Secondo l'esponente del Carroccio il sindaco avrebbe miseramente fallito tutti gli obiettivi
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SIENA – «Il tradimento del mandato c’è stato, ma da parte del Sindaco Ceccuzzi verso i senesi ed il suo programma elettorale. La discontinuità che tanto viene richiamata non può essere quella messa in atto da chi il sistema l’ha creato e gestito per anni e anni. Le Nel suo programma Ceccuzzi diceva che “la dimensione raggiunta dalla Banca Monte dei Paschi avrebbe consentito, molto più di ieri, di respingere le numerose pressioni che in passato ha dovuto subire verso aggregazioni che avrebbero inevitabilmente allentato il secolare rapporto con Siena”, ma alla luce dei fatti si è verificato proprio l’esatto contrario; decantava “l’apporto fondamentale delle espressioni del sindacato dei lavoratori della banca” e che “le relazioni fra Banca e sindacati non si sono deteriorate e anzi continuano un proficuo rapporto dialettico”, ma sono stati proprio i sindacati a sollevarsi dopo un piano di riorganizzazione che non teneva conto delle richieste di quest’ultimi. Sulla Fondazione diceva di voler “salvaguardare e accrescere il patrimonio, con appropriata diversificazione dello stesso e di voler mantenere il legame strategico con la Banca MPS” definendo quest’ultimo “un compito da assumere nella pienezza del suo significato prevedendo per tempo e con competente attenzione fasi espansive e fasi recessive”, avendo la Fondazione “il compito di esercitare, con personalità e determinazione, il ruolo di azionista di maggioranza”. Tutti obiettivi che ad oggi sono miseramente falliti in quanto: il patrimonio non si è accresciuto ma si è letteralmente dissolto; il legame strategico, dato dal controllo del 51% della banca, adesso sceso al 30%, non c’è più in virtù di scelte scellerate sulle quali sta indagando persino la magistratura; le azioni intraprese dimostrano che ai vertici non si è saputo prevedere per tempo e competenza le fasi dei mercati. Sul concetto di meritocrazia in relazione alle nomine inoltre, nutro molti dubbi, in quanto le stesse sembrano rispondere più alle logiche di potere partitico messe in atto per prendere finalmente il controllo di una banca, tradendo di fatto il legame con il territorio e le sue istituzioni. In effetti la discontinuità c’è stata, soprattutto dal programma elettorale con il quale il PD si era presentato alla città. Il sindaco doveva essere l’elemento trainante, ma ha piuttosto portato la città di Siena alla deriva.»
Giovanni Di Stasio – Capogruppo Lega Nord Toscana