SIENA. “Il governo continua a prendere tempo e tace sull’Università di Siena, evitando di rispondere alle domande contenute nell’interrogazione”. E’ questo il primo commento del parlamentare del Partito democratico, Franco Ceccuzzi sulla risposta ricevuta oggi (29 ottobre) in Commissione Cultura della Camera dei Deputati, all’interrogazione presentata nei giorni scorsi per conoscere i tempi della concessione, da parte del Ministero dell’economia, dell’autorizzazione all’Ateneo senese per la stipula del contratto di finanziamento con la Banca Monte dei Paschi di Siena. Per il momento, infatti, il Ministero dell’economia e delle finanze non si pronuncia sull’autorizzazione del finanziamento deliberato dalla Banca Mps lo scorso 5 agosto e la cui richiesta è stata trasmessa al Ministero, secondo quanto affermato nella risposta, “il 18 settembre 2009 al fine di verificarne la fattibilità e la coerenza con la normativa vigente”.
“Vogliamo sperare – aggiunge Ceccuzzi – che la risposta del governo lasci spazio al fatto che la firma arrivi, anche perché, di fronte ad una situazione così grave, il governo non può in ogni caso astenersi dal prendere provvedimenti. Il percorso più lineare è quello di autorizzare il mutuo, dando così credibilità al piano di risanamento dell’Università di Siena, sul quale, dopo tre interrogazioni, il governo non ha mai espresso un giudizio. Per questo motivo, il ministero deve firmare, al fine di garantire la continuità nell’erogazione degli stipendi e dell’attività didattica. Senza questo atto, è evidente che se ne dovrebbero assumere altri, anche perché il disegno di legge Gelmini entrerà in vigore tra diversi mesi e non contiene, comunque, strumenti di carattere straordinario, quali la tutela dei crediti dei fornitori e dei dipendenti o gli ammortizzatori sociali”.
“Siamo convinti – conclude Ceccuzzi – che l’intervento del governo, che chiama in causa la finanza pubblica e, quindi, i soldi di tutti i contribuenti italiani, debba essere accompagnato da una ricerca più approfondita e espletata delle responsabilità che hanno condotto a questo stato di dissesto un’istituzione secolare e prestigiosa come l’Ateneo senese. In questo senso appare deludente, dopo un anno, la risposta data dal ministero sull’accertamento dei bilanci effettuato dal gruppo di lavoro costituitosi, a fini ispettivi, il 30 ottobre del 2008”.
Leggi la risposta data dal Ministero dell'Istruzione
“Vogliamo sperare – aggiunge Ceccuzzi – che la risposta del governo lasci spazio al fatto che la firma arrivi, anche perché, di fronte ad una situazione così grave, il governo non può in ogni caso astenersi dal prendere provvedimenti. Il percorso più lineare è quello di autorizzare il mutuo, dando così credibilità al piano di risanamento dell’Università di Siena, sul quale, dopo tre interrogazioni, il governo non ha mai espresso un giudizio. Per questo motivo, il ministero deve firmare, al fine di garantire la continuità nell’erogazione degli stipendi e dell’attività didattica. Senza questo atto, è evidente che se ne dovrebbero assumere altri, anche perché il disegno di legge Gelmini entrerà in vigore tra diversi mesi e non contiene, comunque, strumenti di carattere straordinario, quali la tutela dei crediti dei fornitori e dei dipendenti o gli ammortizzatori sociali”.
“Siamo convinti – conclude Ceccuzzi – che l’intervento del governo, che chiama in causa la finanza pubblica e, quindi, i soldi di tutti i contribuenti italiani, debba essere accompagnato da una ricerca più approfondita e espletata delle responsabilità che hanno condotto a questo stato di dissesto un’istituzione secolare e prestigiosa come l’Ateneo senese. In questo senso appare deludente, dopo un anno, la risposta data dal ministero sull’accertamento dei bilanci effettuato dal gruppo di lavoro costituitosi, a fini ispettivi, il 30 ottobre del 2008”.
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