Ricco ordine del giorno, con interrogazioni e mozioni poste all'attenzione dei consiglieri
SIENA.Si sta tenendo in queste ore il Consiglio Comunale a Siena. Tanti gli argomenti di interesse collettivo che si stanno dibattendo. Di seguito le notizie che arrivano dal consesso. In continuo aggiornamento.
Via Pianigiani non sarà mai aperta alle biciclette
Marco Falorni (Impegno per Siena) ha presentato un’interrogazione con la quale, dopo aver fatto presente come le biciclette, anche in gruppi e a velocità sostenuta, percorrono in senso vietato zone a loro precluse come via Banchi di sopra, ha chiesto di estendere il divieto di transito anche in via Pianigiani “una strada del tutto assimilabile al “Corso” sia per flusso di pedoni che presenza di negozi”. Il consigliere ha, inoltre, chiesto di conoscere l’atteggiamento che i vigili urbani tengono nei confronti dei ciclisti che transitano in via Banchi di sopra, se sono state elevate multe, e quante.
L’assessore al traffico Stefano Maggi, nel dichiarare che “i vigili urbani assicurano la loro attività di sensibilizzazione e prevenzione per limitare comportamenti irregolari che, purtroppo, alcune persone continuano a ripetere>>, ha informato che <<sarà prevista, nel Piano della mobilità, la chiusura alle biciclette in via Pianigiani”. Per sensibilizzare maggiormente i cittadini al rispetto delle regole sarà realizzato e diffuso un piccolo opuscolo informativo ed effettuati maggiori controlli soprattutto nelle strade a senso unico dove il transito contromano delle biciclette può rappresentare un maggior pericolo.
Falorni nel dichiararsi parzialmente soddisfatto, ha rimarcato che mai negli anni passati il centro della città era stato aperto al transito delle biciclette. “Una decisione, questa, che le precedenti amministrazioni avevano sostenuto non a caso”.
Illuminazione pubblica e attraversamenti pedonali a tutela della pubblica incolumità
L’illuminazione pubblica e la sicurezza degli attraversamenti pedonali hanno costituito il tema dell’interrogazione presentata, nella seduta odierna, da Giuseppe Giordano (Siena Rinasce).
Giordano, rilevando come “in particolare fuori dal centro storico, per esempio nelle vie Fiorentina e Aldo Moro, la scarsa illuminazione crei situazioni di pericolo in prossimità degli attraversamenti pedonali, i quali, spesso, si trovano vicini a fermate di autobus o a curve pericolose”, ha chiesto all’Amministrazione “e gli impianti e gli attraversamenti sono conformi alla normativa ed eventualmente come si intenda migliorare la situazione segnalata”.
L’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Mazzini, ha specificato che la manutenzione degli impianti di illuminazione pubblica è di competenza, dal 2000, della società Intesa. Quanto agli attraversamenti pedonali, normati secondo il Codice della Strada con zebrature a strisce bianche parallele alla direzione di marcia ha sottolineato che “vengono ripassati annualmente, con priorità per quelli presenti sulla viabilità principale e in prossimità dei plessi scolastici”.
“Inoltre, nei mesi invernali – ha proseguito – quando le condizioni meteorologiche non permettono questi interventi di ripasso, si procede con l’adeguamento della segnaletica verticale, in modo da renderli conformi alle norme, installando il segnale a doppia faccia ai due lati della carreggiata, secondo quanto indicato dall’articolo 135 del Codice della Strada. Operazioni che contribuiscono al progressivo adeguamento di tutti gli attraversamenti pedonali sul territorio comunale”.
Infine, l’assessore Mazzini ha informato che, a parte alcuni casi di recente realizzazione, gli attraversamenti non sono dotati di illuminazione dedicata. “Con la nuova gara per l’affidamento prevederemo significativi miglioramenti previsti anche grazie al contributo ministeriale ricevuto che finalizzeremo a interventi su attraversamenti semaforizzati nell’asse Porta Camollia-Antiporto”.
Giuseppe Giordano, nel dichiararsi parzialmente soddisfatto visto che “l’assessore nella sua risposta ha riconosciuto l’importanza di effettuare miglioramenti confermando, così, la presenza di problematiche”, ha evidenziato che lo sarà “pienamente quando le criticità saranno superate”.
