I consiglieri di opposizione: "Si dichiara di voler ridurre le spese ma si crea una nuova commissione permanente per le pari opportunità
SIENA. Negli ultimi mesi abbiamo letto i proclami del Partito Democratico, per voce del coordinatore Mugnaioli e della capogruppo Persi, sul risparmio che il Comune otterrebbe con l’effettuazione dei Consigli Comunali nel pomeriggio. A parte il fatto che bisognerebbe verificare se i numeri sono così significativi, visto che tenere aperto tutto l’apparato che ruota intorno alla seduta del Consiglio Comunale, in orario straordinario, qualche spesa in più crediamo la generi. Come pure tenere conto che da mesi il Consiglio Comunale è sostanzialmente orfano di affari e si convoca solo per interrogazioni e mozioni.
Ma la cosa che veramente sconvolge è che mentre si fa un gran chiasso su questo risparmio, incensandosi per averne creato le condizioni, parallelamente si sostiene l’istituzione di una nuova commissione consiliare permanente, che genererà un ulteriore esborso di denaro pubblico.
Si perché il Consiglio Comunale di domani (15 aprile) è chiamato a deliberare la variazione del Regolamento per l’istituzione della Commissione “pari opportunità, diversità e diritti umani”.
Un argomento per cui si è battuto il consigliere Simone Vigni, certamente giusto, ma le cui attività potevano benissimo essere ricomprese in una delle nove commissioni già istituite.
Non ci è piaciuto neppure il comportamento del presidente D’Onofrio che in precedenza aveva espresso esitazione su questa variazione, ma in commissione non è andato oltre un insignificante tentativo di ridurre l’entità dei gettoni di presenza dei componenti la nuova commissione. Una proposta puntualmente bocciata dallo stesso Simone Vigni.
Difendere i diritti degli uomini e delle donne, combattendo ogni forma di discriminazione o emarginazione, sono principi per noi irrinunciabile, che non debbono però essere strumentalizzati per tornaconto politico, creando l’ennesimo apparato, ma guidare verso concrete azioni di governo cittadino.
Così mentre in Italia il premier del PD si batte per snellire e ridurre gli apparati politici, per contenere i costi della politica, a Siena il PD ne crea di nuovi. Non che la cosa sia una novità, l’esercizio del potere tramite i vari “carrozzoni” è cosa nota, ma almeno i dirigenti di quel partito siano coerenti tra ciò che dicono e quello che fanno.
Luciano Cortonesi
Massimo Bianchini
Marco Falorni
Pietro Staderini
Andrea Corsi
Eugenio Neri
Giuseppe Giordano
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