SALERNO.Come riporta il quotidano La città di Salerno in un articolo a firma di Clemy De Maio, si stanno per decidere le sorti del crac Amato con la divisione in due tronconi del processo. “Un capo d’imputazione (quello sui 19 milioni concessi agli Amato dal Monte dei Paschi di Siena) potrebbe essere riunito al processo principale sul crac dell’azienda pastaia; l’altro, che riguarda crediti e finanziamenti erogati da Banca della Campania, continuerebbe invece ad avere vita autonoma”. Discriminante, della decisione del tribunale, è la posizione dell’ex sottosegretario Paolo Del Mese, già imputato nel processo originario per i prestiti ricevuti dal cavalier Amato e coinvolto anche nel filone Mps con l’accusa di aver influenzato le decisioni della banca.
I legali dei Del Mese hanno presentato l’istanza di riunione dei processi, perché riguarderebbero in sostanza la stessa ipotesi di reato: il concorso dell’ex-parlamentare Dc nella bancarotta. “I giudici hanno rimesso la decisione al presidente del Tribunale, evidenziando che un’eventuale riunione dovrà portarsi dietro anche le posizioni dell’ex presidente del Monte dei Paschi, Giuseppe Mussari, e dell’ex sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi. Secondo l’accusa sarebbe stata l’influenza di Del Mese su Ceccuzzi a far sì che questi spingesse a sua volta su Mussari per la concessione del finanziamento. I 19 milioni servirono alla neonata società immobiliare Amato Re per acquistare dalla Amato spa l’ex-pastificio di via Picenza, che si progettava di trasformare in condominio di lusso. Così la società madre perse un immobile che avrebbe potuto soddisfare almeno in parte i suoi creditori e su cui si cristallizzò invece l’ipoteca di Mps”.
Il processo bis continuerà comunque a settembre, o per tutti gli imputati o solo per undici ex amministratori e dirigenti di Banca della Campania. Per loro l’accusa riguarda tra l’altro l’incremento dei “castelletti” di scoperto e un credito di 2 milioni e mezzo che l’istituto concesse nella seconda metà del 2010, come anticipazione di fatture in realtà inesistenti e accontentandosi della garanzia di assegni post datati.