Il Tar del Lazio decide sul ricorso di Mussari per le multe di Bankitalia
L’avvocato Filippo Dinacci ha chiesto l’annullamento del processo con rito immediato. Secondo il difensore di Gianluca Baldassarri, ex capo dell’area finanza del Monte dei Paschi imputato per ostacolo alle funzioni dell’autorità di vigilanza in merito alla ristrutturazione del derivato Alexandria, non ci sarebbero i requisiti per procedere con il rito immediato. Dinacci, a tal proposito, ha citato la sentenza della Corte di Cassazione sulla illegittimità della seconda carcerazione cautelare a cui fu sottoposto Baldassarri il 17 marzo 2013.
Il rito immediato era stato richiesto dai Pm poichè Baldassarri si trovava in stato di carcerazione preventiva: scarcerato per vizio di forma il 16 marzo, l’ex capo dell’area finanza Mps era ritornato in carcere dopo la richiesta dei Pm Aldo Natalini, Antonino Nastasi e Giuseppe Grosso di una nuova misura cautelare, poi emessa dal Gip. Secondo la Cassazione, però, questa seconda misura cautelare è da ritenersi illegittima. Nel caso in cui dovesse venire accolta la richiesta dell’avvocato Filippo Dinacci, a beneficiarne sarebbe il solo Baldassarri e non gli altri imputati: Giuseppe Mussari e Antonio Vigni. Sull’istanza presentata da Dinacci, la Corte si è riservata di decidere e può farlo entro la sentenza. Per quanto riguarda l’udienza di oggi, è prevista anche la deposizione dello stesso Baldassarri, presente in aula insieme all’ex-direttore generale Vigni.
Aggiornamento ore 17
Erano tre le proposte arrivate a Banca Mps per la ristrutturazione del derivato Alexandria nel 2009. Secondo quanto ha detto Gianluca Baldassarri nel corso della sua lunga deposizione nell’udienza di oggi. La proposta di Credit Suisse, la migliore secondo Baldassarri, fu bocciata da Daniele Bigi, all’epoca responsabile dell’area bilancio perché i premi futuri avrebbero dovuto essere portati nel bilancio del 2009. “Jp Morgan non dette il via all’accordo perché il suo livello americano non approvò l’operazione per cui l’accordo fu stipulato con Nomura. L’originale del contratto era noto – ha detto l’ex-capo area finanza – a lui stesso, al protocollo, alla segreteria di direzione, a Vigni. In ogni caso tutte e tre le ipotesi di accordo furono illustrate a Vigni e al presidente Mussari”.
Sull’operazione di ristrutturazione di Alexandria firmata da Mps con Nomura ”formalmente nessuno si è mai opposto” all’interno della banca, ha riferito. Al Pm che gli chiedeva se gli fosse stata riferita da Vigni l’opposizione dell’allora Cfo Marco Morelli, Baldassarri ha risposto che ”a me non ne ha mai parlato”.
Il mandate agreement tra Mps e banca Nomura non aveva un grande valore e non venne nascosto, ha fatto sapere Baldassarri. Lo ha detto oggi l’ex capo area finanza di Mps, spiegando che nel mandate “si legge” in particolare cosa sarebbe successo se l’accordo tra le parti, raggiunto il 23 settembre 2009, non fosse stato sottoscritto: ”da quel momento – ha detto – questo documento non ha nessun significato. Non è possibile in base a questo documento che Nomura possa dare un euro al Monte dei Paschi, né il Monte dei Paschi a Nomura”. L’imputato ha poi precisato che di quel mandate, di cui dentro alla banca ”molti erano a conoscenza” e che ”non è mai stato nascosto”, la clausola più importante é la 2.5, ”quella che dice cosa succede se l’accordo non viene raggiunto, e cioé che Nomura ha il diritto di consegnarci gli asset swap sostitutivi e noi la teniamo indenne da costi aggiuntivi per l’attività di acquisto di titoli”. Ma dal momento che l’accordo fu raggiunto ”non aveva più significato”.
“La possibilità che il derivato Alexandria facesse default era estremamente bassa”. E “Tra il 2008 e il 2009 si pose il problema della ristrutturazione del derivato sull’opportunità di farla. Ci fu un confronto con il direttore generale Vigni e con il presidente Mussari con un paio di incontri prima della conference call con Nomura del 7 luglio del 2009”. La conference call fu chiesta da banca Nomura che secondo quanto ha detto Baldassarri chiedeva “che i vertici della banca fossero consapevoli dell’operazione”.
Il manager ha poi spiegato che non fornì agli ispettori di Bankitalia il mandate agreement ”perché non mi fu chiesto”. Al pm che gli contestava una successiva richiesta arrivata da via Nazionale via email dove si chiedevano ulteriori informazioni su “evoluzione del tasso, della marginazione e di tutte le operazioni fatte con Nomura da marzo 2009 a dicembre2010″, Baldassari ha riferito che ”rispetto a queste richieste ho dato solo il mio pezzetto. Il resto non spettava a me ma ad altri e io credevo che altri lo avessero fornito”.
Andandosene dal Monte dei Paschi, Baldassarri chiese una ”lettera di ringraziamento firmata dall’avvocato Mussari”. ”La lettera di ringraziamento dell’avvocato Mussari – ha detto – la chiesi io in sede di trattativa con il capo del personale, che ne parlò con il presidente e poi mi disse: prova a buttar giù i tuoi desiderata. Tornò con un documento di poche righe molto più edulcorato rispetto a quello che avevo scritto”.
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Ricorsi per le multe Bankitalia
Sarà resa nota domani (23 gennaio) la decisione del Tar del Lazio sul ricorso amministrativo presentato dall’ex-presidente Mussari contro la maxi multa da 541mila euro inflittagli da Bankitalia in merito alle presunte violazioni commesse sul Fresh. Si tratta del prestito convertibile da un miliardo con cui fu in parte finanziato l’acquisto di Antonveneta. Il ricorso è stato discusso oggi dai giudici, che si sono riservati di emettere domani la loro ordinanza.
La sanzione a Mussari fa parte di un gruppo di multe per complessivi 3,47 milioni di euro inflitte da Bankitalia a ex amministratori, sindaci e dirigenti di Mps. La discussione di altri due ricorsi, quelli proposti dall’ex sindaco della banca, Pietro Fabretti (multato per 270mila euro) e all’ex presidente del Collegio sindacale Tommaso Di Tanno (multato per 283mila euro), per problemi di tipo procedurale e’ stata rinviata al prossimo 5 febbraio.
“L’avvocato di Mussari – ha detto a fine udienza il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, costituito contro il ricorso e a fianco di Bankitalia – ha detto oggi che vuole la sospensiva della multa perché l’ex-presidente è sul lastrico. Noi abbiamo chiesto che sia depositata in giudizio la denuncia dei redditi di Mussari, ma anche gli atti del suo patrimonio immobiliare e delle partecipazioni azionarie. Occorre verificare se è veramente sul lastrico”.