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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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Consiglio Comunale: le interrogazioni e i dibattiti di oggi

Dalla gestione del galoppatoio di Pian delle Fornaci alle spese sostenute dal Comune per gli incarichi legali esterni

SIENA. Numerosi, come sempre, i temi affrontati durante la seduta del Consiglio Comunale di Siena che si tiene in queste ore nella sala del Capitano di palazzo Pubblico. Di seguito gli argomenti trattati.

La fermata degli autobus all’edificio lineare della Stazione ferroviaria è stata oggetto dell’interrogazione presentata da Laura Vigni durante la seduta consiliare di questo pomeriggio. In relazione al fatto, come ha ricordato la consigliera, che da qualche tempo la fermata in questione risulti soppressa, costringendo i viaggiatori a salire e scendere a quella successiva, posta dopo la rotatoria all’inizio di viale Mazzini, con conseguenti difficoltà, soprattutto se devono trasportare bagagli fino alla stazione.

La Vigni, nel chiedere se tale scelta è dovuta a fattori contingenti e se prelude a modifiche definitive, ha domandato, anche, se non si ritiene necessario collocarla  in un luogo più sicuro e comodo.

L’immobile, come ha ricordato l’assessore al Traffico e ai Trasporti, inaugurato nel 2007, ospita attività e funzioni sia pubbliche sia private per le quali è stato costituito il condominio, di cui il Comune fa parte dal 2012,  denominato Edificio Lineare Porta Siena. L’Amministrazione è interessata alla gestione del Condominio per la presenza, interna al fabbricato, della risalita meccanizzata che collega la Stazione ferroviaria con l’Antiporto di Camollia e di alcuni spazi comuni e impianti tecnici. La viabilità al livello meno 2, che si sviluppa sulla strada di scorrimento parallela al sottopasso di Piazzale Rosselli sulla quale  transitano ed effettuano fermata (già dall’apertura dell’edificio) le linee urbane di trasporti pubblico locale, ha registrato, fin dall’inizio, problemi di ordinaria e straordinaria manutenzione per quanto riguarda il manto stradale, ma anche per le griglie di caditoia per la raccolta delle acque meteoriche e i chiusini in ghisa di dimensioni non corrispondenti alla normativa per la carrabilità della strada.  Per questo la via ha subito, nel corso degli anni, e sempre su pressanti richieste da parte del Comune, numerosi interventi manutentivi che, purtroppo, non hanno risolto i problemi di degrado e scivolosità della pavimentazione, e di ristagno delle acque meteoriche e provenienti dal sottosuolo. A tutto questo si è poi sommato il deterioramento causato dal transito dei veicoli, determinando una situazione non accettabile per la sicurezza degli stessi mezzi, e per questo l’interdizione ai bus locali spostando la fermata a monte dell’edificio. Una scelta tampone, in attesa che l’amministratore del Condominio affidasse a uno studio tecnico l’individuazione di una risoluzione definitiva alle problematiche presenti.

E’ di oggi il sopralluogo al quale è stato chiamato il Comune per conoscere l’intervento individuato dai tecnici, e durante il quale  è stato comunicato che la  riapertura alla viabilità per il trasporto pubblico avverrà prima del prossimo Palio di luglio.

La consigliera Vigni nel dichiararsi parzialmente soddisfatta perché, come ha evidenziato, la fermata in quel luogo va comunque ripensata, in modo da renderla più sicura, soprattutto durante le ore notturne, ha chiesto di analizzare, in apposita Commissione consiliare,  la situazione  complessiva di Piazzale Rosselli.

Nell’interrogazione presentata, Eugenio Neri e Giuseppe Giordano hanno chiesto informazioni sulle spese sostenute dall’Amministrazione per gli incarichi legali esterni.

Nello specifico, considerata la delibera, dello scorso febbraio, con la quale è stato approvato il Regolamento dell’Avvocatura comunale e i fini perseguiti dall’atto per un efficientamento dei servizi legali interni, la valorizzazione delle professionalità esistenti, nonché un’opportuna riduzione di spesa per le casse comunali, Giordano ha chiesto di conoscere la spesa per gli affidamenti esterni, sostenuta dal 2004 a oggi. Ma anche informazioni relative alle procedure utilizzate per l’individuazione dei consulenti legali, i nomi e gli importi ad essi corrisposti, oltre le professionalità interne che dal 2004 hanno lavorato per il servizio di avvocatura. Infine se in Comune vi sono altre figure in possesso dei necessari requisiti curriculari alle quali non sono state assegnate tali mansioni.

