SIENA. Durante il consiglio dello scorso 18 dicembre sono state accorpate due interrogazioni distinte, ma convergenti sullo stesso tema: la situazione generale di Banca e Fondazione MPS. La prima a firma di Giuseppe Giordano (Siena Rinasce), Pietro Staderini e Andrea Corsi (Moderati di Centrodestra), e l’altra, oltre ai gruppi Siena Rinasce e Moderati di Centrodestra, anche da Massimo Bianchini di Nero su Bianco. Rispetto allo scenario complessivo, Corsi ha ripercorso le vicende di cronaca successive alla pubblicazione dei risultati di esercizio della “valutazione approfondita”, che la Banca Centrale Europea ha condotto in collaborazione con le autorità di vigilanza nazionali, con particolare preoccupazione per le eventuali future operazioni di aggregazione cui potrebbe essere sottoposta la Banca e per la tenuta dei livelli occupazionali. Corsi, ribadendo il legame dell’istituto con il territorio, “rappresentato dalla Fondazione, seppur affievolito nel tempo a causa della vendita di gran parte delle quote di partecipazione per fronteggiare il debito contratto dalla gestione del presidente Mancini e l’aumento di capitale necessario con l’acquisizione di Banca Antonveneta”, e con il Comune “a tutti gli effetti un portatore di interessi della Fondazione, anche ai sensi del Codice Etico vigente a Palazzo Sansedoni”, ha chiesto al sindaco “quali azioni abbia intrapreso con il presidente di Fondazione MPS, Marcello Clarich, con gli altri enti nominanti la Deputazione, e con eventuali soggetti istituzionali, a partire dal Governo, nonché quali indicazioni darà ai propri designati, per tutelare il patrimonio di Banca MPS, con sede legale e operativa a Siena, compresi i livelli occupazionali”. Corsi, inoltre, ha chiesto informazioni circa le ragioni e le argomentazioni dell’incontro del 3 novembre scorso, tenutosi nella sede del PD di via Rosi “alla presenza del sottosegretario all’Editoria, Luca Lotti, del segretario toscano Parrini, dei consiglieri regionali Monaci, Pugnalini e Spinelli, dei deputati Cenni e Dallai, del segretario provinciale Guicciardini, di quello comunale Masi e del sindaco di Siena Valentini”.
Il sindaco, Bruno Valentini, ha risposto ricordando agli interroganti che ” quello che compete alla politica è il ruolo di indirizzo. Un indirizzo che deve avere uno scopo ben preciso: la tutela del territorio e delle aziende di riferimento. Dobbiamo avere questo scopo, però, rispettando l’articolo 7 dello statuto della Fondazione. E, soprattutto, dobbiamo rispettare un principio fondamentale: la distinzione delle decisioni politiche da quelle tecniche. In passato l’anomalia della politica che aveva l’arroganza di dare gli indirizzi tecnici ha prodotto la situazione drammatica che oggi ci troviamo a vivere. Quegli errori non possono essere ripetuti. Partendo da questi principi – ha sottolineato il Sindaco – quello che più volte ho evidenziato è la necessità di salvaguardare la Banca MPS. In particolare, in virtù dell’importanza che questa azienda ha per il nostro territorio. Il mantenimento della direzione generale a Siena è, a mio avviso, fondamentale e la salvaguardia dei dipendenti non può essere messa in secondo piano. Questo è quanto ho detto sia agli altri enti nominanti sia agli organismi della Fondazione stessa. MPS è, di fatto, la terza banca italiana e la prima azienda toscana con ventiseimila dipendenti e milioni di clienti. Ne consegue che le vicende della Banca riguardano l’intero paese e il Governo non può stare a guardare. Il governo deve svolgere un’attenta azione di vigilanza, e, quando necessario, attuare tutte le iniziative utili a evitare atti speculativi che fanno male all’azienda. Per quanto riguarda l’incontro ricordato dal consigliere – ha proseguito Valentini – vorrei sottolineare che essendo Banca MPS l’azienda più importante della nostra Regione ci è sembrato opportuno confrontarci strategicamente anche sul piano politico. Un procedere da non interpretare come la classica interferenza della politica sul potere bancario, bensì come atto di grande responsabilità nei confronti del nostro territorio e per il suo futuro. Nessuna ingerenza, quindi, bensì il diritto, che io rivendico, di giudicare, criticare e incalzare il management, perché altrimenti, se non lo facessimo, significherebbe non cercare, per quanto difficile, di influire sulle grandi scelte economiche delle aziende che operano nella nostra realtà o che vi si potrebbero insediare”.
Nella sua replica Andrea Corsi, che si è dichiarato insoddisfatto, nel ringraziare Valentini per la risposta “piena di propositi giusti su cui è indubbio che siamo d’accordo”, ha però rimarcato che “se ci prefiggiamo certi risultati, diversa, probabilmente, è l’idea che abbiamo sugli strumenti e metodi da adoperare per il loro raggiungimento. Vorrei che per questi obiettivi si adoperasse nel suo ruolo di Sindaco e non da iscritto al PD”.