SIENA. Un consiglio di amministrazione lunghissimo, che ha avuto inizio nella tarda mattinata di oggi (29 settembre) e che è proseguito per tutta la serata. I massimi vertici dell'Università degli Studi di Siena si sono riuniti per affrontare la crisi economica dell'Ateneo. Una crisi i cui numeri non sono ancora stati ufficializzati e che hanno spinto stampa e opinione pubblica a "fare i conti" ipotizzando debiti per svariati milioni di euro. Da 50 a 100.
La questione, negli aspetti fondamentali, è chiara.
Il buco dell'Università deriva dai mancati versamenti Inpdap per i 2300 dipendenti. Versamenti che non sono stati fatti dalla precedente amministrazione – da quella, per capirsi del rettore Piero Tosi – e che sono gravati su questa come un macigno che dovrebbe essere arrivato a pesare circa 50milioni di euro.
E sarebbe questa la cifra "in rosso" se la questione si fosse fermata qui. Invece, sempre la precedente amministrazione pare avesse patteggiato con l'Inpdap una rateizzazione del debito: 8milioni di euro l'anno per dieci anni. Totale: 80milioni di euro.
Adesso come stanno le cose?
Da questo consiglio di amministrazione dovrebbe uscire non solo il conteggio esatto del debito – cosa auspicata dalle istituzioni locali (Comune e Provincia) – ma anche la modalità per coprirlo.
Nei giorni scorsi, sulle testate giornalistiche nazionali si era ventilata l'ipotesi di mettere in vendita il complesso di San Niccolò. L'ex ospedale psichiatrico, da poco ristrutturato, accoglie ad oggi la facoltà di Ingegneria ed alcuni dipartimenti di Lettere.
Un mega insediamento universitario costato una lunga ristrutturazione e diventato uno dei fiori all'occhiello dell'Ateneo senese. Valutazione: 100milioni di euro.
C'è già chi piange per questa scelta e c'è chi la giudica una vera follia per le ripercussioni negative che potrebbe avere sulla didattica.
Di questa ipotesi si sta discutendo nel cda di oggi (29 settembre). Una discussione interrotta, per qualche minuto, da un gruppo di studenti che, irrompendo circa un'ora dopo l'inizio della riunione ha chiesto a gran voce le dimissioni di Focardi.
Gli studenti hanno dichiarato di essere offesi del fatto che la notizia del "buco" dell'Ateneo è giunta dalla stampa e che nessuno, all'interno dell'istituzione si era preoccupato di informare la rappresentanza studentesca, come quella dei dipendenti.
In effetti, la cosa che maggiormente ha stupito di questa vicenda è che, fino ad una settimana fa, nessuno sapesse della crisi economica in cui versava l'Università di Siena. Si era discusso più volte nei cda che si erano susseguiti fino ad oggi, di queste difficoltà economiche, ma mai si era dato un "valore" alla crisi.
Anche i dipendenti dell'Ateneo erano all'oscuro di quanto stava per accadere ed oggi vivono nell'angoscia.
Dopo la rimozione dei due responsabili del settore Ragioneria e del settore Contabilità – il posto è stato preso dal responsabile amministrativo Loriano Bigi – si attendono nuove decisioni collegiali. Per dare risposte alla città e per risollevare le sorti – anche economiche – del prestigioso ateneo.
La questione, negli aspetti fondamentali, è chiara.
Il buco dell'Università deriva dai mancati versamenti Inpdap per i 2300 dipendenti. Versamenti che non sono stati fatti dalla precedente amministrazione – da quella, per capirsi del rettore Piero Tosi – e che sono gravati su questa come un macigno che dovrebbe essere arrivato a pesare circa 50milioni di euro.
E sarebbe questa la cifra "in rosso" se la questione si fosse fermata qui. Invece, sempre la precedente amministrazione pare avesse patteggiato con l'Inpdap una rateizzazione del debito: 8milioni di euro l'anno per dieci anni. Totale: 80milioni di euro.
Adesso come stanno le cose?
Da questo consiglio di amministrazione dovrebbe uscire non solo il conteggio esatto del debito – cosa auspicata dalle istituzioni locali (Comune e Provincia) – ma anche la modalità per coprirlo.
Nei giorni scorsi, sulle testate giornalistiche nazionali si era ventilata l'ipotesi di mettere in vendita il complesso di San Niccolò. L'ex ospedale psichiatrico, da poco ristrutturato, accoglie ad oggi la facoltà di Ingegneria ed alcuni dipartimenti di Lettere.
Un mega insediamento universitario costato una lunga ristrutturazione e diventato uno dei fiori all'occhiello dell'Ateneo senese. Valutazione: 100milioni di euro.
C'è già chi piange per questa scelta e c'è chi la giudica una vera follia per le ripercussioni negative che potrebbe avere sulla didattica.
Di questa ipotesi si sta discutendo nel cda di oggi (29 settembre). Una discussione interrotta, per qualche minuto, da un gruppo di studenti che, irrompendo circa un'ora dopo l'inizio della riunione ha chiesto a gran voce le dimissioni di Focardi.
Gli studenti hanno dichiarato di essere offesi del fatto che la notizia del "buco" dell'Ateneo è giunta dalla stampa e che nessuno, all'interno dell'istituzione si era preoccupato di informare la rappresentanza studentesca, come quella dei dipendenti.
In effetti, la cosa che maggiormente ha stupito di questa vicenda è che, fino ad una settimana fa, nessuno sapesse della crisi economica in cui versava l'Università di Siena. Si era discusso più volte nei cda che si erano susseguiti fino ad oggi, di queste difficoltà economiche, ma mai si era dato un "valore" alla crisi.
Anche i dipendenti dell'Ateneo erano all'oscuro di quanto stava per accadere ed oggi vivono nell'angoscia.
Dopo la rimozione dei due responsabili del settore Ragioneria e del settore Contabilità – il posto è stato preso dal responsabile amministrativo Loriano Bigi – si attendono nuove decisioni collegiali. Per dare risposte alla città e per risollevare le sorti – anche economiche – del prestigioso ateneo.