Turbolenze in quota sulle rotte di Ampugnano
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SIENA. Dure critiche all’evento ‘Fly Siena’, promosso dall’Associazione Per Siena lo scorso 16 dicembre, arrivano dal Comitato Contro l’ampliamento dell’aeroporto di Ampugnano e da Rifondazione Comunista di Sovicille. Nell’occasione il presidente della Società Aeroporto di Siena spa aveva presentato il progetto di ristrutturazione dell’aerostazione.
Angela Bindi, consigliere comunale per il PRC critica l’esposizione di un “progetto ‘green’, eco-sostenibile, a crescita e impatto zero, ‘auto-sussistente’ e silenzioso, progettato dal Mezzedimi”. Il consigliere parla di “un clima ovattato dove veniva fornita una versione edulcorata del progetto, immerso in immagini floreali” presenti nelle slide. “Perché il presidente dell’aeroporto – si domanda Bindi – decide di presentare il progetto nell’Associazione Per Siena? Sembrava evidente che Machetti non fosse l’invitato tra gli invitati, ma piuttosto l’ispiratore della serata. Perché mancavano le istituzioni? Non c’erano i sindaci di Siena e Sovicille, né la Provincia e nemmeno la Camera di Commercio”. “Soprattutto – sottolinea il consigliere – mancava il dibattito promesso sulle infrastrutture, perché il soggetto era solo ed esclusivamente l’aeroporto, unica salvezza all’isolamento di Siena”.
Bindi critica il fatto che non è stato chiarito nell’incontro come verranno reperite le risorse e non sono state menzionate le rimesse della struttura; lamenta, inoltre, la mancata possibilità di fare domande. “Nessuno – aggiunge – ha avuto la possibilità di domandare chi paga, di parlare degli indagati, delle azioni sequestrate, del consiglio di amministrazione quasi tutto dimissionario, degli investimenti fatti senza avere la concessione, della chiusura obbligata dei piccoli aeroporti, del fatto che la Regione Toscana ha già scelto le infrastrutture da rilanciare e tra queste non c’è Ampugnano”.
Per il Comitato contro l’ampliamento, “il potenziamento di una struttura quale l’aeroporto di Ampugnano vuol dire riproporre modelli di sviluppo ad alto consumo di risorse ambientali e territoriali”. Secondo l’economista senese Luciano Fiordoni “l’insensatezza del progetto per la sua marginalità economico-strategica, segna anche un vuoto relazionale sul piano sociale, in quanto esclude, anzi si pone in netta contrapposizione, ad una ampia fetta della comunità per la quale lo sviluppo locale deve essere inteso in un’ottica globale di transizione”. Il Comitato invoca la necessità di usare un modello basato sulla ‘coscienza di transizione’ e Fiordoni spiega che “da alcun anni si stanno moltiplicando a livello mondiale le esperienze di ‘transition town’, ovvero comunità che insieme alle istituzioni locali hanno messo in atto comportamenti virtuosi nei consumi e nelle scelte di vita, finalizzati a fronteggiare due ordini di problemi: la scarsità di risorse energetiche non rinnovabili e l’inquinamento”. “Tali esperienze – prosegue l’esperto – rappresentano un tentativo dal basso di creare un alternativa culturale e materiale ad un modello di sviluppo basato sul falso concetto della disponibilità illimitata delle risorse energetiche e vogliono creare un tessuto sociale di partecipazione a quelle scelte politiche che influenzano le condizioni di benessere, materiale e immateriale, presenti e future”.
Secondo il Comitato “la proposta di rilancio di un’attività aeroportuale non è una risposta all’indubbio isolamento spaziale di cui soffre l’area senese, che incide sulla qualità della vita di chi si trova nel territorio; piuttosto, il rilancio dell’aeroporto evidenzia l’isolamento culturale imposto dai gruppi di potere che controllano il territorio (politici, lobbies economiche e finanziarie) animati da interessi privatistici”.
“Non si può giustificare – afferma Fiordoni – una scelta di questo tipo come un tentativo di recupero di ‘competitività territoriale’: le tecniche di marketing considerano vincente chi riesce a superare la concorrenza nell’offerta di un certo prodotto. Ma come si può assimilare un territorio ad una merce? E se ciò fosse possibile e ammissibile, quale è il limite alla competitività territoriale? Oggi la competitività si gioca sull’abbassamento dei costi e sulle quantità movimentate. E questo vale anche per un aeroporto, se chiaramente deve reggersi sulle sue gambe e non su quelle pubbliche”.