Dopo le 27 richieste di rinvio a giudizio il commento del candidato di Lcs, Lista per Corradi e Nuovo Polo
SIENA. “Leggo delle 27 richieste di rinvii a giudizio sulla vicenda universitaria (nell’ambito di un’inchiesta che vede ben 82 indagati) come il necessario e doveroso passaggio affinché sia fatta luce, una volta per tutte, sul dissesto dell’Ateneo senese. L’esigenza di chiarezza è oramai, improcrastinabile, così come non sono più rimandabili le resposabilità di chi ha provocato un simile danno a Siena”. Questa l’opinione del candidato sindaco della coalizione Liste Civiche Senesi, Lista Per Corradi, Nuovo Polo, Gabriele Corradi alla notizia delle richieste di rinvii a giudizio per i 27 indagati nel fascicolo giudiziario sul dissesto dell’Università di Siena.
“Questa dissennata gestione – continua Corradi – non ha prodotto solo un immediato danno economico sulle buste paga di incolpevoli dipendenti: il disastro economico si sta ripercuotendo su tutto il tessuto economico locale. E’ bene, però, ricordare che le responsabilità vanno ricercate anche altrove. Anni e anni in cui il potere politico che ha amministrato questa città – in particolar modo il partito al quale apparteneva ed appartiene Ceccuzzi (segretario del Pd comunale fino all’agosto 2010) è stato cieco verso ciò che succedeva là dentro e questo vuol dire avere precise responsabilità politiche e morali”.
“Non ci stupiscono le dichiarazioni di esponenti del PD che parlano di tagli agli stipendi “accettati” dai dipendenti – dice ancora il candidato – tali affermazioni non fanno altro che dimostrare il totale scollegamento della coalizione che sostiene Ceccuzzi con la realtà e, soprattutto, la non volontà di entrare nel merito del problema. Non abbiamo mai letto da parte di Ceccuzzi dichiarazioni con cui chiedeva i nomi di chi ha messo in ginocchio la nostra Università, perché? Il compito di vigilare e denunciare quello che stava accadendo sarebbe dovuto spettare anche direttamente allo stesso Ceccuzzi, dato che ha avuto ruoli politici di primo piano in quegli anni. Invece nulla di tutto ciò è stato fatto e l’unica certezza che certe gestioni scellerate hanno prodotto, è stata le mannaia economica sugli stipendi.. Noi non siamo giustizialisti, ma di un tale disastro è l’ora che qualcuno ne risponda”.