SIENA. L’Unione Provinciale Agricoltori di Siena fa una richiesta al Governo affinché anche all’agricoltura sia riservata la stessa attenzione di cui godono altri settori dell’economia.
Una proposta fatta pensando al bene di tutto il mondo agricolo al di la di tutte le sigle che lo rappresentano, fatta durante un incontro con il Senatore Massimo Garavaglia, vicepresidente della Commissione Bilancio del Senato.
“Il momento che l’agricoltura in generale e quella senese in particolare sta attraversando è drammatico – spiega il presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori, Alessandro Cinughi de Pazzi insieme al direttore dell’Unione, Guido de Giusti. I prezzi dei cereali sono ai minimi storici e non coprono che il 60% circa dei costi di produzione, il mercato vinicolo è bloccato sia a livello nazionale che internazionale. Le cantine sono piene di vino e se si è costretti a vendere bisogna ridimensionare drasticamente i prezzi, svilendo una produzione che continua a rappresentare il fiore all’occhiello della viticoltura italiana. La zootecnia non va meglio, ad esclusione della Cinta senese,che rappresenta, comunque, una produzione di nicchia che, quindi, non fa testo”.
Per contro i costi di produzione non diminuiscono, anzi. La situazione di quasi monopolio nella vendita dei fattori di produzione nella provincia di Siena, non fa che peggiorare la situazione. Finora non si sono verificati licenziamenti significativi, ma l’occupazione agricola, se le cose non cambieranno subirà velocemente un drastico ridimensionamento.
“A fronte di questa situazione – aggiunge il presidente – purtroppo, ci siamo visti costretti ad organizzare una serie di manifestazioni finalizzate ad ottenere dal Governo quell’attenzione che sembrava rivolta solo ad altri settori, non tanto per ottenere nuovi interventi, quanto per non vedere cassati quelli già esistenti”.
Il riferimento, in particolare, è verso la fiscalizzazione degli oneri sociali per le zone svantaggiate, le agevolazioni fiscali in materia di accise sul gasolio agricolo, il finanziamento del fondo di solidarietà necessario ad abbattere i costi delle assicurazioni contro le avversità naturali, l’estensione della “Tremonti ter” alle imprese individuali per gli investimenti in macchinari ed attrezzature, la riduzione del cuneo fiscale nelle aree non agevolate del Centro, il rifinanziamento per la piccola proprietà contadina, strumento indispensabile per aumentare la maglia poderale, eccessivamente frazionata, ed il finanziamento dei contratti di filiera, necessari alla valorizzazione delle nostre produzioni di qualità.
Qualcosa, per la verità si è ottenuto: la fiscalizzazione per le zone svantaggiate è stata prorogata alla metà 2010 ed è stato parzialmente rifinanziato il Fondo di solidarietà.
“Al di la dell’incompleta soddisfazione alle nostre richieste, quello che maggiormente ci preoccupa – sottolinea Alessandro Cinughi de Pazzi – è la provvisorietà dei provvedimenti che, secondo noi, dovrebbero essere strutturali, in modo da garantirci la possibilità di programmazione, senza alcuna spada di Damocle”.
Non possiamo dire che a livello di Governo locale le cose vadano meglio.
Gli interventi che vedono coinvolte sia AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) che ARTEA (Agenzia regionale toscana per le erogazioni in agricoltura), vengono erogati con ritardi inaccettabili, di anni, a causa della scarsa comunicazione tra i due Enti ed il conseguente palleggiamento di responsabilità.
I ritardi con i quali ARTEA, organismo pagatore della Regione, eroga i finanziamenti comunitari aumentano di anno in anno.
“Questo è il quadro sommario della situazione che stiamo vivendo – conclude Alessandro Cinughi De Pazzi. Le crisi in agricoltura ci sono sempre state e, tradizionalmente sono anticicliche. Siamo sempre riusciti a superarle, probabilmente ci riusciremo anche questa volta, ma non da soli”.
L’Unione Agricoltori di Siena, aderente e costituente la Confagricoltura è la principale Organizzazione di datori di lavoro in agricoltura, rappresentando oltre il 75% delle giornate degli occupati in provincia, per un totale di oltre 1.000 imprese che gestiscono oltre il 50% della SAU provinciale. Si articola in una Sede provinciale ed in 8 Uffici periferici, che occupano complessivamente una ventina di collaboratori.
