Sulla vicenda è intervenuto anche il candidato consigliere comunale per Sena Civitas, Matteo Pacciani
FIRENZE. «Ho saputo dell’appello dei familiari della piccola Matilde e del loro legale. Ho presentato un’interrogazione nella quale chiedo se sia vero che la bambina sia affetta da tetraplegia spastica, microcrania acquisita, grave ritardo mentale ed epilessia a causa di errori commessi durante il parto. Inoltre, voglio capire perché non le sia stato concesso il diritto al rimborso per curarsi negli Stati Uniti». È quanto fa sapere il consigliere regionale di Più Toscana e membro della IV commissione “Sanità”, Gian Luca Lazzeri, in merito alla vicenda della piccola Matilde, la bambina di 7 anni invalida dalla nascita.
Stando a quanto affermano i familiari e il loro legale – spiegano -, questo tipo di cure composte da ossigenoterapia, cure cranio sacrali e altre terapie avrebbe sortito alcuni effetti benefici derivanti dalla combinazione dell’ossigeno iperbarico con la terapia fisico intensiva effettuata nei centri statunitensi. Ma dopo il primo ciclo di cure, il cui rimborso era stato autorizzato, l’azienda sanitaria si è messa di traverso rifiutando di rimborsare le spese per le terapie e consigliando ai genitori di rivolgersi al centro riabilitativo Cemis di Massa. Ma qui, secondo i genitori non è possibile seguire le stesse procedure che hanno recato benefici a Matilde.
Sulla questione si è espresso insieme a Lazzeri anche il responsabile di Più Siena e candidato consigliere comunale per Sena Civitas, Matteo Pacciani.
«Per quanto riguarda le cure all’estero – affermano in coro -, esse sono previste dal decreto ministeriale del 1 dicembre 2000 che offre la possibilità ai cittadini di essere rimborsati nel caso che le cure di cui si necessita non possano essere ottenute in Italia. Cure che hanno un costo di circa 70mila euro a ciclo per un totale di tre cicli e che, senza il supporto delle Istituzioni, qualsiasi famiglia si troverebbe in difficoltà a pagare. Di fatto, un rimborso non concesso equivale a una cura negata».
Una situazione che potrebbe cambiare il 21 maggio prossimo quando è fissata la prima udienza alla Corte di Appello di Firenze Sezione lavoro.
«Chiedo di sapere – conclude Lazzeri – le motivazioni che stanno dietro al rimborso negato da parte dell’azienda sanitaria e chiedo alla Regione di fare chiarezza. Siccome questo non è il primo caso in cui mi imbatto in famiglie che lamentano di aver avuto il rifiuto alla prestazione all’estero a carico del Servizio Sanitario Regionale, chiedo alla Regione Toscana di aprire una consultazione con le rappresentanze delle associazioni dei malati che seguono tali problematiche».