Interrogazioni e risposte delle Giunta durante la seduta di questo pomeriggio

SIENA. Di seguito alcuni argomenti trattati durante il Consiglio Comunale tenutosi oggi (3 giugno) a Siena.
In relazione ai vistosi cedimenti a carico del manto stradale, recentemente verificati in concomitanza con Porta Fontebranda, il consigliere PD Gianni Porcellotti ha presentato, questo pomeriggio, un’interrogazione urgente tesa a sapere se sono stati effettuati sopralluoghi e indagini tecniche per conoscerne le cause e se queste possono essere state generate dai lavori svolti da privati nell’area adiacente le mura. Porcellotti, nel sottolineare come la situazione in essere “non permette il transito dei “pollicini”, così come del bus navetta necessario ai turisti che vogliono raggiungere il centro della città e le scale mobili e, al contempo, generi preoccupazione negli abitanti della zona”, ha chiesto quali interventi sono in programma per il rispristino, urgente, della sicurezza dell’area.
Il sindaco, nell’informare che il cedimento, avvenuto sicuramente per il passaggio dei molti automezzi, soprattutto quelli pesanti, si è verificato sopra una volta sottostante dove passano molti sottoservizi ha “escluso il collegamento dell’evento ai lavori svoltisi nelle vicinanze della Porta. Sono allo studio – ha proseguito Bruno Valentini – interventi urgentissimi, da completare entro l’inizio del prossimo Palio di luglio, che consentiranno il consolidamento delle spallette laterali della volta. Un intervento che metterà in sicurezza, ma non per sempre, la zona, soprattutto se continuerà il passaggio di questi mezzi”. Allo studio, quindi, anche soluzioni alternative come quella di poter far entrare i turisti che viaggiano su bus più pesanti del “pollicini” da altri itinerari, come quello Pescaia-via Vittorio Veneto. Il rimedio permanente, per Valentini, sarebbe rappresentato solo da un cambio delle regole del traffico, a partire da quello che riguarda i visitatori che escono dal parcheggio del Fagiolone.
Gianni Porcellotti nel riconoscere la non facile soluzione al problema, visto che riguarda il sottosuolo di una particolare zona della città, si è dichiarato “soddisfatto per la celerità dei lavori che permetteranno di riaprire, entro il mese, la strada al servizio pubblico, scuolabus compresi”, ed ha invitato l’Amministrazione “nell’ambito del possibile, e in piena sicurezza, di valutare soluzioni alternative senza penalizzare l’accesso dei turisti, fattore determinante per rivitalizzare l’area commerciale agli ex macelli, e facilitarli, grazie alla risalita, ad arrivare al complesso museale del S. Maria della Scala e al Duomo”.
Il progetto per il nuovo stadio a Isola d’Arbia è stato al centro dell’interrogazione presentata, nella seduta consiliare odierna, da Luciano Cortonesi (Nero su Bianco) e sottoscritta anche da Pietro Staderini (Moderati di Centrodestra).
In relazione alla notizia “sul decreto ingiuntivo – ha detto Cortonesi – disposto al Comune per il mancato saldo delle prestazioni professionali dovute ai progettisti, per una somma di circa 450mila euro, per la quale mancherebbe, nel bilancio dello scorso anno, la copertura economica” e “non conoscendo – ha proseguito il consigliere – le linee programmatiche del bilancio 2014”, il documento chiede di conoscere lo stato dell’iter procedurale e il relativo orientamento dell’Amministrazione. “Considerato – ha continuato il consigliere – che l’attuale strumento urbanistico contempla ancora la costruzione dello stadio a Borgo Vecchio, così come la realizzazione della Città dell’Arbia a Renaccio, con il suo carico di 450 alloggi, una stazione ferroviaria e vari altri edifici per servizi pubblici>> e che <<i proprietari dei terreni interessati, da tre anni, corrispondono tributi comunali per le aree edificabili”, Cortonesi ha chiesto se verranno mantenute dette previsioni, o se si procederà a una variante allo strumento urbanistico comunale, sia come piano strutturale sia come Regolamento urbanistico. In quest’ultimo caso “si potrebbe innescare – come ha specificato il consigliere – un contenzioso per l’eventuale cancellazione dei benefici edificatori per i contributi versati da parte dei proprietari, oltre a una possibile contestazione della Corte dei Conti per danno erariale”. Cortonesi ha inoltre richiesto informazioni sulla “conclusione dell’iter amministrativo della procedura pubblica per la manifestazione di interesse risalente al 2011, alla quale hanno partecipato più soggetti e una non corretta gestione amministrativa, che deve essere superata con una maggiore attenzione agli atti formali della Giunta”.
