SIENA. Forse non tutti sanno, specialmente tra gli uomini, che le malattie infettive trasmissibili sessualmente non si limitano all’AIDS e malattie affini, ma meno innocue. Soprattutto, non tutti sanno o non sono pienamente consapevoli del fatto che la principale causa di tumori al collo dell’utero è costituita dal virus HPV, recentemente meglio conosciuto come “Papilloma Virus”.
Dai risultati di studi recenti è emerso, infatti, che nella maggior parte dei casi alla base di un tumore al collo dell’utero c’è l’infezione epidemiologica da HPV. Le origini della diffusione di tale virus sono senza dubbio molteplici, ma una delle principale è sicuramente rintracciabile nelle moderne evoluzioni dei rapporti sociali e del comportamento sessuale.
Non è necessario, e certamente non è quello che viene proposto, nessun ritorno al passato né alcuna restaurazione dei vecchi costumi. Esiste soltanto una vera arma da usare contro virus come il Papilloma: informazione.
È per questo motivo che l’equipe medica delle Scotte, che da quasi 30 anni, porta avanti studi su questo virus, ha organizzato un incontro intitolato “Lo screening colpocitologico dopo la vaccinazione HPV”, il quale si terrà questo venerdì (16 ottobre) alle ore 15 presso la Sala delle Balie in Santa Maria della Scala.
Al dibattito sull’importanza di continuare operazioni di controllo anche dopo la vaccinazione HPV parteciperanno Rosa Santopietro e Rosita La Rosa dell’Università di Siena e Angela Ciarrocchi e Anna Maria Valoriani della USL 7.
“La cosa essenziale per la prevenzione da qualsiasi malattia e di conseguenza per la loro diffusione è individuare l’obiettivo delle campagne si sensibilizzazione. E in questo caso l’obiettivo principale sono le ragazze”, spiega il professor Lonzi, moderatore della conferenza stampa di stamattina.
Le ragazze giovani all’inizio del periodo adolescenziale che si trovano alle prese con le prime esperienze sessuali. I piani d’azione attraverso i quali raggiungere questo obiettivo, come spiega di seguito il Professore, sono molteplici e tutti fondamentali per la buona riuscita della campagna informativa: scuola, USL, medici di famiglia e, non ultime a Siena, le contrade – nello specifico le donne – che negli ultimi tempi ha appoggiato campagne notevoli per la promozione del vaccino HPV. E' anche grazie all'impegno di questi nuclei aggregativi così importanti nella struttura sociale di Siena che la città ha potuto estendere la campagna di vaccinazione alle ragazze fino ai 25 anni – e non fino ai 16 come nel resto della Toscana.
“Il vaccino è una delle prime tappe della prevenzione del virus, che comunque deve necessariamente prevedere una serie di altre precauzioni”, precisa la dottoressa Santopietro, secondo la quale la lotta contro le malattie infettive a trasmissione sessuale si gioca innanzitutto su un piano quotidiano e comportamentale. Un atteggiamento corretto e responsabile nei confronti del sesso, un maggiore rispetto di se stessi e degli altri è alla base di qualsiasi azione di prevenzione.
La necessità di un’accurata e approfondita campagna di sensibilizzazione innanzitutto sull’esistenza del virus e, successivamente, della sua prevenzione tramite vaccino, è testimoniata dai dati della sua incidenza nel nostro paese. Ogni anno, infatti, vi sono in Italia dai 3000 ai 3700 nuovi casi di Papilloma virus.
A sostenere il ruolo fondamentale della Scuola nella campagna informativa, è intervenuto Luigi Sebastiani, Dirigente Scolastico Provinciale. “I nostri ragazzi devono sapere, devono conoscere la natura del problema, le sue cause e le sue conseguenze, solo così possiamo pensare di prevenire e non semplicemente di curare il papilloma.” Il professor Sebastiani ringrazia infatti l’Assessore provinciale Garibaldi che ha significativamente coinvolto la scuola nella campagna informativa.
In generale, un atteggiamento responsabile rispetto alla propria sessualità e un’attenta azione di monitoraggio continuativa nel tempo sono le indicazioni che tutte le autorità presenti hanno deciso di dare alle ragazze tra i 12 e i 64 anni, le principali interessate dalla vaccinazione. In particolare, l’importanza di proseguire i controlli anche dopo l’eventuale vaccinazione è il punto forte del dibattito che si terrà venerdì alle ore 15 a Santa Maria della Scala.