Rappresentanti dell’Unione rivestono cariche diverse presso Enti ed Istituzioni provinciali, oltre che in Consorzi e Cooperative.
Una proposta fatta pensando al bene di tutto il mondo agricolo al di la di tutte le sigle che lo rappresentano, fatta durante un incontro con il Senatore Massimo Garavaglia, vicepresidente della Commissione Bilancio del Senato.
“Il momento che l’agricoltura in generale e quella senese in particolare sta attraversando è drammatico – spiega il presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori, Alessandro Cinughi de Pazzi insieme al direttore dell’Unione, Guido de Giusti. I prezzi dei cereali sono ai minimi storici e non coprono che il 60% circa dei costi di produzione, il mercato vinicolo è bloccato sia a livello nazionale che internazionale. Le cantine sono piene di vino e se si è costretti a vendere bisogna ridimensionare drasticamente i prezzi, svilendo una produzione che continua a rappresentare il fiore all’occhiello della viticoltura italiana. La zootecnia non va meglio, ad esclusione della Cinta senese,che rappresenta, comunque, una produzione di nicchia che, quindi, non fa testo”.
Per contro i costi di produzione non diminuiscono, anzi. La situazione di quasi monopolio nella vendita dei fattori di produzione nella provincia di Siena, non fa che peggiorare la situazione. Finora non si sono verificati licenziamenti significativi, ma l’occupazione agricola, se le cose non cambieranno subirà velocemente un drastico ridimensionamento.
“A fronte di questa situazione – aggiunge il presidente – purtroppo, ci siamo visti costretti ad organizzare una serie di manifestazioni finalizzate ad ottenere dal Governo quell’attenzione che sembrava rivolta solo ad altri settori, non tanto per ottenere nuovi interventi, quanto per non vedere cassati quelli già esistenti”.
Il riferimento, in particolare, è verso la fiscalizzazione degli oneri sociali per le zone svantaggiate, le agevolazioni fiscali in materia di accise sul gasolio agricolo, il finanziamento del fondo di solidarietà necessario ad abbattere i costi delle assicurazioni contro le avversità naturali, l’estensione della “Tremonti ter” alle imprese individuali per gli investimenti in macchinari ed attrezzature, la riduzione del cuneo fiscale nelle aree non agevolate del Centro, il rifinanziamento per la piccola proprietà contadina, strumento indispensabile per aumentare la maglia poderale, eccessivamente frazionata, ed il finanziamento dei contratti di filiera, necessari alla valorizzazione delle nostre produzioni di qualità.
Qualcosa, per la verità si è ottenuto: la fiscalizzazione per le zone svantaggiate è stata prorogata alla metà 2010 ed è stato parzialmente rifinanziato il Fondo di solidarietà.
“Al di la dell’incompleta soddisfazione alle nostre richieste, quello che maggiormente ci preoccupa – sottolinea Alessandro Cinughi de Pazzi – è la provvisorietà dei provvedimenti che, secondo noi, dovrebbero essere strutturali, in modo da garantirci la possibilità di programmazione, senza alcuna spada di Damocle”.
Non possiamo dire che a livello di Governo locale le cose vadano meglio.
Gli interventi che vedono coinvolte sia AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) che ARTEA (Agenzia regionale toscana per le erogazioni in agricoltura), vengono erogati con ritardi inaccettabili, di anni, a causa della scarsa comunicazione tra i due Enti ed il conseguente palleggiamento di responsabilità.
I ritardi con i quali ARTEA, organismo pagatore della Regione, eroga i finanziamenti comunitari aumentano di anno in anno.
“Questo è il quadro sommario della situazione che stiamo vivendo – conclude Alessandro Cinughi De Pazzi. Le crisi in agricoltura ci sono sempre state e, tradizionalmente sono anticicliche. Siamo sempre riusciti a superarle, probabilmente ci riusciremo anche questa volta, ma non da soli”.
L’Unione Agricoltori di Siena, aderente e costituente la Confagricoltura è la principale Organizzazione di datori di lavoro in agricoltura, rappresentando oltre il 75% delle giornate degli occupati in provincia, per un totale di oltre 1.000 imprese che gestiscono oltre il 50% della SAU provinciale. Si articola in una Sede provinciale ed in 8 Uffici periferici, che occupano complessivamente una ventina di collaboratori.
Rappresentanti dell’Unione rivestono cariche diverse presso Enti ed Istituzioni provinciali, oltre che in Consorzi e Cooperative.