Il sindaco Bruno Valentini, nella risposta, ha informato che “l’Amministrazione ha presentato opposizione al decreto ingiuntivo, mentre nel merito del mantenimento della procedura urbanistica, non sono ancora in corso procedure per l’adozione di varianti per modifiche sostanziali all’area della Cittadella dello Sport a Isola d’Arbia e al polo Abbadia-Renaccio. Pertanto – ha proseguito Valentini – a oggi, l’Amministrazione ritiene che non siano da valutare eventuali contenziosi che potrebbero derivare dalla modifica di certe scelte urbanistiche. Per quanto concerne il rischio di contestazione per danno erariale, al momento, non ci è stato presentato alcun addebito formale da parte della Corte dei Conti”.
Infine, relativamente alla procedura pubblica per la manifestazione di interesse da parte di soggetti privati, svoltasi nel 2011, per la realizzazione di nuovi impianti sportivi a Isola d’Arbia, la valutazione di sostenibilità economico-finanziaria del progetto “è stata considerata negativamente – ha concluso il primo cittadino – da un’esperta agenzia di valutazioni in campo assicurativo, industriale, immobiliare e ambientale (REAG). Al contempo, le attuali criticità economico-finanziarie che interessano il Paese e, in particolare, la nostra città, oltre a una concreta riflessione sul futuro dello stadio cittadino, hanno determinato una oggettiva difficoltà a concretizzare le iniziative prefigurate”.
Cortonesi si è dichiarato soddisfatto delle risposte, “meno per i fatti: se a inizio 2012 – ha concluso il consigliere – c’erano ancora i presupposti per poter valutare l’iter avviato, oggi la procedura della manifestazione di interesse va chiusa, anche per le stesse valutazioni presentate dalla REAG”.
Il protrarsi della chiusura, per una frana causata nel periodo invernale dalla pioggia, è stato l’oggetto dell’interrogazione presentata oggi in Consiglio Comunale da Andrea Corsi (Moderati di centrodestra) e Massimo Bianchini (Nero su Bianco). Il consigliere Bianchini, nell’evidenziare l’importanza, per la mobilità dei cittadini, di questa strada per il collegamento Belcaro-Terrensano, ha chiesto di conoscere le iniziative che l’Amministrazione intende mettere in atto per ripristinare la corretta viabilità.
L’assessore all’urbanistica Stefano Maggi, nell’informare che la problematica relativa alla sistemazione della scarpata che costeggia, a monte, la strada di Terrenzano risulta piuttosto datata (è tuttora in corso un contenzioso giudiziario con la proprietà), ha reso noto che “a seguito del movimento franoso è stato effettuato un monitoraggio e uno studio per individuare le possibili soluzioni. Si sono inoltre tenute numerose riunioni tecniche e sono stati incontri i cittadini dal sindaco e dall’assessore ai lavori pubblici”. In questa area è stata emessa a suo tempo un’ordinanza del Comune per ragioni di pubblica incolumità che i proprietari hanno impugnato al TAR. La causa è tuttora in corso e all’udienza dello scorso 29 aprile è stato nominato dal Tribunale un CTU che deve esprimere il parere entro 90 giorni. Il Comune ha nominato il suo perito, nella persona di un geologo della Direzione Territorio. “A giudizio dell’Ufficio legale – ha proseguito l’assessore – il Comune, nelle more della decisione del TAR, non può intervenire, anche perché la questione non riguarda soltanto la parte interessata dalla frana attuale, ma anche un costone molto più ampio. Inoltre non è possibile, in questo momento processuale, alterare lo stato dei luoghi”. Una soluzione a breve potrebbe essere quella di prevedere la posa, per circa 40 metri, di barriere paramassi a sacco che andrebbero tuttavia oltre la mezzeria della sede stradale, per una spesa di circa 800 euro a metro lineare, consentendo di attivare un senso unico alternato, ma non risolvendo purtroppo il problema della sicurezza. “Non appena nota la relazione tecnica da compilare per conto del TAR Toscana, gli uffici del Comune decideranno gli interventi più opportuni, continuando nel frattempo a seguire e monitorare la viabilità della zona”.
Bianchini, nel prendere atto che fino al 14 agosto non si potranno dare risposte ai cittadini interessati ha dichiarato, che “pensava che l’autorità del Comune, per risolvere il problema, potesse essere più incisiva”.