Dalla risposta del Sindaco gli incarichi esterni hanno comportato le seguenti somme: 255.183,74 per il 2004, 320.557,65 per il 2005, 214.009,04 per il 2006, 392.175,70 per il 2007, 265.166,59 per il 2008, 250.627,77 per il 2009, 226.775,03 per il 2010, 177.359,57 per il 2011, 113.536,54 per il 2012, 180.325,04 per il 2013 e fino a questo mese di aprile 28.980,65 euro. Negli anni la procedura utilizzata è stata, quindi, l’incarico fiduciario da parte del Sindaco, quale rappresentante dell’Ente: in questo senso la giurisprudenza prevalente ha affermato che le prestazioni, qualora affidate singolarmente, non possano qualificarsi quali appalti di servizi; diversamente si potrà configurare un appalto di servizi qualora l’incarico non si limiti al patrocinio legale, ma venga affidato al professionista un servizio legale ampio e organizzativo. Intendendo per consulente legale un professionista incaricato dal Comune, come ha spiegato il primo cittadino, di fornire consulenza mediante redazione di parere scritto, l’amministrazione comunale, nel periodo richiesto, ha incaricato, con delibera di giunta n. 440 del 2011, un unico professionista al quale è stato affidato il compito di redigere specifico parere su una materia di particolare complessità (Soc. Aeroporto di Siena), per un progetto di notula di 4.075,20 euro in corso di liquidazione. Per quanto riguarda, invece, l’attività di consulenza  scritta e orale questa, nel corso degli anni, è stata prestata dal servizio legale interno e, al di là della consulenza sopradetta, gli incaricati per la rappresentanza processuale del Comune sono stati circa dieci,  specializzati in diritto amministrativo, con particolare riguardo a urbanistica, lavori pubblici e materie di diritto civile.  Il Servizio legale del Comune dal 2004, nel corso degli anni, ha provveduto, tra l’altro, a esercitare attività di consulenza legale alle varie direzioni e assessorati, attività di assistenza stragiudiziale, di esecuzioni immobiliari e deduzioni difensive al Presidente della Repubblica, limitando, così, gli incarichi esterni solo alla rappresentanza processuale;  fino all’inizio del 2014 è stato composto da due dipendenti: un funzionario giuridico e un istruttore direttivo, ai quali, dall’inizio dell’anno, si è aggiunto un funzionario giuridico.  Dalla prossima settimana, visto il giuramento che si appresta a fare l’avv. Anna Sardelli, la dipendente potrà, finalmente, patrocinare le cause per conto del Comune.

Il consigliere Giuseppe Giordano, nell’evidenziare al consesso che le cifre enunciate si commentano da sole, e ritenendo imbarazzanti le  spese sostenute in passato, ha accolto favorevolmente il fatto che il patrocinio legale sia da ora in poi svolto internamente. Auspicando che la spesa si riduca progressivamente ha invitato il Sindaco, nel caso si presentasse la necessità di incarichi fiduciari, di allargare la platea dei professionisti tra i quali poter scegliere, perché molti sono i soggetti meritevoli. 


Con l’interrogazione presentata Marco Falorni, partendo da quanto sancito nell’art. 67 della Costituzione dove si legge che ogni membro del Parlamento “esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”, così da garantire la più ampia libertà compresa quella di parlare a titolo personale e anche in disaccordo con le posizioni del gruppo di appartenenza, ha chiesto se i diritti dei singoli consiglieri ad agire senza vincolo di mandato sono rispettati.

Un quesito che, per Falorni, trova origine dalla discrasia di quanto contenuto nel Regolamento di disciplina e organizzazione dell’attività del Gruppo consiliare del PD al Consiglio comunale di Siena per il mandato 2013-1018, visto che l’art. 2 prevede che “ogni aderente al Gruppo nello svolgimento della sua attività consiliare si attiene agli indirizzi (…) deliberati dagli organi dello stesso che sono vincolanti”.

