SIENA. Ci sono luci ed ombre nel bilancio del Consorzio Agrario di Siena. L'organizzazione, nata nel 1901 e che raggruppa come soci un gran numero di imprenditori agricoli della nostra provincia di Siena ed Arezzo, presentato questa mattina il proprio bilancio consolidato del 2007 a Siena, nei locali della propria sede di Via Pianigiani. Il documento è stato approvato anche se riportava un leggero passivo che sarebbe invece stato in attivo se nel 2007 non si fossero inverate tutta una serie di oneri straordinari.
Prima dell'approvazione dei soci hanno tenuto il tradizionale discorso la presidentessa Maria Cristina Rocchi ed il direttore Pietro Pagliuca.
L'analisi di Rocchi è di carattere generale e spazia con continuità dal particolare senese al generale nazionale ed internazionale. il primo dato di fato riguarda l'incontestabile aumento dei mezzi tecnici, portati a salire dal prezzo del petrolio. Anche sementi, mangimi e fertilizzanti stanno subendo questa continua gara al rialzo. "Pensate che il fabbisogno italiano di grano da pasta viene soddisfatto al 40% da importazioni. Noi sappiamo cosa produciamo e come lo facciamo, mentre non possiamo spendere la stessa parola per le produzioni estere". In più il tema delle risorse subisce la questione del caro carubranti. "Se una volta si pensava che il mondo era granda e che le risorse da qualche parte si sarebbero trovate adesso dobbiamo ripensare a produrre di più in casa in modo da avere la risorsa vicina e con minori costi di trasporto".
Il consorzio deve quindi ripondere alle sfide del futuro, "producendo qualità". Continuando quindi nella ricerca e sviluppo. nella cooperazione internazionale, nell'aumento degli investimenti a favore dei soci
La presidentessa ha anche espresso il proprio giudizio personale sulla questione dei bio carburanti. "E' immorale bruciare le risorse alimentari per prodirre energia". Maria Cristina Rocchi ha quindi chiuso l'intervento ricordando che "oggi come 100 anni fa i consorzi agrari sono attuali, visto come il tema della alimentazione sia basilare per la vita". "L'agricoltura fa il suo lavoro, lasciateci lavorare" è stato l'ultimo suo appello.
Il compito di spiegare i dati sistematici del 2007 è toccato al presidente, Pagliuca. Confermato l'aumento di tutti gli elementi della produzione agricola, mentre esistono tutta una serie di intoppi amminstrativi con l'UE a causa di alcune normative sui nitrati risalenti al 1991 e recepite in Italia solo nel 2007. Le vendite vedono il grano duro al 74.9%, il tenero al 8.0%, altri cereali al 12.4% e gli oleaginosi al 4.7%. "Da notare il fallimento della cultura del girasole per biodiesel. Dopo l'esperienza del 2007, deludente, questa cultura è stata praticamente abbandonata". ottima la quantità e la qualità del vino mentre "essendo stato sottovalutato il problema della "mosca degli ulivi" la produzione di olio sarà ridottissima e di bassa qualità".