SIENA. Sono due i pazienti ricoverati al policlinico Santa Maria alle Scotte a seguito del crollo del conttrosoffitto della piscina di Poggibonsi che si è verificato ieri (17 marzo) nel primo pomeriggio.
Delle 17 persone ferite, 6 sono state visitate all’ospedale di Siena ma quattro sono state dimesse dal Pronto Soccorso già in serata perchè presentavano lievi contusioni e qualche ferita, oltre a un forte stress per il trauma.
“Gli altri due pazienti – spiega Laura Radice, direttore sanitario – arrivati con codice rosso, sono stati trattenuti perchè in condizioni più serie. La donna di 40 anni è in Osservazione Medica, allo stato attuale è prevedibile una dimissione precoce non essendo state accertate fratture. Sono più preoccupanti le condizioni dell’uomo di 60 anni, ricoverato in Ortopedia a causa di politraumi e polifratture su tutto il corpo. Deve essere costantemente monitorato per valutare l’evoluzione delle sue condizioni generali”.
Intanto la Usl7 fa il resoconto dell'attività di pronto soccorso di Campostaggia. !– @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } –> Sono state 16 in tutto, le persone visitate all’ospedale di Poggibonsi a seguito del crollo del tetto della piscina della cittadina valdelsana. Sette delle quali, ricordiamo, erano state portate dai mezzi di soccorso del 118 direttamente nel pomeriggio di ieri, mentre altre nove, l’ultima delle quali si è presentata questa mattina, si sono recate al pronto soccorso dell’ospedale di Campostaggia più che altro per escoriazioni e sindromi da ansia.
“Non conoscendo la portata dell’evento, il personale di turno al mattino è rimasto a fare da sponda al turno del pronto soccorso del pomeriggio – precisa Cesare Francois responsabile del pronto soccorso di Campostaggia. –Fortunatamente la situazione, peraltro gestita egregiamente dal 118 nello smistamento delle persone traumatizzate, è stata meno grave di quanto si potesse immaginare in un primo momento”.
A Campostaggia i ricoveri delle persone visitate sono stati tre, di cui un giovane traumatizzato al braccio guaribile in 40 giorni e due donne incinte, una delle quali già dimessa e l’altra in procinto di partorire, come da calendario. “L’emergenza gestita dal 118 è stata duplice – spiega il responsabile dell’emergenza territoriale USL7 Marco Picciolini – non solo quella sanitaria legata alla salute degli infortunati ma anche quella di non creare iperafflusso agli ospedali del territorio. Praticamente il personale sanitario di emergenza e urgenza effettua già sul posto un triage per stabilire la gravità delle lesioni ed indirizzare i mezzi di soccorso agli ospedali di riferimento per permettere così un’accoglienza ai pronto soccorso scaglionata nel tempo dando priorità a chi è più grave”.
E’ stato un banco di prova per l’emergenza territoriale, tiene a precisare Picciolini, tra le forze presenti sul campo comprese quelle di ordine pubblico ed i Vigili del Fuoco con i quali ci sono criteri di collaborazione molto dettagliati per questi tipi di intervento. E’ stato consolidato il modello organizzativo di trattamento del trauma in rete tra centri “Spoke e Hub”, modello previsto già nel Piano sanitario regionale del 2005 che prevede una forte specializzazione, massima efficienza tecnica e tempestività di invio agli ospedali territoriali della persona traumatizzata o politraumatizzata.
Quanto sopra è stato possibile grazie all’attivazione della cosiddetta Unità di Crisi interna al sistema 118 che ha visto impiegati sia i mezzi dell’azienda USL7 con le auto mediche, l’elicottero Pegaso di Firenze che le ambulanze ed i volontari della Misericordia e della Pubblica Assistenza della zona che hanno anche offerto risorse umane aggiuntive. Il coordinamento sanitario sul luogo è stato garantito di concerto con i Vigili del Fuoco dal responsabile infermieristico della centrale operativa del 118. C’è da dire che tutte le persone soccorse con i mezzi sono state trattate, stabilizzate e condotte alle strutture ospedaliere nell’arco di 60 minuti (dalle 14.00 alle 15.00).