A rispondere è stato il Sindaco (in base ad un principio di competenza definito dal Segretario Generale), che, nel confermare che i diritti dei consiglieri ad agire senza vincolo di mandato sono pienamente rispettati,  e richiamando la normativa che nel dettaglio entra nel merito: dalle norme statutarie e regolamentari dell’Ente alla legge 81 del 1993  fino  al Testo unico degli enti locali, ha spiegato che è il presidente del Consiglio comunale ad avere il ruolo di sorvegliare e che è proprio  la sua funzione istituzionale  a delinearlo come garante del regolare funzionamento del consesso, e dell’ordinato svolgersi della dialettica tra le forze politiche. Altra questione, invece,  quella che riguarda i diritti di natura politica che si sostanziano nell’adesione volontaria e individuale dei singoli consiglieri a un gruppo consiliare che presenta un’autonoma podestà regolamentare e di indirizzo garantita dall’art. 49 della Costituzione e che non può essere limitato da un organo le cui funzioni sono determinate dal legislatore. In sostanza il Presidente del Consiglio comunale non è chiamato  a esercitare controlli sulle decisioni autonome dei gruppi, l’appartenenza o meno a questi, o per disciplinare la loro ordinaria attività; il Presidente opera ai sensi dell’art. 42 del Regolamento e in conformità agli obblighi derivanti dalla sua carica che traggono fondamento nelle disposizioni di legge.

Marco Falorni, nel dichiararsi assolutamente insoddisfatto, anche perché a rispondere non è stato il Presidente del Consiglio, bensì il Sindaco, ha sottolineato che la libertà dei gruppi non può prescindere dalla conformità alla legge e alla Costituzione.

All’attenzione del Consiglio comunale, con un’interrogazione a firma di Eugenio Neri, Giuseppe Giordano e Andrea Corsi, il progetto per la costruzione di un impianto anaerobico con recupero energetico di biogas nello stabilimento per il trattamento dei rifiuti  di Pian delle Cortine.

I consiglieri, riferendo di aver appreso la notizia da un articolo pubblicato lo scorso marzo su La Nazione, così come dell’allarme suscitato nella popolazione, hanno fatto notare che anche il nostro territorio comunale, confinante con quello di Asciano, sarebbe interessato sotto il profilo dell’impatto ambientale.

Neri ha quindi chiesto che il Consiglio comunale sia informato dettagliatamente su questa progettazione che, tra l’altro prevedeva entro aprile, come riferito dalle dichiarazioni alla stampa di Fabio Menghetti direttore tecnico di Sienambiente, la stesura di un progetto definitivo  da sottoporre all’approvazione della Conferenza dei servizi. Richiesto, inoltre, il punto di vista dell’Amministrazione comunale e se abbia reso noto, in atti o incontri, il contenuto di questa progettazione.

Nella sua risposta l’assessore ai Lavori pubblici ha evidenziato che l’integrazione dell’impianto di compostaggio di Pian delle Cortine  con la sezione di digestione anaerobica, già prevista  nello schema del nuovo Piano interprovinciale adottato dai Consigli provinciali di Siena, Arezzo e Grosseto nel mese di gennaio, consentirebbe la massima valorizzazione della raccolta differenziata per la produzione di compost di qualità, energia elettrica e calore, integrando e completando la struttura già esistente. Sarebbe, quindi, la migliore soluzione come testimonia la  diffusione di queste tecnologie nei paesi europei più avanzati in materia di gestione dei rifiuti e tutela dell’ambiente, così come  l’inserimento all’interno delle BAT (migliori tecnologie disponibili) previste dalle direttive europee. Un ulteriore contributo all’obiettivo di avviare al riciclo almeno il 50% dei materiali entro il 2020.

Il progetto, presentato li 7 febbraio 2013 all’Amministrazione provinciale, e pubblicizzato secondo le modalità previste dalla legge, non prevede procedure di valutazione perché non presenta aspetti negativi e significativi sull’ambiente, né prevede incremento della potenzialità di trattamento. L’implementazione progettata, consente, infatti, di rendere la struttura esistente allineata alle linee guida ministeriali relative a questi impianti. Dal punto di vista ambientale, studi scientifici ampiamente condivisi, dimostrano che il bilancio di massa delle materie utilizzate e delle emissioni derivanti è a netto vantaggio dei processi che prevedono il ricorso alla combinazione della digestione anaerobica  e trattamento aerobico, rispetto a quelli che prevedono il solo trattamento aerobico. Il vantaggio ambientale sta nel contenimento delle emissioni di CO2, contribuendo pertanto alle politiche per la salvaguardia del clima e, nel nostro caso, al progetto “Siena carbon free”. Nettamente migliorate, anche, le emissioni odorigene proprio per effetto della prima fase di stabilizzazione che avviene senza alcun contatto con l’atmosfera. Oltre a tutto questo va anche considerato il beneficio del recupero di energia ottenuto esclusivamente da fonte rinnovabile.