Michele Pinassi, consigliere del gruppo Siena 5 Stelle, con l’interrogazione portata questo pomeriggio all’assemblea consiliare ha posto l’attenzione sullo stato di agitazione dei dipendenti di Sei Toscana. Pinassi ha riportato contenuto in un comunicato stampa delle organizzazioni sindacali dell’azienda, dove si lamentava il continuo peggioramento della situazione generale relativa all’affidamento del servizio di igiene urbana nell’ambito sud della regione. “La preoccupazione – come ha evidenziato Pinassi – è quella di una vera e propria “svendita” dei lavoratori visto l’affidamento alla Cooplat del servizio di gran parte del territorio della provincia di Grosseto (oltre il 60%), con il conseguente passaggio di circa 200 dipendenti alla cooperativa; mentre ci risulta che l’ATO rifiuti toscana sud, gestore del servizio e organizzatore della gara, imponeva al gestore l’assunzione di tutti i dipendenti delle sei aziende e al migliore contratto in vigore: quello della Federambiente”. Considerata l’importanza, per la salute, l’immagine e la vivibilità della città Michele Pinassi ha chiesto chiarimenti sulle problematiche del Consorzio, e rassicurazioni sulla continuità e qualità del servizio di raccolta dei rifiuti.
Il vicesindaco Fulvio Mancuso ricordando quanto già spiegato lo scorso 11 febbraio in occasione di un’analoga interrogazione posta sempre da Pinassi, ha informato come “l’apporto di Cooplat derivi, tra l’altro, dalla necessità di soddisfare una serie di requisiti richiesti dal bando, e che è entrata a far parte del raggruppamento di imprese “Progetto Sei” come partner industriale”. A seguito, quindi, dell’aggiudicazione della gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani di Ambito nei comuni delle province di Arezzo, Grosseto e Siena e della successiva costituzione, il 15 gennaio 2013, del raggruppamento provvisorio in Società Sei Toscana, il 27 marzo, sempre dello stesso anno, l’ATO Toscana Sud e Sei Toscana hanno sottoscritto il contratto per l’affidamento del servizio. “Dopodiché siamo passati a una fase transitoria, terminata il 31 dicembre, funzionale anche al trasferimento del personale, senza soluzione di continuità, e all’acquisizione di automezzi e attrezzature dai precedenti gestori. Oltre al pieno rispetto delle linee guida poste a base di gara – ha proseguito il vicesindaco – il passaggio dei dipendenti è avvenuto sulla scorta degli accordi con le OO.SS FP Cgil, FIT Cisl e Uil e quanto previsto dall’art. 2112 del Codice civile. E proprio in relazione agli accordi sindacali Sei Toscana ha deciso, volontariamente, l’applicazione del contratto Federambiente, oltre a diversi istituti incentivanti che hanno permesso il trasferimento a Siena di tutte le funzioni aziendali (gestionali, amministrative e tecniche), mentre le sedi territoriali attengono alle esigenze del servizio di raccolta”. Dal 1° gennaio 2014 Sei Toscana svolge, quindi, a tutti gli effetti, il ruolo di gestore unico e, attualmente, ha 876 dipendenti.
Entrando nello specifico di quanto espresso da Pinassi nella seduta consiliare odierna, il vicesindaco Fulvio Mancuso ha ricordato al consigliere che <<il piano industriale di Sei Toscana srl prevede la possibilità di un coinvolgimento operativo dei propri soci in alcune fasi di esecuzione del servizio, con l’obiettivo di migliorarne l’efficienza anche in base a quanto richiesto dalla normativa nazionale e europea. Ma Sei Toscana ha anche precisato pubblicamente che non intende in ogni caso procedere ad alcuna frammentazione dell’organizzazione del lavoro e del servizio di igiene ambientale nell’ambito dell’ATO toscana Sud. Essendo il gestore unico garantirà il servizio secondo criteri uniformi all’interno dell’intero territorio di riferimento; garantendo, al contempo, la piena salvaguardia e omogeneità dei diritti, delle tutele e delle garanzie di ciascun dipendente. L’azienda ha infatti provveduto all’assunzione di tutti i dipendenti dei precedenti gestori e non solo delle sei aziende citate nell’interrogazione, anche di quelle presenti prima>>. Inoltre – ha sottolineato Mancuso – “non corrisponde al vero il fatto che sia già avvenuto l’affidamento al socio Cooplat del servizio di gran parte della provincia di Grosseto (…) con una vera e propria “svendita” dei diritti dei lavoratori. Primo perché a oggi questo non è avvenuto, in secondo luogo se tale ipotesi si concretizzasse non metterebbe in alcun modo in discussione né le tutele contrattuali, né i diritti dei lavoratori, che rimarrebbero gli stessi per tutti. Nessun dubbio, perciò, sulla continuità e qualità del servizio di raccolta rifiuti. Infine ci viene riferito che nei giorni scorsi vi sono stati ulteriori incontri tra l’Azienda e le OO.SS, incontri che sembrano aver fatto registrare positivi passi in avanti”.
