SIENA. Da Dimensione Autonoma Studentesca Siena riceviamo e pubblichiamo.
I gravissimi fatti accaduti a Palermo nella giornata del 9 ottobre scorso, che hanno visto le forze dell’ordine pestare e poi arrestare un gruppo di studenti fuori dal liceo Umberto I, colpevoli di aver fatto un volantinaggio “non autorizzato”, ha pesantemente colpito anche la società civile senese.
In un paese dove la malavita organizzata è ancora troppo forte, e dove troppo spesso i mafiosi sono lodati come “eroi” (vedi Dell’Utri su Mangano) e hanno piena libertà, sconcerta e ferisce il pudore pubblico vedere che la polizia di Palermo non ha niente di meglio da fare che perseguire e perseguitare i giovani studenti che stavano facendo un presidio contro la mai scomparsa violenza squadrista nelle scuole.
Gli studenti dell’Università di Siena e dell’Università per Stranieri di Siena, che sono già in lotta per una cultura e una formazione libere e accessibili a tutti, non resteranno nel silenzio che si vuole imporre alla cittadinanza tramite questi atti di “repressione preventiva”. Il DAS, organizzazione universitaria senese, ha appreso la sconcertante notizia da Palermo mentre sta portando avanti un’iniziativa socio-politica dentro l’Ateneo di Siena per sottolineare il fondamentale nesso che lega la formazione scolastica e accademica alla lotta contro la mafia: con questo drammatico avvenimento davanti al liceo palermitano si palesano le contraddizioni di un Paese in cui ” i mafiosi sono fuori e gli studenti in galera”.
Abbiamo deciso di indire una settimana di mobilitazione radicale contro l’inquietante azione della polizia di Palermo. Nella giornata di ieri, domenica, gli studenti e i lavoratori del DAS hanno creato istallazioni umane per il Corso di Siena in cui, restando immobili, spalla a spalla, tenevano nelle mani un cartello con su scritto “i mafiosi fuori, gli studenti in galera.. Vergogna di Stato”. La cittadinanza senese si è dimostrata estremamente preoccupata e solidale, tant’è che spontaneamente un folto gruppo persone ha deciso di dare vita, con noi, a una raccolta firme per richiedere l’immediato proscioglimento degli studenti ingiustamente arrestati, la rimozione dei vertici della Digos palermitani, le dimissioni del Questore e del Prefetto di Palermo. Da oggi inizierà la campagna di raccolta firme, dopo un’assemblea cittadina in cui illustreremo nuovamente i fatti accaduti due giorni fa.
Durante la settimana daremo vita ad altri atti simbolici e di lotta contro quest’azione scellerata ma scientemente perseguita dagli apparati decisionali dello Stato, che vogliono colpirne pochi per indottrinarne molti di più, cercando di soffocare sul nascere quel movimento di libertà e di giustizia sociale che dalle Università e dalle Scuole si sta propagando all’intera società civile.
Inoltre richiediamo ufficialmente al Rettore dell’Università di Siena, Silvano Focardi, e al Provveditore agli Studi della Provincia di Siena, di attivarsi materialmente sulla vicenda in quanto i fatti palermitani colpiscono e feriscono l’intera comunità scolastica e accademica nazionale. La libertà di critica dello stato di cose è infatti il maggior valore da trasmettere ai giovani studenti, e le istituzioni non possono non rispondere a un tale attacco al fondamento stesso dell’Istruzione del Paese.
I gravissimi fatti accaduti a Palermo nella giornata del 9 ottobre scorso, che hanno visto le forze dell’ordine pestare e poi arrestare un gruppo di studenti fuori dal liceo Umberto I, colpevoli di aver fatto un volantinaggio “non autorizzato”, ha pesantemente colpito anche la società civile senese.
In un paese dove la malavita organizzata è ancora troppo forte, e dove troppo spesso i mafiosi sono lodati come “eroi” (vedi Dell’Utri su Mangano) e hanno piena libertà, sconcerta e ferisce il pudore pubblico vedere che la polizia di Palermo non ha niente di meglio da fare che perseguire e perseguitare i giovani studenti che stavano facendo un presidio contro la mai scomparsa violenza squadrista nelle scuole.
Gli studenti dell’Università di Siena e dell’Università per Stranieri di Siena, che sono già in lotta per una cultura e una formazione libere e accessibili a tutti, non resteranno nel silenzio che si vuole imporre alla cittadinanza tramite questi atti di “repressione preventiva”. Il DAS, organizzazione universitaria senese, ha appreso la sconcertante notizia da Palermo mentre sta portando avanti un’iniziativa socio-politica dentro l’Ateneo di Siena per sottolineare il fondamentale nesso che lega la formazione scolastica e accademica alla lotta contro la mafia: con questo drammatico avvenimento davanti al liceo palermitano si palesano le contraddizioni di un Paese in cui ” i mafiosi sono fuori e gli studenti in galera”.
Abbiamo deciso di indire una settimana di mobilitazione radicale contro l’inquietante azione della polizia di Palermo. Nella giornata di ieri, domenica, gli studenti e i lavoratori del DAS hanno creato istallazioni umane per il Corso di Siena in cui, restando immobili, spalla a spalla, tenevano nelle mani un cartello con su scritto “i mafiosi fuori, gli studenti in galera.. Vergogna di Stato”. La cittadinanza senese si è dimostrata estremamente preoccupata e solidale, tant’è che spontaneamente un folto gruppo persone ha deciso di dare vita, con noi, a una raccolta firme per richiedere l’immediato proscioglimento degli studenti ingiustamente arrestati, la rimozione dei vertici della Digos palermitani, le dimissioni del Questore e del Prefetto di Palermo. Da oggi inizierà la campagna di raccolta firme, dopo un’assemblea cittadina in cui illustreremo nuovamente i fatti accaduti due giorni fa.
Durante la settimana daremo vita ad altri atti simbolici e di lotta contro quest’azione scellerata ma scientemente perseguita dagli apparati decisionali dello Stato, che vogliono colpirne pochi per indottrinarne molti di più, cercando di soffocare sul nascere quel movimento di libertà e di giustizia sociale che dalle Università e dalle Scuole si sta propagando all’intera società civile.
Inoltre richiediamo ufficialmente al Rettore dell’Università di Siena, Silvano Focardi, e al Provveditore agli Studi della Provincia di Siena, di attivarsi materialmente sulla vicenda in quanto i fatti palermitani colpiscono e feriscono l’intera comunità scolastica e accademica nazionale. La libertà di critica dello stato di cose è infatti il maggior valore da trasmettere ai giovani studenti, e le istituzioni non possono non rispondere a un tale attacco al fondamento stesso dell’Istruzione del Paese.