Voci di spesa del Palio: focus di approfondimento in Consiglio Comunale
A seguito della risposta del sindaco Bruno Valentini nel Consiglio dello scorso 15 novembre a un’analoga interrogazione inerente i costi per l’organizzazione del Palio, Giuseppe Giordano (Siena Rinasce) è tornato sull’argomento durante la seduta odierna, sottolineando “come, proprio grazie a tale interrogazione, siano adesso note le spese sostenute dall’Amministrazione per la realizzazione delle Carriere del 2 luglio e del 16 agosto”.
Il consigliere, rilevando che “alcune voci di spesa evidenziano importi alti, anche in relazione al servizio o alla fornitura resi”, ha chiesto al sindaco alcuni dettagli: in particolare, “quante sono le unità di personale dipendente che beneficiano dei compensi per lavoro straordinario in occasione del Palio, a quali servizi afferiscono e quali sono gli importi minimi, medi e massimi corrisposti”. Rispetto alle collaborazioni attivate con enti e soggetti esterni, Giordano ha domandato in base a quali criteri siano stati scelti l’Università di Pisa e l’Istituto zooprofilattico sperimentale per effettuare le analisi di screening farmacologico ai cavalli; inoltre, “le ragioni per cui la fornitura dei soprallassi comporta un corrispettivo così elevato (79.605 euro) e i criteri con i quali vengono individuati i fornitori”.
Il consigliere ha chiesto anche a chi vengono affidati i servizi di montaggio e smontaggio dei palchi di proprietà comunale, gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture, e di installazione e rimozione delle barriere e dei cancelli di protezione; infine, “cosa si intende per assistenza e sorveglianza durante lo svolgimento della manifestazione e a chi sono affidati tali servizi”.
Partendo dall’aspetto degli straordinari, il sindaco ha presentato il quadro organico degli oltre 200 dipendenti che ne hanno usufruito, suddivisi per Servizi e con l’ammontare degli importi minimi, medi e massimi delle retribuzioni: “Dal punto di vista numerico, la presenza più rilevante è quella degli agenti di Polizia Municipale e degli addetti ai Servizi Manutenzioni e Logistica-Ambiente. Sui compensi, si passa da un minimo di 42 euro a un massimo di circa 2.400 euro, per una media di 673 euro a dipendente”.
Rispetto all’individuazione dell’ateneo pisano e dell’Istituto zooprofilattico sperimentale per le analisi di screening sui cavalli, il sindaco ha ricordato come l’articolo 57 del regolamento per il Palio preveda soltanto il divieto generico di somministrazione di sostanze eccitanti e di praticare frizioni: “L’uso dei farmaci pone il problema di conciliare il diritto di cura dell’animale con il rischio che la somministrazione di farmaci possa configurare la pratica del doping. Tale complessa materia fa parte delle declaratorie delle competenze attribuite dagli ordinamenti universitari al settore della farmacologia e tossicologia veterinaria, insegnamento attivo presso la Facoltà di Medicina veterinaria (oggi Dipartimento di Scienze veterinarie) dell’Università di Pisa, l’unica facoltà di questo genere in Toscana”.
Il sindaco ha quindi ricordato l’incarico conferito al professor Giulio Soldani, ordinario di Farmacologia e Tossicologia veterinaria dell’Università degli Studi di Pisa, e al dottor Luigi Intorre, al tempo Ricercatore di Farmacologia e Tossicologia veterinaria dell’Università degli Studi di Pisa, oggi professore ordinario della stessa materia. “Oltre alle competenze scientifiche – ha proseguito Valentini – che hanno portato all’elaborazione di un articolato protocollo sull’uso dei farmaci, sulle modalità di campionamento del sangue dei cavalli del Palio e sulle analisi per la ricerca di farmaci su questi campioni, la Facoltà di Medicina veterinaria possedeva e possiede tuttora le attrezzature idonee a svolgere tutte le procedure analitiche per la ricerca di farmaci sui campioni di sangue di cui è stata anche incaricata”.
Il sindaco ha poi spiegato come, dal 2012, l’Amministrazione comunale abbia optato per un laboratorio che utilizzasse delle procedure di analisi di screening sul sangue dei cavalli conformi alla norma internazionale ISO/IEC 17025 sui “Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e taratura”: “L’istituto zooprofilattico sperimentale delle regioni Lazio e Toscana, con sede a Roma, è l’unico laboratorio che risponde a tali requisiti”.
