Un accordo quadro per la contrattazione collettiva di secondo livello
SIENA. L’applicazione della contrattazione di secondo livello, inserita in un quadro di riferimento territoriale, come strumento finalizzato a incoraggiare la produttività e, di conseguenza, rilanciare il sistema industriale locale. E’ questa una delle principali proposte emerse dal convegno “LAVORO E PRODUTTIVITA’” organizzato oggi da Confindustria Siena, e che, moderato dal neo Direttore di Confindustria Siena Antonio Capone, e presentato dal Presidente Paolo Campinoti, ha visto gli interventi, tra i relatori, del direttore area lavoro e welfare di Confindustria, Pierangelo Albini, dei segretari confederali nazionali di Cisl e Cgil, Luigi Petteni e Fabrizio Solari, e del direttore di Confindustria Pavia, Francesco Caracciolo.
La situazione occupazionale del territorio senese, infatti, presenta forti criticità più che proporzionali rispetto all’impoverimento del sistema economico: da qui la necessità di intraprendere azioni innovative e condivise, con lo scopo di attrarre investimenti e frenare il processo di deindustrializzazione.
Accordi di contrattazione di secondo livello potrebbero rappresentare uno strumento in grado di favorire maggiormente la tenuta e lo sviluppo del sistema, individuando nuove forme organizzative e consentendo le deroghe sugli aspetti gestionali del rapporto di lavoro. In questo contesto si inserisce, dunque, la proposta lanciata da Confindustria di avviare un tavolo con le parti sindacali – ma aperto anche ad altri attori del territorio, come università e amministrazioni locali – finalizzato al raggiungimento di un accordo quadro che possa fare da ‘cornice’ per le imprese nella realizzazione di accordi aziendali, definendo politiche comuni e linee guida.
La realizzazione di un accordo quadro – che soddisfi le esigenze di efficienza e competitività delle imprese senza tralasciare, al contempo, le aspettative dei lavoratori riguardo ai livelli retributivi – potrebbe intervenire con particolare efficacia in un contesto produttivo come quello senese, caratterizzato principalmente dalla presenza di PMI che sentono l’esigenza di recuperare adeguati livelli di produttività per far fronte alla crisi prolungata e alle ostiche condizioni di mercato, ma soprattutto di agganciare in una prospettiva a medio termine i segnali di ripresa che a livello nazionale e di singoli territori si sta manifestando.