L'Università rinuncia ai servizi per motivi di bilancio

SIENA. (a. m.) I sessantaquattro lavoratori della Cooperativa Solidarietà sono senza lavoro dal 2 di aprile. E’ il risultato dei tagli effettuati dall’Università per cercare di migliorare i suoi bilanci. Tra di essi vi sono anche trenta disabili, di cui quattordici con gravi handicap per i quali lavorare aveva anche una funzione di recupero. Per evitare la completa emarginazione di queste personesecondo i sindacati – che staamane (9 aprile) hanno tenuto una conferenza stampa sulla situazione della cooperativa, la Provincia di Siena sta cercando una soluzione. Anche se per il momento il progetto è ancora incerto, come hanno sottolineato i sindacati.
Il problema generale è che altri posti di lavoro sono stati cancellati in nome degli equilibri di bilancio dell’ateneo che secondo i sindacati si sarebbero potuti raggiungere operando in altri settori. Eppure, è stato detto da alcuni dipendenti della cooperativa “i servizi mancano, gli studenti si lamentano e nessuno risponde al telefono”.
Per il momento i sessantaquattro sono in cassa integrazione anche se non mancano timori che, se non verrà rifinanziata, per loro si aprirà la difficile strada della mobilità.
“In città – ha puntualizzato Massimo Beccari del settore funzione pubblica della Cgi l- sono sparite istituzioni che possano fare da sponda per salvaguardare il lavoro. Si taglia il lavoro, il taglia sul sociale e si prendono i soldi dove è più facile trovarli”.
Le preoccupazione sono forti anche per chi è rimasto a lavorare per la cooperativa che svolge analoghi servizi alla Novartis, alla Bassilichi, alla Triganò, alla Asl e alla Usl. Annch’essi a rischio-tagli.
Il problema generale è che altri posti di lavoro sono stati cancellati in nome degli equilibri di bilancio dell’ateneo che secondo i sindacati si sarebbero potuti raggiungere operando in altri settori. Eppure, è stato detto da alcuni dipendenti della cooperativa “i servizi mancano, gli studenti si lamentano e nessuno risponde al telefono”.
Per il momento i sessantaquattro sono in cassa integrazione anche se non mancano timori che, se non verrà rifinanziata, per loro si aprirà la difficile strada della mobilità.
“In città – ha puntualizzato Massimo Beccari del settore funzione pubblica della Cgi l- sono sparite istituzioni che possano fare da sponda per salvaguardare il lavoro. Si taglia il lavoro, il taglia sul sociale e si prendono i soldi dove è più facile trovarli”.
Le preoccupazione sono forti anche per chi è rimasto a lavorare per la cooperativa che svolge analoghi servizi alla Novartis, alla Bassilichi, alla Triganò, alla Asl e alla Usl. Annch’essi a rischio-tagli.