Quanto ai soprallassi, Valentini ha ripercorso come fino al 1992, l’azienda Sclavo mettesse a disposizione 32 cavalli per il Corteo Storico; successivamente, la stessa si è avvalsa delle prestazioni della ditta “Zootecnica il Gabbiano” di Casole d’Elsa, con il quale il Comune ha poi definito, dal 1997, una convenzione tuttora vigente proprio perché risulta l’unico soggetto in grado di fornire animali con le peculiarità e le caratteristiche richieste e la specificità dei finimenti e delle gualdrappe che devono indossare: “I cavalli devono essere fisicamente ed esteticamente adeguati all’utilizzo cui sono destinati; idonei dal punto di vista sanitario e abituati a rumori, trombe e colori vivaci. La stessa ditta cura alcune attività accessorie di preparazione, assistenza, bardatura, custodia, sellaggio e dissellaggio dei cavalli, e deve garantire che questi arrivino in piazza del Mercato né stremati né irritati, perché l’ubicazione della ditta riduce l’affaticamento del trasferimento”. Il corrispettivo di circa 79mila euro per la fornitura dei soprallassi, come ha specificato il sindaco, tiene conto anche delle spese supplementari in caso di rinvio della Carriera. Valentini ha citato, inoltre, il contributo di oltre 5mila euro erogato dal Consorzio per la Tutela del Palio per la fornitura degli stessi soprallassi.
Sul tema delle attività di montaggio e smontaggio dei palchi, il primo cittadino ha affermato che “con il solo personale comunale non è possibile coprire tutte le necessità organizzative e per questo vengono affidati all’esterno servizi come quelli per la cura e il mantenimento dell’Entrone, l’allestimento e la rimozione dei box per il drappello dei Carabinieri a cavallo, l’assistenza alle squadre comunali per l’apertura e la richiusura delle buche predisposte per l’alloggiamento dei montanti dei palchi”. Tra le principali voci di spesa esterne che hanno riguardato i Palii del 2015, il sindaco ha elencato quella relative alla pulizia delle porte e dell’Entrone e dell’installazione e dello smontaggio delle bandiere delle Contrade (circa 12mila euro complessivi), la sistemazione delle buche, il montaggio box “Santa Chiara” e la pulizia finale (circa 9mila euro) e la fornitura della cartellonistica (poco più di 930 euro).
Infine, Valentini ha informato che le operazioni di chiusura e presidio dei cancelli e delle chiusure perimetrali del Campo in occasione delle prove sono state affidate, per entrambe le Carriere del 2015 e una spesa complessiva di 22mila euro, alla ditta “Arcanum”, la quale utilizza personale debitamente formato in materia di prevenzione incendi, pronto soccorso e gestione delle emergenze.
Il consigliere Giuseppe Giordano, prendendo atto di quanto dichiarato dal sindaco, si è riservato eventuali osservazioni una volta riguardato i dati ricevuti con la risposta.
Raccolte le indicazioni Anci e Iap per la pubblicità lesiva della dignità delle persone
La pubblicità come codice linguistico in alcuni casi lesivo dell’immagine delle persone e, in particolare, della dignità femminile è stato l’argomento oggetto dell’interrogazione presentata oggi da Marco Falorni (Impegno per Siena).
Il consigliere ha ricordato all’assise la mozione, approvata nel 2011, che ribadiva l’inammissibilità del modello pubblicitario lesivo verso il genere femminile impegnando il sindaco ad un monitoraggio del territorio con l’eventuale istituzione di un’apposita commissione tecnica di controllo, così come l’integrazione, con un’altra mozione, presentata nel giugno 2014, con la quale si chiedeva la piena attuazione della precedente introducendo il divieto di affissione per quei manifesti che offendono la dignità delle donne, bambine, uomini e bambini. Falorni ha, quindi, chiesto “se è stato istituito il divieto di affissione per questa tipicità pubblicitaria; se è stata istituita la commissione tecnica di controllo e chi ne fa parte, e se è stato effettuato il richiesto monitoraggio”. Infine “se a fronte delle verifiche sono stati adottati provvedimenti, quali e quanti”.