Fortunatamente l’evento si è verificato nel momento di minor afflusso delle persone nello stabilimento.
Delle 17 persone ferite, 6 sono state visitate all’ospedale di Siena ma quattro sono state dimesse dal Pronto Soccorso già in serata perchè presentavano lievi contusioni e qualche ferita, oltre a un forte stress per il trauma.
“Gli altri due pazienti – spiega Laura Radice, direttore sanitario – arrivati con codice rosso, sono stati trattenuti perchè in condizioni più serie. La donna di 40 anni è in Osservazione Medica, allo stato attuale è prevedibile una dimissione precoce non essendo state accertate fratture. Sono più preoccupanti le condizioni dell’uomo di 60 anni, ricoverato in Ortopedia a causa di politraumi e polifratture su tutto il corpo. Deve essere costantemente monitorato per valutare l’evoluzione delle sue condizioni generali”.
Intanto la Usl7 fa il resoconto dell'attività di pronto soccorso di Campostaggia. !– @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } –> Sono state 16 in tutto, le persone visitate all’ospedale di Poggibonsi a seguito del crollo del tetto della piscina della cittadina valdelsana. Sette delle quali, ricordiamo, erano state portate dai mezzi di soccorso del 118 direttamente nel pomeriggio di ieri, mentre altre nove, l’ultima delle quali si è presentata questa mattina, si sono recate al pronto soccorso dell’ospedale di Campostaggia più che altro per escoriazioni e sindromi da ansia.
“Non conoscendo la portata dell’evento, il personale di turno al mattino è rimasto a fare da sponda al turno del pronto soccorso del pomeriggio – precisa Cesare Francois responsabile del pronto soccorso di Campostaggia. –Fortunatamente la situazione, peraltro gestita egregiamente dal 118 nello smistamento delle persone traumatizzate, è stata meno grave di quanto si potesse immaginare in un primo momento”.
A Campostaggia i ricoveri delle persone visitate sono stati tre, di cui un giovane traumatizzato al braccio guaribile in 40 giorni e due donne incinte, una delle quali già dimessa e l’altra in procinto di partorire, come da calendario. “L’emergenza gestita dal 118 è stata duplice – spiega il responsabile dell’emergenza territoriale USL7 Marco Picciolini – non solo quella sanitaria legata alla salute degli infortunati ma anche quella di non creare iperafflusso agli ospedali del territorio. Praticamente il personale sanitario di emergenza e urgenza effettua già sul posto un triage per stabilire la gravità delle lesioni ed indirizzare i mezzi di soccorso agli ospedali di riferimento per permettere così un’accoglienza ai pronto soccorso scaglionata nel tempo dando priorità a chi è più grave”.
E’ stato un banco di prova per l’emergenza territoriale, tiene a precisare Picciolini, tra le forze presenti sul campo comprese quelle di ordine pubblico ed i Vigili del Fuoco con i quali ci sono criteri di collaborazione molto dettagliati per questi tipi di intervento. E’ stato consolidato il modello organizzativo di trattamento del trauma in rete tra centri “Spoke e Hub”, modello previsto già nel Piano sanitario regionale del 2005 che prevede una forte specializzazione, massima efficienza tecnica e tempestività di invio agli ospedali territoriali della persona traumatizzata o politraumatizzata.
Quanto sopra è stato possibile grazie all’attivazione della cosiddetta Unità di Crisi interna al sistema 118 che ha visto impiegati sia i mezzi dell’azienda USL7 con le auto mediche, l’elicottero Pegaso di Firenze che le ambulanze ed i volontari della Misericordia e della Pubblica Assistenza della zona che hanno anche offerto risorse umane aggiuntive. Il coordinamento sanitario sul luogo è stato garantito di concerto con i Vigili del Fuoco dal responsabile infermieristico della centrale operativa del 118. C’è da dire che tutte le persone soccorse con i mezzi sono state trattate, stabilizzate e condotte alle strutture ospedaliere nell’arco di 60 minuti (dalle 14.00 alle 15.00).
Fortunatamente l’evento si è verificato nel momento di minor afflusso delle persone nello stabilimento.