“Tale riforma appare volta a dare all’Ateneo stabilità finanziaria, trovando le soluzioni migliori per ripianare, per il presente, le passività accumulate nel corso di anni, e tutelare al massimo possibile, per il futuro, il lavoro di centinaia di persone che, a vario titolo, operano dentro l’Ateneo o vi ruotano intorno; tema al quale, come MCL, sono molto affezionato”.
“L’autoriforma necessaria portata avanti dal Rettore Focardi – cui va la mia esortazione ad andare avanti con coraggio – non può non essere salutata con favore da chi abbia nel ‘riformismo possibile’ e non nel veterosindacalismo novecentesco una delle proprie stelle polari”, ha affermato Costalli.
“La tanto vituperata riforma Gelmini qui non c’entra, o c’entra davvero in minima parte, essendo del tutto improprio il richiamo fatto dalle varie parti alla 133, nella quale non risiede la vera ragione del drastico accorpamento dell’offerta formativa che l’Ateneo senese cerca, da qualche tempo, tra mille resistenze, di realizzare”.
“La vera ragione, il vero “bubbone” è l’aver vissuto per anni, forse per decenni, al di sopra delle proprie reali possibilità, trasformando l’Università in un datore di lavoro ‘omnibus’ e tradendo la sua originaria ‘missione’ di promozione del Sapere: è forse il caso di ricordare che lo Studium senese era originariamente ubicato in via della Sapienza, che proprio dalla presenza della Universitas aveva preso tale nome!”
“Non sappiamo se a tale ristrutturazione della didattica, sui cui numeri sorvoliamo, dovranno far seguito ulteriori esuberi di personale tecnico-amministrativo, nell’ipotesi (non proprio remota) che tale comparto sia numericamente pletorico rispetto alle reali esigenze dell’Università, del suo corpo docente, dei suoi studenti”, ha continuato il leader del MCL.
“Al Rettore Focardi, al Consigliere Cantagalli – nome di spicco della cultura senese e punto di riferimento dell’editoria cattolica – ed a tutti gli uomini e le donne di buona volontà ai quali stiano davvero a cuore la sopravvivenza e l’efficienza di una delle Istituzioni più antiche e prestigiose della Città di Siena va quindi, il mio pieno sostegno”.
“Dispiace che non la pensi così anche l’UDC toscano, che, proprio in questi giorni, per mezzo del suo Consigliere Regionale Titoni, ha presentato un’interrogazione urgente al Presidente della Giunta Regionale, invitandolo a chiedere contezza al Rettore Focardi ed al Senato Accademico che lo sostiene delle ‘reiterate scelte strategiche gestionali di tutti questi anni”, proprio mentre questo Rettore e questo Senato provano a salvare il sistema da se stesso!”
“Noi scegliamo la strada difficile, la strada tutta in salita della difesa dell’autoriforma ‘possibile’ messa in campo da Focardi, dal Cda, dal Senato Accademico, a monte e non a valle della ‘riforma Gelmini’, avente per unico fine quello di garantire alle generazioni future la migliore Didattica e la migliore Ricerca, da cui deriveranno future nuove possibilità di lavoro”.
“Quanto alla prima, la razionalizzazione e l’efficientamento dei corsi garantirà comunque, anche a quegli studenti che avevano intrapreso percorsi didattici triennali o quinquennali in via di definitivo accorpamento, il proseguimento degli studi”.
“Quanto alla seconda, il modello è ormai quello dello spin-off o della joint-venture tra Atenei e società private o misto pubblico-private, nelle quali ultime troviamo le Province, i Comuni, le Camere di Commercio, gli Istituti di Credito locali”
“Nella città del Palio sarebbe strategico un ruolo attivo del Monte dei Paschi di Siena che, pur nelle difficoltà proprie della congiuntura economico-finanziaria, sembra esitare nel fornire il necessario sostegno all’Università e al suo Rettore, non ricordando la propria vocazione di Banca legata al territorio, ai suoi bisogni, alle sue necessità”.
“Sarebbe singolare e non privo di conseguenze se l’aiuto all’Ateneo, in questo momento cruciale per la sua sopravvivenza, pervenisse da parte di altro Istituto di Credito”, ha concluso Costalli.