L’assessore alle pari opportunità Tiziana Tarquini ha ricordato tutti gli atti adottati nel tempo: dalla risoluzione del Parlamento europeo del 2008, al protocollo d’intesa firmato dall’ANCI con l’Istituto autodisciplina pubblicitaria (IAP) fino all’invito, che la stessa ANCI, ha rivolto a tuti i Comuni per la regolamentazione della disciplina pubblicitaria affinché gli inserzionisti adottino modelli di comunicazione rispettosi. Dopodiché ha informato che “nel nuovo capitolato per l’affidamento del servizio di affissioni è stato inserito l’obbligo da parte del concessionario di dare attuazione alle disposizioni presenti nelle mozioni per il contrasto della pubblicità lesiva della dignità delle persone. Inoltre è stato costruito un sistema di prevenzione che, per l’impiantistica privata, prevede l’obbligo per il gestore dell’impianto di accettare e far accettare agli inserzionisti pubblicitari le norme comportamentali indicate dal Codice di autodisciplina; mentre per gli impianti pubblici, l’obbligo per i richiedenti/utilizzatori di accettazione scritta della norma etica in fase di prenotazione degli spazi”.
La revisione è stata seguita dai tecnici dell’IAP, con cui l’assessorato si è confrontato per prendere visione delle buone pratiche a conoscenza dell’Istituto e individuare la soluzione più efficace ed efficiente per l’Amministrazione.
Infatti il presidente dell’IAP, nell’articolo su “Italia Oggi” dell’8 dicembre 2015, cita esplicitamente il Comune di Siena fra i comuni (12 in tutta Italia) che si stanno adoperando per dar vita ad intese e procedure affinché la pubblicità diffusa resti nei canoni della correttezza e del rispetto della donna.
Proseguendo nelle risposte Tarquini ha comunicato che la commissione tecnica suggerita con la mozione del 2011 è stata prevista informalmente dal Tavolo comunale Politiche di Genere, in special modo dal gruppo di lavoro “Stereotipi di genere e linguaggio” che possiede specifiche competenze e formazione in tal senso.
“Ritengo che questa funzione – ha aggiunto – possa rimanere al Tavolo comunale e la si possa allargare alla Commissione Pari Opportunità. L’idea sarebbe quella di creare un meccanismo di segnalazione al gruppo ad opera del gestore in caso di richieste su cui può avere dei dubbi. Il gruppo verificherà la fondatezza e, nel caso, farà partire la segnalazione all’IAP per il parere e l’eventuale sospensione dell’affissione. Da tener presente, inoltre, che il Tavolo di lavoro svolge già funzioni di monitoraggio sul territorio. A oggi, per quanto concerne i provvedimenti presi – ha concluso l’assessore Tarquini – non ci risultano segnalazioni, né da parte del concessionario del servizio, né da parte dei cittadini, così come dal Tavolo di lavoro.”.
Marco Falorni nel dichiararsi parzialmente soddisfatto e, pur riconoscendo la sensibilità dell’assessore sulla tematica, ha lamentato “risultati pratici, visto che dal 2011 ad oggi non c’è stata alcuna rimozione di manifesti lesivi della dignità delle persone”. “Tanta buona volontà, ma necessita la presenza, all’interno del Comune, di un responsabile che trasmetta direttamente all’IAP le segnalazioni, così che l’istituto possa procedere alla rimozione”.
La comunicazione del Presidente del Consiglio Comunale Ronchi per il “Giorno del Ricordo”
“In questa seduta è mia intenzione richiamare la vostra attenzione e invitarvi a un momento di riflessione in occasione del Giorno del Ricordo.
Ieri si celebrava una data importante per ricordare uno dei drammatici momenti di follia collettiva del secolo scorso in cui totalitarismi di ogni colore hanno provato a umiliare e a sopprimere la libertà e la dignità dell’uomo.
Ieri ricorreva la celebrazione del Giorno del Ricordo, solennità che è stata istituita con la legge n. 92 del 30 marzo 2004 che all’art. 1 afferma che “ La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
Nella data del 10 febbraio 1947 furono, infatti, firmati a Parigi i Trattati di Pace dopo la fine della seconda guerra mondiale.
La sottoscrizione dei trattati fu preceduta da una conferenza di pace per definirne i contenuti che si era svolta dal luglio all’ottobre del 1946 tra gli alleati, vincitori della seconda guerra mondiale e gli sconfitti, le nazioni alleate della Germania all’interno delle potenze dell’Asse. L’Italia fu chiamata a restituire le terre occupate durante il conflitto e a cedere all’Iugoslavia del generale Tito Fiume, il territorio di Zara, gran parte dell’Istria e del Carso trentino e goriziano e l’alta valle dell’Isonzo.