Pinassi nel ritenersi “attualmente soddisfatto”, ricordando che al momento del deposito dell’interrogazione vi erano momenti di agitazione e criticità tra Sei Toscana e i sindacati, si è dichiarato “felice nell’apprendere il nuovo clima fra le parti, così come per l’applicazione del contratto Federambiente”, riservandosi, comunque, ulteriori azioni nel caso la situazione lo richiedesse.
“Per quali motivi non sono stati completati i lavori al plesso scolastico di Presciano?”. Questa la prima domanda dell’interrogazione posta, questo pomeriggio, dal consigliere Giuseppe Giordano (Siena Rinasce). Ricordando la delibera del 2003, con la quale il Consiglio comunale approvò una variante al PRG finalizzata all’ampliamento della scuola, compresa la costruzione di una palestra e di un’area per il parcheggio dei mezzi del personale, nonché l’entrata in sicurezza dei ragazzi durante la salita e la discesa dai pulmini, e verificato che a tutt’oggi la palestra non è stata ancora realizzata, Giordano ha chiesto entro quanto tempo si arriverà alla fine dei lavori.
Il consigliere, nel far presente che “gli studenti, per sopperire a questa mancanza, devono svolgere le ore di educazione motoria nella scuola primaria di Isola d’Arbia nel Comune di Asciano con spostamenti di 20-25 minuti, con una conseguente perdita di tempo, e senza neppure poter usufruire degli spogliatoi di questa scuola perché sembra che si siano verificati spiacevoli episodi di danneggiamento e sottrazione di oggetti”, ha chiesto informazioni circa “i motivi per i quali i lavori non sono arrivati al termine, la spesa sostenuta fino ad oggi e quella eventualmente necessaria per il completamento delle opere”. Ma anche se si ritiene messa in sicurezza l’area prevista per la sosta dei mezzi per il trasporto pubblico, il costo sostenuto dal Comune per quest’ultimo e se l’Amministrazione ha sollecitato la dirigenza scolastica di Presciano affinché le ore di educazione motoria vengano accorpate.
“I lavori per Presciano – ha risposto l’assessore all’istruzione Tiziana Tarquini, vista l’assenza del collega ai lavori pubblici Paolo Mazzini – sono distinti in 4 stralci con 2 progetti distinti. Il primo e il secondo stralcio comprendenti l’ampliamento della scuola e la ristrutturazione della parte esistente sono stati conclusi per una spesa di 2milioni e 700mila euro, comprendenti anche pesanti interventi di adeguamento e messa in sicurezza dell’edificio come richiesto dall’evolversi della normativa in materia. Quindi la scuola è, di fatto, funzionante. Il terzo e quarto, riguardanti la realizzazione della palestra e le sistemazioni esterne (il progetto è già definito) per un importo di un milione e 200mila euro, e per il quale era stata fatta richiesta di finanziamento alla Fondazione MPS , che però non ha concesso alcuna erogazione, deve trovare copertura finanziaria. Per quanto riguarda la spesa sostenuta dal Comune per il trasporto – ha proseguito la Tarquini – a noi viene addebitato il 50% dell’intero servizio, pari a 2mila 727 euro, e relativo al periodo settembre 2013-giugno 2014. Sull’ipotesi di accorpare le ore di ginnastica, dato che la scuola di Presciano rientra nell’Istituto comprensivo Giovanni Duprè, dove l’Amministrazione comunale non ha autorità perché di competenza statale, la dirigente scolastica, da me interpellata, ha precisato che i ragazzi impiegano solo pochi minuti per raggiungere la palestra, e che per una corretta educazione fisica sono auspicabili due uscite settimanali, visto che molti degli studenti non hanno altre occasioni per fare attività motoria, ma si è comunque dichiarata disponibile, se necessario, ad accorpare le ore”.
