L'ex assessore porta ad esempio alcune scelte che avrebbero potuto "aiutare" nella gestione del Comune
SIENA. Siena chiede progetti e soluzioni per uscire dalla grave crisi in cui è piombata. I senesi sono stanchi dei rinfacci di responsabilità, anche perché sanno come i professionisti della politica sono capaci di mistificare la realtà delle cose, mostrando uno scenario dove tutti hanno ragione e nessuno ha sbagliato.
Guardiamo al futuro e voltiamo pagina, ma per favore facciamo tesoro delle esperienze del passato, come ci hanno insegnato i nostri avi! La svolta che tutti cerchiamo non può essere avulsa da una seria e profonda riflessione sulle cause che hanno portato a questa situazione, altrimenti corriamo il rischio di ripetere gli errori fatti.
I senesi mi consentiranno, perciò, di tornare su un argomento su cui mi sono speso molto: la gestione del patrimonio immobiliare del Comune di Siena. Un tema caro anche al Commissario Laudanna. Anche perché, come in tutte le famiglia perbene, quando si è in difficoltà si cerca di trarre beneficio dal patrimonio che si possiede. Come si farebbe a casa nostra, non sempre la vendita è però la soluzione migliore e, forse, si potrebbe fare a meno anche di qualche locazione che pesa sulle casse comunali.
Una gestione innovativa delle politiche patrimoniali che espressi in tempi non sospetti (giugno 2011) al neosindaco Ceccuzzi. Un’opera di censimento, rivalutazione delle locazioni e valorizzazione del vasto patrimonio immobiliare di proprietà del Comune di Siena, in modo da ottenere risparmi e reddito reale ed immediato. Uno sfruttamento dei beni che ne evitasse la semplicistica vendita, o meglio svendita, visti i prezzi che oggi offre il mercato.
Una proposta, purtroppo, come altre, mai presa in considerazione.
Torno sull’argomento perché sono convinto che, prima di toccare ancora il portafoglio dei senesi con nuove tasse, si doveva avere la coscienza di aver percorso tutte le strade possibili. Siccome questo non è avvenuto, noi senesi oggi paghiamo anche per la cocciutaggine e la presunzione di certi amministratori illuminati.
Faccio un esempio per farmi comprendere meglio: la vendita del palazzo in Via S. Marco (circa 600 mq. distribuiti su tre piani).
Un anno fa (era il giorno 11.10.2012), in occasione di un sopralluogo all’immobile, proposi ad una nutrita delegazione di tecnici ed amministratori guidati dal sindaco di non vendere l’edificio. Come alternativa, proposi una ristrutturazione con lo scopo finale di affittare i sei appartamenti che si sarebbero ottenuti. Appartamenti per i quali esisteva già da tempo un progetto. Con i proventi delle locazioni a valore di mercato (600/700 € mese), si sarebbe potuto pagare il finanziamento per i lavori di recupero. Un piano finanziario semplice, che non avrebbe pesato sul bilancio del Comune ed avrebbe contemporaneamente soddisfatto la sete di locazioni di tante famiglie. Come ultimo aspetto, ma non per questo meno importante, l’operazione avrebbe potuto garantire un introito di circa 30/40.000 euro l’anno.
A nulla servì il mio tentativo di persuasione, e così la giunta decise di procedere alla vendita del palazzo.
La prima asta è andata deserta, così è stata espletata la seconda con la base d’asta di €. 1.182.449,70 (meno di 2.000 € al metro quadrato).
L’11 settembre scorso anche la seconda asta è andata deserta. A questo punto, la procedura prevede la possibilità di procedere alla ricerca di un acquirente tramite una trattativa privata, ovviamente ad un prezzo ancora più basso. Dietro a questa situazione, i più maliziosi potrebbero individuare addirittura un’operazione speculativa. Fortunatamente il sindaco non c’è ed il Commissario, da buon padre di famiglia, sembra orientato verso la sospensione della vendita.
Sui banchi di scuola, eravamo soliti terminare le dimostrazioni con “C.V.D.” (come volevasi dimostrare). Anche qui si è dimostrato come la presunzione di conoscere le scelte migliori per il Comune abbia prevalso sul buon senso che, lo ripeto, avrebbe fatto contente 6 famiglie in cerca di alloggio, mantenendo la proprietà di un bene addirittura recuperato ed incrementato del suo valore.
Nel giugno scorso, all’indomani delle dimissioni del sindaco Franco Ceccuzzi, dissi che la città avrebbe avuto bisogno di alcuni mesi per capire chi effettivamente aveva tradito le loro aspettative. Adesso il panorama, per chi lo vuol vedere, è già sufficientemente chiaro. Le nebbie e le bugie si stanno diradando. Coloro che oggi non vedono la realtà sono quelli che semplicemente non vogliono aprire gli occhi. O che hanno interesse a non farlo.
Luciano Cortonesi