L’assegnazione determinò l’intensificarsi dell’esodo di massa di nostri connazionali, già iniziato negli anni precedenti dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia.
Con l’istituzione del Giorno del Ricordo ogni 10 febbraio le istituzioni, singoli cittadini, associazioni commemorano le persone scomparse e i profughi italiani; si fa memoria degli eccidi ai danni della popolazione italiana, accaduti nel corso della seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra in tali zone e si ricorda dell’esodo dei nostri connazionali che a decine di migliaia furono indotti a lasciare quelle terre, ad andare in esilio e poi in larga parte soggiornarono purtroppo per anni nei 109 campi profughi istituiti per accoglierli in tutta Italia.
Facciamo memoria delle Foibe, termine con cui si definiscono le cavità carsiche, luoghi ove furono portati e abbandonati i corpi di molti nostri connazionali. Foibe che ormai è diventato un termine simbolico sinonimo di uccisione. Dobbiamo, però, tristemente rilevare che in verità la maggior parte delle vittime italiane morì durante la deportazione e la detenzione nei campi di prigionia jugoslavi.
Per lunghi anni le violenze di cui furono vittime i nostri connazionali sono state analizzate solo facendo riferimento al plurisecolare conflitto che ha visto protagonisti gli italiani e i popoli slavi per la conquista e la supremazia sulle terre dell’Adriatico Orientale con vicende drammatiche e segnate da violenze sanguinose sulla popolazione.
Tuttavia malgrado questo inquadramento di contesto, dobbiamo evidenziare riprendendo e citando ancora una volta il celebre discorso del 2007 sull’origine delle Foibe dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che “ Le foibe furono un moto di odio e di furia sanguinaria e un disegno annessionistico slavo che prevalse innanzitutto nel Trattati di pace del 1947 e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica”.
Sanità: la definizione della sede legale dell’Area Vasta Sud-Est nel dibattito consiliare
Il tema della riforma sanitaria regionale e dell’individuazione della sede legale dell’Area Vasta sud-est, nella quale dallo scorso 1° gennaio sono confluite le aziende sanitarie locali (ASL) di Siena, Arezzo e Grosseto, è tornato all’attenzione del Consiglio, nella seduta odierna, con le due interrogazioni presentate da Mauro Aurigi e Michele Pinassi (Siena 5 Stelle) e da Pasqualino Cappelli, Lorenzo Di Renzone, Fabio Zacchei (Siena Cambia) e Pasquale D’Onofrio (Gruppo misto).
Entrambi i documenti hanno richiamato la proposta di legge n°6 del 16 novembre scorso, licenziata dalla Giunta regionale, che ha individuato a Firenze, Pisa e Arezzo le sedi legali provvisorie delle tre costituende Aree Vaste centro, nord-ovest e sud-est in base al criterio della numerosità della popolazione residente nel territorio provinciale. Entro il 30 giugno prossimo il direttore generale dell’Area Vasta sud-est, Enrico Desideri, dovrà approvarne lo statuto e definire la sede legale.
Pinassi ha definito “assurdo e discutibile il metodo basato sul calcolo degli abitanti dei comprensori, dal momento che Siena è già sede dell’ASL Area Vasta Toscana sud e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria (AOU, ndr) e di una prestigiosa Facoltà di Medicina e Chirurgia, oltre a essere geograficamente più baricentrica rispetto alla complessiva estensione della stessa Area Vasta” e ha ricordato che “nelle altre due Aree Vaste è stato invece individuato come sede il medesimo comprensorio dove risiedono l’AOU e l’Estar”. Il consigliere ha quindi domandato all’Amministrazione “come intenda adoperarsi per mantenere a Siena la sede dell’Area Vasta sud-est”.
Cappelli, che ha toccato anche alcuni aspetti specifici della proposta di legge, come le funzioni del Collegio sindacale e l’Organismo indipendente di valutazione delle performance delle nuove ASL, individuati a Firenze, Livorno e Arezzo, ha rimarcato “l’irrazionalità e l’incoerenza del criterio adottato rispetto allo spirito della riforma che vuole, invece, incentivare una forte collaborazione e sinergia tra le aziende che operano all’interno della medesima Area Vasta. Per motivi legati alla collocazione geografica, logistici e l’opportunità che le sedi dell’Area Vasta coincidano con quelle dell’AOU e dell’Estar di riferimento, Siena rappresenta la scelta naturale della sede legale della nuova azienda”. Il consigliere ha quindi chiesto “di rappresentare e far valere con forza le ragioni esposte a livello regionale, sia nei confronti degli organi politici ed esecutivi sia della Commissione chiamata a esaminare la proposta di legge”.