“Non mi posso dichiarare soddisfatto – ha ribattuto Giordano – perché siamo di fronte ad una situazione ricorrente in tutta una serie di opere per le quali gli impegni di altri soggetti, la Fondazione MPS, non sono stati mantenuti”. “La Pubblica Amministrazione – ha proseguito – avrebbe dovuto cautelarsi maggiormente, così da poter completare l’opera. Per quanto concerne i tempi di trasferimento dei ragazzi a noi risultano più ampi, spero che questo problema venga attenuato per il prossimo anno scolastico”.
Simone Lorenzetti (Riformisti) ha presentato un’interrogazione tesa all’istituzione di un pronto soccorso pediatrico. Il consigliere, ricordando come l’Associazione Noi Siena, a seguito della prematura scomparsa, nel settembre 2012, del piccolo Niccolò Muzzi, si sia fatta promotrice di una raccolta di firme allo scopo di migliorare il servizio di pronto soccorso pediatrico offerto dall’Azienda ospedaliera senese, ha puntato l’attenzione sulla necessità di un triage pediatrico H24, dotato di personale qualificato e protocolli di intervento idonei ad affrontare in modo specifico e dedicato il pronto intervento sui bimbi, da affiancare al reparto di pediatria così da poterlo integrare nei periodi di chiusura (turno notturno, festività, ecc.). “Nessuna risposta – ha detto Lorenzetti – alla raccomandata, inviata un anno fa dall’Associazione all’Azienda ospedaliera, con le 2.135 firme di cittadini a sostegno della richiesta”. Come ha evidenziato “non si tratta di costruire una nuova struttura, bensì di uno spazio dedicato ai bambini, un triage fatto direttamente da un pediatra perché deve spettare a questa figura la scelta del codice di accesso e di uscita. Pur riconoscendo il grande valore del nuovo pronto soccorso è però necessario un miglioramento del servizio alla collettività, per questo, la richiesta, all’amministrazione, di mettere in atto tutte le possibili azioni per far luce sulla posizione, in merito, della Regione Toscana e sensibilizzare le istituzioni interessate al fine di accogliere la richiesta oggetto dell’interrogazione, e far sì che una vicenda come quella di Niccolò Muzzi non accada mai più”.
L’assessore alla Sanità Anna Ferretti, nel dar lettura di quanto comunicatole dal Direttore generale dell’Azienda ospedaliera ha informato che “l’istituzione di un triage pediatrico H24 viene realizzato solo negli ospedali a indirizzo pediatrico, per questo nel policlinico senese, che è una struttura sanitaria generalista e specialistica ad ampio raggio, il triage pediatrico è attivato nell’ambito del triage universale”. Come ha fatto presente l’assessore “l’aumento crescente dell’utenza che si rivolge al pronto soccorso, compresa una molteplicità di bambini di tutte le età, ha determinato una costante riqualificazione e rinnovamento in ambito organizzativo, compresa la formazione degli infermieri triagisti. Il personale infermieristico tenuto a svolgere la funzione di triage oltre a protocolli creati ad hoc segue, infatti, percorsi formativi in grado di rispondere in maniera adeguata ai bisogni di salute percepiti come urgenti dai cittadini, e ai conseguenti comportamenti da adottare per la loro soddisfazione”.
Il bambino viene accolto nel Pronto Soccorso in spazi dedicati e il pediatra, sebbene non presente continuamente viene chiamato immediatamente al momento dell’ingresso del piccolo così che possa ricevere tutte le necessarie cure. Come ha reso noto la Ferretti l’Azienda ospedaliera ha implementato l’équipe medica di Pediatria con l’assunzione di un medico, un altro è previsto per l’autunno, così che lo specialista possa prendersi carico in modo continuativo e costante del paziente affidatogli al momento dell’ingresso senza interferire con l’attività della degenza pediatrica. Presente, inoltre, un servizio di anestesia che “fornisce un basamento permanente in caso di criticità o patologie gravi. Un servizio, dunque certamente più completo rispetto a quello del 2012 e di questo va ringraziato anche chi ha sollecitato questa attenzione”.
Lorenzetti nel ringraziare per l’esaustività della risposta, e sicuro dell’impegno dell’assessore Ferretti, ha detto che “in questi mesi la nostra attenzione, insieme a quella dell’Associazione Noi Siena, sarà rivolta sull’operato della AUSL”.
