo di sangue”. Anche questo metodo ha una funzione diagnostica e di monitoraggio dei pazienti con patologie polmonari croniche. “Con questo esame – specifica Rossi – si riescono a tenere sotto controllo molti parametri espressioni della funzione primaria dei polmoni ed è particolarmente utile nella valutazione preoperatoria ”.
I benefici per i pazienti sono notevoli. “I due metodi – conclude Rossi – sono molto vantaggiosi perchè non invasivi, sono veloci e si possono ripetere ogni volta che si presenta la necessità. Inoltre non prevedono l’uso di raggi X e pertanto sono indicati anche per chi non può sottoporsi a radiografie”.