L’assessore alla Sanità, Anna Ferretti, ha inquadrato il tema nel contesto della riforma sanitaria complessiva che la Regione Toscana ha attuato “senza toccare i servizi rivolti ai cittadini e allo scopo di mantenere alti livelli di prestazioni, contenendo ed eliminando i costi non necessari. Una riforma che incentiva una sempre maggiore integrazione fra le ASL e le AOU di Area Vasta, con la creazione di dipartimenti aziendali e la figura del direttore di programmazione, nell’ottica di evitare duplicazioni di attività e servizi”.
Per quanto riguarda la definizione della sede legale, l’assessore ha ripercorso alcuni passaggi: “Intorno al 26 novembre scorso è uscita la bozza di legge che doveva essere deliberata dal Consiglio regionale. La Commissione competente sollecitò osservazioni alle Amministrazioni comunali e noi le abbiamo presentate cercando di essere oggettivi e chiedendo coerenza tra le scelte da fare e i principi affermati in quel testo. Nel documento inviato abbiamo ribadito come Siena rappresenti il baricentro naturale dell’Area Vasta sud-est dal punto di vista geografico e, soprattutto, per la presenza dell’AOU Senese, con percorsi diagnostici terapeutici assistenziali che prevedono la centralizzazione del policlinico delle Scotte per lo svolgimento di alcune attività specialistiche”.
“Individuare la sede di Area Vasta in base al criterio degli abitanti – ha proseguito Ferretti – è negativo perché non valorizza l’integrazione tra ASL e AOU Senese e lo stretto rapporto che deve esserci con l’Università. Quindi, questo criterio è inadeguato e fuorviante rispetto agli stessi obiettivi della riforma e porterebbe a un concentramento gestionale su Arezzo e a un ancor più grave squilibrio territoriale per Grosseto”.
Ferretti ha quindi esposto alcune linee guida della nuova legge che evidenziano il rafforzamento della programmazione integrata di Area Vasta, “riconosciuta come ambito istituzionalmente in grado di coordinare aziende con mission diversa, le quali concorrono alla costruzione dell’offerta complessiva: allo scopo di potenziare la sinergia tra ASL e AOU lo strumento di supporto alla programmazione è rappresentato dai dipartimenti interaziendali di Area Vasta>>.
Dopo aver citato anche l’articolo 9 della legge regionale inerente il rapporto tra la programmazione di Area Vasta e il Piano sanitario e sociale integrato regionale, nonché il tema della valorizzazione della governance tra le istituzioni, per i quali <<la proposta di riforma – ha aggiunto l’assessore – richiede un progressivo sviluppo della rete ospedaliera e la sua stessa integrazione con il territorio>>, Ferretti ha descritto anche le funzioni del direttore per la programmazione di Area Vasta, <<chiamato a predisporre il piano, previa intesa con la Conferenza aziendale dei sindaci e il rettore dell’Università, e a individuare il fabbisogno formativo e di sviluppo delle competenze sulla base delle proposte dei dipartimenti interaziendali. Ed è evidente che l’Ateneo assume un ruolo centrale negli aspetti della programmazione e della formazione>>.
<<E’ vero – ha concluso l’assessore – che la decisione definitiva avverrà entro il prossimo mese di giugno con l’approvazione dello Statuto aziendale, ma ribadiamo che la riforma debba mantenere la sua logica: quella di favorire l’integrazione e la stretta collaborazione tra le ASL e le AOU, così come avviene coerentemente nelle Aree Vaste centro e nord-ovest della Toscana. Nel frattempo, prendiamo atto dei risultati ottenuti grazie anche alle nostre osservazioni e al lavoro svolto dal Consiglio regionale: il mero criterio numerico degli abitanti è stato tolto; la legge ha inserito l’aspetto delle sedi operative, dove si svolgono, ad esempio, le sedute deliberanti con la presenza del direttore generale; a Siena è inoltre presente il direttore di programmazione, figura nodale della nuova organizzazione chiamata a raccordare AOU e ASL; gli accordi sindacali garantiscono la permanenza di personale e servizi in sede; infine, i finanziamenti per le sedi ospedaliere saranno ripartiti secondo i piani di organizzazione sanitaria”.
