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“Ho letto con attenzione – afferma Susanna Cenni – tutte le considerazioni espresse, a mezzo stampa, da Cia, Upa e Coldiretti. Non mi permetto di entrare nel merito della vicenda, della quale si occuperanno gli organi competenti, vorrei solo esprimere la mia più sincera preoccupazione in merito alla difficile situazione che sta vivendo tutto il comparto agricolo, anche a causa della mancata compattezza interna del settore. E’ accaduto a livello nazionale prima, quando alcune associazioni agricole, come Cia e Confagricoltura, hanno manifestato, in maniera separata, contro i pesanti tagli del governo al settore, mentre altre come Coldiretti, si sono allineate, in maniera molto forte, con le posizioni dell’esecutivo. Sta accadendo, ora, anche in Terre di Siena”.
“L’agricoltura senese, in questi anni – continua Susanna Cenni – anche grazie all’unità di intenti del settore, ha saputo posizionarsi e affrontare pesanti scossoni, scegliendo con nettezza la strada della qualità, della sostenibilità delle tecniche colturali e della multifunzionalità. Lo ha fatto con straordinari risultati nell’export, avviando esperienze di filiera corta, contabilizzando decine di denominazioni e quindi di prodotti di qualità. Tutto questo è stato possibile anche grazie alla tenacia di tanti piccoli e piccolissimi produttori agricoli della nostra provincia”.
“Oggi le difficoltà del settore e le sfide che si presenteranno nei mercati esteri – afferma la deputata del Pd – richiedono al sistema agricolo senese di fare uno sforzo in più, per essere più capace di stoccare, trasformare, fornire, far apprezzare e consumare i nostri prodotti. Molto può e deve essere fatto dalle istituzioni, la Provincia in primis. Si può lavorare sugli strumenti, sulla semplificazione burocratica, sul sostegno alle imprese, ma c’è un punto sul quale solo il mondo agricolo stesso può lavorare: la sua unità e il suo rafforzamento”.
“Il Consorzio Agrario, la rappresentanza dentro la Camera di Commercio e tutta l’agricoltura – conclude Susanna Cenni – saranno più forti solo se saranno in grado di esprimere unità e linguaggi comuni. Credo che all’agricoltore senese interessi prima di tutto poter contare su un supporto per il proprio lavoro, un aiuto organizzativo per la commercializzazione in loco o sull’export. E che sia meno interessato al colore della bandiera da esporre. I fatti, purtroppo, ci dicono che questa unità è di difficile realizzazione. Difficile, ma non credo e spero di poter dire non impossibile”.