In sintesi, da quanto spiegato dall’assessore, nessun rischio per la salute, nessun pericolo legato alla presenza di clostridi patogeni, o a emissioni di polveri fini, del tutto insignificanti in questa tipologia di trattamento.

Mentre, per quanto riguarda l’aspetto tecnologico, è stata utilizzata la tecnologia a secco, caratterizzata dall’assenza di acque di processo da depurare e per la bassa necessità di pretrattamenti della sostanza organica,  senza la necessità di vasche circolari, gasometri o silos verticali, molto  visibili anche da grandi distanze. Il Comune, infine, ha solo partecipato all’elaborazione  del Piano, iniziato e formulato dalla Provincia nel 2008 (adottato nel gennaio di quest’anno), che rappresenta una possibilità e non un obbligo, e sul quale ha espresso considerazioni sullo schema generale.

Il consigliere Eugenio Neri nel palesare la forte preoccupazione per la salute pubblica vista l’incidenza di patologie che potrebbero verificarsi, ha sottolineato come, dalla risposta, non sia risultato chiaro l’atteggiamento del Comune verso questo progetto e come manchi il parere dell’ARPAT, un elemento che doveva essere acquisito prima di procedere in decisioni. Richiesti, quindi, i risultati degli studi medici enunciati dall’assessore, in modo da poter valutare attentamente l’eventuale rischio sanitario per i cittadini.

L’assessore al traffico ha risposto, durante la seduta consiliare di oggi, all’interrogazione posta  da Michele Pinassi relativamente alla presenza di auto in sosta  all’interno del parco di Piazza Amendola. Una zona che per la sua specificità, come ha evidenziato il consigliere, è solitamente frequentata da famiglie in cerca di momenti di relax, e numerosi bambini che vi sostano per giocare, motivi, questi, per i quali  dovrebbe essere interdetta ai mezzi a motore visto il pericolo per l’incolumità degli utenti.

L’assessore al traffico ha informato come il problema fosse stato sollevato già nel 2009 dall’allora presidente della Circoscrizione 5 e che per ovviare al disagio fosse stato ordinato l’acquisto di colonnette metalliche da posizionare sul lato adiacente la scuola materna e affidarne la gestione, tramite convenzione alla UISP. L’inizio, però, di un cantiere lavori che ha interessato proprio il plesso scolastico ha impedito il posizionamento della delimitazione, soluzione, che sarà adesso attuata in modo che l’area  a verde venga interdetta all’ingresso e alla sosta dei veicoli.

Il consigliere Michele Pinassi, nell’informare che la segnalazione su questo problema gli era arrivata tramite Facebook, da parte di alcuni cittadini, ha rimarcato che le auto in sosta abusiva all’interno del Parco sono presenti dal 2009, e che invece di spendere denaro per l’acquisto delle colonnette  sarebbe meglio che il Comandante dei Vigili Urbani provvedesse a far  controllare ed eventualmente emettere contravvenzioni. Non soddisfatto, inoltre, per l’affidamento in convenzione alla UISP (soggetto privato), della gestione delle colonnette che insistono su un bene pubblico; e, da parte sua, l’auspicio di  individuare, al di fuori dell’area a verde, di posti da riservare al personale UISP.

