Lungo dibattito sulla mozione di Pd, Sel, Idv contro omofobia e transfobia
“Un progetto coerente – ha detto l’assessore Betti – con l’obiettivo regionale e provinciale di avvicinare la promozione alla commercializzazione, la domanda all’offerta. L’ambizione è la replicabilità del progetto: se la nostra candidatura venisse accolta, Siena e le altre nove Province faranno da apripista a un progetto che potrà essere esteso ad altre destinazioni termali del Paese. Una candidatura interessante che, se accolta, permetterà anche di creare un know how che rimarrà in dote ad ogni territorio”. Sostanzialmente positiva l’accoglienza del progetto da parte del consiglio. Giovanni Di Stasio (Lega Nord) ha sottolineato la buona ricerca e valutazione sul mercato del turismo che sta alla base del progetto e chiesto attenzione nella fase di realizzazione, mentre Antonio Falcone (Rifondazione – Comunisti Italiani) ha chiesto che, accanto al filone benessere, non si dimentichi l’aspetto scientifico e curativo delle acque termali. Donatella Santinelli (Pdl) ha espresso dubbi sulla messa in funzione della progettualità e chiesto chiarimenti sui soggetti che la porteranno avanti, ma anche sottolineato aspetti postivi della proposta. Il capo gruppo Pd Marco Nasorri, ha evidenziato come positivo il fare sistema tra istituzioni su obiettivi comuni di promozione del territorio.
La mozione su prevenzione e la lotta all’omofobia e transfobia. E’ stata approvata a maggioranza, al termine di un lungo dibattito, la mozione presentata dai consiglieri Marco Nasorri (PD), Roberto Renai (Sinistra Ecologia Libertà), Antonio Giudilli (Di Pietro-IDV), Niccolò Guicciardini e Laura Mannucci (PD) per la prevenzione e la lotta all’omofobia e transfobia. Contrario il consigliere Di Stasio (Lega Nord), che l’ha definita “un testo vuoto e inutile”, mentre i cinque consiglieri del gruppo Pdl hanno scelto la forma del non voto, restando in consiglio. Ad illustrarne il contenuto, il consigliere Pd Niccolò Guicciardini, che ha aperto l’intervento auspicando “che questa mozione, tesa a contrastare ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone omosessuali e transessuali, possa trovare la convergenza di tutte le forze politiche”. In particolare, il testo della mozione, emendato in corso di seduta in alcune sue parti, impegna il consiglio e la giunta ad adottare iniziative utili a far si che la Giornata mondiale contro l’omofobia abbia in provincia di Siena un’adeguata risonanza e il massimo coinvolgimento delle istituzioni; di promuovere iniziative di sensibilizzazione verso la cultura delle differenze, anche nelle scuole e di dotare l’ente di strumenti che rafforzino la sua capacità di contrastare ogni forma di discriminazione determinata dall’orientamento sessuale o dell’identità di genere.
Il dibattito sulla mozione. Ha aperto il dibattito il consigliere Massimo Mori (Pdl), che è partito dalla radice etimologica del termine omofobia contestandone l’accezione usata nella mozione. “Il termine medico e psichiatrico di omofobia indica la paura di essere omosessuale e non l’avversione nei confronti dell’omosessualità. L’intolleranza e la discriminazione è determinata dal voler acquisire per forza un diritto uguale alle coppie transessuali. Rispetto la scelta personale dell’individuo di determinare la sua sessualità, a me ne disturba solo l’ostentazione. Con questa mozione si è invece voluto rimarcare una differenza”. Per il gruppo Pdl sono intervenuti anche il consigliere Lorenzo Rosso – che ha messo in evidenza “le degenerazioni del mondo omossessuale e transessuale” – e il consigliere Francesco Michelotti, che ha ricordato che in Parlamento il Ddl Concia per il contrasto all’omofobia è stato respinto, approvando le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Udc, Lega e Pdl. Questa mozione si basa su due grandi equivoci: l’uso del termine omofobia e la scelta di sottolineare l’orientamento sessuale come discriminante. Si è detto sconcertato il consigliere Pd Nasorri “pensavo che alcune espressioni fossero ormai superate, che si fosse molto più avanti nel riconoscimento dei diritti delle persone, anche nel vivere liberamente la propria sessualità. Parlare di normalità per i transessuali – come ha fatto il consigliere Mori – implica che gli omosessuali non lo siano e che il loro orientamento non sia un diritto, ma qualcosa che al massimo può essere tollerato. Credo sia un segnale di grande regressione culturale”.
Ha allargato l’orizzonte della discussione il consigliere Falcone (Rifondazione – Comunisti Italiani): “Se la società è ‘malata’ dal punto di vista economico, se i valori vengono meno, se prevale l’individualismo sul bene comune, allora si verificano episodi di discriminazione che non dovrebbero accadere”. “Non è stato compreso il fine ultimo di questa mozione – ha detto Renai (Sel) – che voleva prima di tutto affermare un principio di libertà: tutti i cittadini possono essere liberi di manifestare le proprie tendenze. Non è stato colto questo, che tutti siamo liberi e possiamo partecipare insieme ad una libertà più grande. La capacità di una società di migliorarsi non può fermarsi”. “Speravo in un altro livello di discussione – ha sottolineato Giudilli (Idv) invece alcuni consiglieri hanno scelto di attaccarsi all’etimologia dei termini. Mi sarei aspettato anche da Pdl e Lega in un atteggiamento diverso”.
La mozione presentata dal consigliere Antonio Falcone (Rifondazione – Comunisti Italiani) in merito all’attuazione della volontà popolare espressa dal voto referendario del 12-13 giugno 2011 è stata respinta con i voti favorevoli di Idv; Lega Nord; Pdl e Rifondazione e il voto contrario del Pd. Ha scelto di non votare il consigliere di Sel, Renai. Dalla discussione scaturita in consiglio sul testo – che proponeva l’inserimento nello statuto dell’ente della definizione del servizio idrico come servizio pubblico essenziale di interesse generale e la promozione di iniziative per rivedere la gestione di trasporti e dei rifiuti rispettando l’esito della consultazione referendaria – benché il consigliere Falcone avesse parzialmente accolto le proposte di modifica al testo avanzate dalla maggioranza, i gruppi Pd e Sel hanno ritenuto utile presentare un ordine del giorno incidentale che ricalcava la mozione, eccetto nei punti inerenti le competenze della Provincia. Rimane salvo nell’ordine del giorno – approvato con i voti favorevoli di Idv, Pd e Sel e quelli contrari del Pdl; non voto Lega Nord e Rifondazione- Comunisti Italiani) – l’impegno chiesto alla giunta “ad attivarsi con il Parlamento per definire un quadro normativo in linea con la volontà espressa dagli elettori e quindi ad adeguare i dispositivi secondo l’esito dei referendum”.