Il prolungamento della rete idrica a servizio delle abitazioni e degli immobili ubicati in strada di Montechiaro, nel tratto compreso fra l’ex asilo comunale e l’intersezione con la strada provinciale n.408 di San Giovanni a Cerreto: è quanto ha sollecitato Carolina Persi (PD) con l’interrogazione presentata nella seduta odierna del Consiglio comunale. Persi, recuperando una nota dello scorso mese di giugno sottoscritta dalle famiglie interessate, ha fatto riferimento ai “lavori effettuati nella strada limitrofa di Pieve a Bozzone per la sostituzione della vetusta rete idrica, che però non hanno raggiunto le utenze di strada di Montechiaro” e al fatto che “i residenti della zona – ha proseguito il consigliere – lo scorso 9 settembre, per ridurre le difficoltà di approvvigionamento dell’acqua potabile, avevano inoltre manifestato la disponibilità a pagare i costi preventivi per 46 nuovi allacciamenti”. Il consigliere ha quindi concluso chiedendo all’amministrazione comunale “di attivarsi nei confronti del soggetto gestore, l’Acquedotto del Fiora, affinché venga progettata, prima possibile, l’estensione della rete idrica in oggetto per l’utenza interessata”.
Nella risposta, il vicesindaco Fulvio Mancuso ha riconosciuto come tale questione sia stata presa in esame da subito, con l’insediamento dell’amministrazione, e ne ha prospettato una prossima soluzione: “Nel programma triennale degli interventi 2014/16 – ha detto Mancuso – predisposto dall’Acquedotto del Fiora, proprio per l’anno in corso, è previsto un investimento di 180mila euro per l’estensione della rete idrica in strada di Montechiaro. Colgo l’occasione – ha aggiunto il vicesindaco – per ricordare che questi interventi sono resi possibili grazie agli introiti tariffari e che l’Acquedotto del Fiora, sia dal punto degli investimenti pro-capite, sia per la capacità manutentiva dell’infrastruttura, figura ai massimi livelli sul territorio nazionale. Nonostante la lunghezza della nostra rete, infatti, le perdite dalle tubature sono ridotte al minimo. È importante avere presente questi dati quando si ragiona sulle questioni relative all’acqua nelle sue varie forme: dalla captazione, all’adduzione, al riciclo, allo smaltimento”.
Soddisfatta della risposta Carolina Persi, la quale ha espresso un riconoscimento per l’impegno assunto dall’Acquedotto del Fiora: “Adesso, il compito dell’amministrazione – ha concluso il consigliere – è quello di seguire il progetto di sostituzione della rete in oggetto come punto di partenza per la soluzione definitiva alla problematica segnalata”.
Giordano si è dichiarato soddisfatto per la sensibilità dimostrata dall’assessore, alla quale ha riconosciuto “di aver inaugurato un percorso partecipativo che costituisce un punto di partenza per rendere quanto più funzionali e operative le commissioni e le collaborazioni tra tutti i soggetti interessati, anche allo scopo di individuare soluzioni specifiche alla domanda di reperimento di prodotti del territorio regionale”.
Il vicesindaco, Fulvio Mancuso, ha risposto facendo riferimento ai sopralluoghi effettuati dall’assessore competente, Paolo Mazzini, con i responsabili dell’Acquedotto del Fiora: I problemi di fuoriuscita dei liquami sono purtroppo noti, anche perché il tratto in oggetto è di vecchia concezione. L’Acquedotto del Fiora – ha proseguito Mancuso – ha predisposto un progetto che prevede la ricollocazione in opera, con materiali differenti e di uso attuale, e l’incremento della dimensione di un nuovo tratto fognario in tutta la zona. Un’opera che tiene conto anche degli eventuali incrementi dovuti alle future attività sportive. Al momento – ha continuato il vicesindaco – si riscontrano alcune difficoltà operative legate alla concomitanza, di sede e cronologica, con l’intervento di difesa del suolo pianificato dalla Provincia, che prevede opere di arginatura a protezione del centro abitato di Taverne d’Arbia e il conseguente riposizionamento delle fognature per evitare il reflusso delle acque di piena verso le abitazioni. A oggi, pertanto, non risulta possibile stabilire una data certa per l’esecuzione dell’intervento”.
Bruttini ha ringraziato per l’aggiornamento ed espresso soddisfazione “per l’avvenuto riconoscimento, da parte dell’Acquedotto del Fiora, delle necessità dell’intervento, che adesso dovrà essere seguito ed eventualmente sollecitato dall’amministrazione comunale”.