Il bando di gara per l’assegnazione della gestione del galoppatoio di Pian delle Fornaci è stato oggetto di dibattito consiliare a seguito dell’interrogazione sottoscritta da Enrico Tucci, Michele Pinassi e Mauro Aurigi e illustrata da quest’ultimo.
Il consigliere, richiamando i contenuti della delibera di giunta n. 74 dello scorso mese di febbraio, con la quale è stata formalizzata la durata temporale dell’affidamento in 8 anni e il canone complessivo in 48mila euro più IVA, ha elencato una serie di ulteriori elementi che rimangono a carico dell’amministrazione, come il taglio dell’erba, la piantumazione delle aree verdi limitrofe alla pista e la manutenzione straordinaria degli impianti e delle attrezzature. Il documento sostiene, inoltre, che il Comune di Siena avrebbe contratto un mutuo di 1.360.000 euro per la sistemazione della struttura.
Aurigi ha, quindi, invitato il sindaco a comunicare il numero delle offerte pervenute e se sia già stata nominata la Commissione giudicatrice, oltre a esprimere un giudizio sull’investimento e indicare come intenda farvi fronte per evitare un ulteriore aggravio dei conti a carico dei cittadini.
L’assessore allo Sport ha ripercorso le vicende relative alla procedura di affidamento, elencando, oltre ai componenti comunali della Commissione giudicatrice, i tre soggetti che avevano presentato delle offerte per il bando in oggetto e informando il Consiglio sul suo esito.
Dopo una panoramica sulla crisi epocale che sta attraversando il mondo dell’ippica a livello nazionale, con i casi, tra gli altri, di Agnano, Capannelle e Tor di Valle, dove le strutture sono a rischio chiusura, dovuti anche alle forti contrazioni di contributi statali registrati negli ultimi anni, l’assessore è entrato nel dettaglio delle caratteristiche del galoppatoio di Pian delle Fornaci, evidenziandone il non completamento progettuale.
In particolare, sono state riportate le criticità della struttura, che presenta elementi tipici di un ippodromo, come le stanze per l’antidoping, e la carenza di altri, quali il box per il rimessaggio delle attrezzature, che invece risultano requisiti essenziali per ogni galoppatoio e per le funzionalità che questo dovrebbe offrire agli utenti.
L’assessore, a più riprese, ha sottolineato come siano stati sbagliati i tempi di intervento e le previsioni che hanno portato alla cessazione delle corse regolari nel 2006 e a quei sogni di grandezza poi infrantisi con la crisi del mondo dell’ippica. Per questo, ha ribadito, il Comune, attraverso il bando, ha privilegiato implementazioni e migliorie per la funzionalità della struttura allo scopo di farla rivivere nella consapevolezza dei suoi limiti oggettivi, piuttosto che far leva sull’offerta economica, al fine di individuare un reale e sostenibile punto di equilibrio finanziario. Anche illustri pareri di operatori del settore, come la società Alfea che gestisce egregiamente l’ippodromo di San Rossore, hanno fatto intendere che la presa in carico di Pian delle Fornaci presuppone il trasferimento di emolumenti da parte dell’amministrazione nei confronti di qualsiasi soggetto privato che ne manifesti interesse. Del resto, il moderato numero delle offerte pervenute, a detta dello stesso assessore, costituisce una riprova tangibile dell’equilibrio delle condizioni e delle caratteristiche con cui è stato redatto il bando di affidamento.
Aurigi, manifestando il proprio disappunto verso il mondo delle scommesse, ritenuto da privilegiati e insostenibile dal punto di vista economico, ed esternando invece considerazioni di simpatia per le forme dilettantistiche nell’equitazione, ha invitato l’amministrazione a investire risorse per favorire l’uso del galoppatoio di Pian delle Fornaci per il tempo libero di famiglie e appassionati.
A seguito dell’articolo pubblicato sulla Nazione del 14 marzo scorso, nel quale era riportata una graduatoria di gradimento dei musei toscani curata dall’osservatorio giornalistico internazionale “Nathan il saggio”, il consigliere Pietro Staderini ha rivolto un’interrogazione al sindaco, firmata insieme al collega Luciano Cortonesi, in merito al piazzamento delle realtà museali senesi.
Sottolineando come tra le primi dieci posizioni non risulti alcun istituto cittadino, bensì la Pinacoteca del Palazzo comunale di San Gimignano e il Museo d’arte sacra di Montepulciano, nonostante il valore del patrimonio artistico e storico di Siena e di strutture come la Torre del Mangia, il Palazzo Pubblico, il Museo civico, il Santa Maria della Scala, la Pinacoteca nazionale, l’Accademia Chigiana e l’Archivio di Stato, con i rispettivi capolavori di opere d’arte, i consiglieri hanno espresso la propria disapprovazione per i risultati della classifica, ritenendo che non rendano merito all’offerta culturale e alla storia cittadine e come possano essere effetto di una managerialità museale inadeguata.
Staderini ha, pertanto, chiesto quali siano, a giudizio dell’amministrazione, le cause dell’esclusione dell’offerta museale senese dalla graduatoria, proprio in concomitanza di una generale affermazione dei musei toscani, e quali soluzioni intenda porre in atto affinché il grande bagaglio culturale della città possa essere opportunamente valorizzato e apprezzato dall’opinione pubblica internazionale.
L’assessore alla Cultura ha riconosciuto la necessità di tenere presenti indagini come quelle oggetto dell’interrogazione, ma, nel pieno rispetto dell’altrui lavoro, ha anche sottolineato la necessità di non subire passivamente risultati che dipendono ampiamente dal tipo di metodi e parametri usati. Di conseguenza, ha segnalato l’alto margine di vaghezza insita in analisi fondate sul concetto di “visibilità”, piuttosto che su elementi come il valore e l’interesse museale, Comunque, tutti i contributi, anche quelli critici, devono aiutare a recuperare eventuali ritardi e a migliorare le scelte sui modelli di fruizione dei beni culturali senesi.
L’assessore ha, quindi, quantitativamente presentato i dati aggiornati al 30 aprile scorso sulle presenze dei visitatori negli ultimi tre anni del Museo civico e della Torre del Mangia. Si sta registrando un sensibile aumento e conseguenti maggiori entrate rispetto al passato, grazie a strategie più dinamiche di conquista del pubblico e una più efficace gestione delle strutture. In particolare, l’accelerazione si è avuta nel 2013, quando sono stati sfiorati i 280mila ingressi, con un aumento di 38mila rispetto al 2012, e il trend positivo è continuato anche nei primi quattro mesi del 2014. Nei primi quattro mesi di quest’anno, poi, i visitatori sono stati più di 70.000: 15.000 in più rispetto agli stessi mesi dello scorso anno.
Nella parte conclusiva della risposta, l’assessore ha espresso una considerazione più generale sull’opportunità di individuare modi, strumenti e obiettivi condivisi per aumentare la fruizione del nostro inestimabile patrimonio museale. Analizzando i dati si evidenzia la presenza di pubblici diversi in differenti momenti dell’anno: scuole, visitatori “lenti”, famiglie, visitatori “veloci” e visitatori colti. Ognuno di questi pubblici ha esigenze e modi diversi di rapporto con i beni museali, e perciò occorre dare risposte specifiche, differenziate, innovative. Ad esempio, si sta lavorando a un’offerta di laboratori didattici che permettano alle scolaresche di vivere in modo più intenso e profondo la presenza a Siena, lavorando entro i musei. In questo modo sarà anche possibile attrarre le scuole dell’Europa del nord, che proprio nei mesi “morti” di ottobre e novembre hanno lunghi periodi di vacanze, che potrebbero essere spesi in Italia, a Siena.
In definitiva, ha concluso l’assessore, occorre attivare una maggiore cooperazione strategica per promuovere la conoscenza e motivare la visita al sistema museale senese nel suo complesso, in una logica integrata tra i beni culturali comunali e gli altri gioielli cittadini, quali la Pinacoteca nazionale o il complesso dell’Opera del Duomo. Un’occasione per collocare la ripresa di Siena entro un quadro di politica culturale innovativo, coerente e sostenibile, capace di creare valore e posti di lavoro, e di dare risposte ai pubblici reali e potenziali della città, puntando sulle nuove tecnologie e su un approccio partecipativo alla fruizione di tutto il patrimonio.
Tutto ciò deve poter avvenire con azioni concrete entro un lucido quadro strategico di innovazione anche tecnologica, capace di far parlare i nostri capolavori, di farli capire e amare dai visitatori.
Staderini, che ha fatto riferimento anche alla recente pubblicazione di un articolo sull’inserto domenicale del Sole 24 Ore, nel quale erano riportate le criticità espresse da una giovane adolescente sul servizio di accoglienza e sull’organizzazione del percorso espositivo del Museo civico, si è dichiarato parzialmente soddisfatto della risposta dell’assessore e ha proposto di potenziare i canali e gli strumenti di comunicazione e promozione per rendere ancora più visibile il patrimonio museale senese.
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