Pinassi ha riconosciuto come “l’assessore abbia giustamente evidenziato le criticità sulla scelta della sede legale con dichiarazioni di buon senso. Purtroppo, questa vicenda dimostra come Siena stia progressivamente perdendo il proprio ruolo nello scacchiere politico regionale, anche a causa della debolezza di Banca MPS”.
Cappelli si è definito soddisfatto della risposta dell’assessore “per le considerazioni e le prospettive addotte e le iniziative intraprese nei confronti dei soggetti regionali competenti. Dobbiamo continuare su questa strada, senza lasciare niente di intentato, con l’obiettivo di non compromettere ulteriormente la situazione per la città di Siena e per la bontà della stessa riforma di legge”.
“L’incarico per l’Anci non toglierà tempo al mio ruolo di sindaco”
La nomina del sindaco Bruno Valentini a responsabile ANCI per la gestione delle politiche territoriali ha costituito l’oggetto dell’interrogazione presentata da Andrea Corsi (L’Alternativa) e sottoscritta dal collega di gruppo Massimo Bianchini e da Marco Falorni (Impegno per Siena).
In particolare, Corsi ha chiesto al sindaco “se l’accettazione dell’incarico rappresenti il coronamento della sua esperienza pluriennale in ambito di cosa pubblica, e come intenda conciliare tale impegno senza sottrarre tempo prezioso all’amministrazione della città di Sien”.
“Sono stato eletto come presidente della Commissione Ambiente e Protezione Civile – ha risposto il primo cittadino – incarico che ho rappresentato, a livello nazionale, per scelte che avranno positive ricadute sui Comuni. Recentemente Anci nazionale ha deciso di unificare due commissioni: quella “Ambiente e Protezione Civile” con quella “Energia e Rifiuti”. La nuova commissione sarà diretta da una diarchia: Federico Pizzarotti, sindaco 5 Stelle di Parma, che sarà il presidente e io, il delegato nazionale del presidente Fassino. Pertanto avremo una gestione congiunta della nuova commissione, la cui prima riunione plenaria avverrà i primi di marzo”.
“Un impegno – ha evidenziato – che non incide sulla mia presenza su Siena, anzi, rappresenta un valore aggiunto. Inciderà solo sul tempo relativo alla mia sfera privata e non su quella da amministratore”.
Il consigliere Corsi nel ringraziare il Sindaco per quanto, con il nuovo incarico, potrà fare a favore di Siena, ha definito “intempestiva la nomina, stanti le inchieste che lo coinvolgono su Monteriggioni”.
L’Assessore Mazzini: “Le foto di Federico Pacini sono un patrimonio per i nostri archivi e per qualsiasi ipotesi di intervento strutturale sul Santa Maria”
Lo scorso 5 dicembre, nell’ambito delle iniziative promosse per il cartellone di Siena Capitale italiana della Cultura 2015, era prevista l’inaugurazione della mostra fotografica di Federico Pacini “Santa Maria della Scala: uno sguardo d’amore” sui luoghi non recuperati e ancora non accessibili al pubblico del complesso museale, che, però, non si è tenuta come da programma.
La vicenda ha costituito il tema di due interrogazioni presentate, nella seduta consiliare odierna, da Simone Vigni e Rita Petti (PD) e da Mauro Aurigi (Siena 5 Stelle) e accorpate nella risposta.
Vigni ha rimarcato che “la mostra sul Santa Maria della Scala è stata tolta dal programma di Siena 2015 senza alcun preavviso anche nei confronti dello stesso autore e con motivazioni riscontrabili soltanto nell’operato dell’Amministrazione comunale, che si era assunta anche il compito di scegliere le immagini e curare l’allestimento”. Il consigliere ha inoltre sostenuto che, “in seguito a tale annullamento, è stata danneggiata l’immagine dell’autore e della città, dato che la mostra veniva pubblicizzata da quasi un anno nel calendario di Siena 2015” e ha chiesto all’Amministrazione i motivi e le responsabilità della mancata realizzazione; se ci sia l’intenzione di recuperarla con una diversa tempistica, se Pacini abbia ricevuto compensi per la realizzazione delle foto e se stia stato coinvolto nella definizione dei criteri espositivi.
Sulla stessa riga il documento e l’intervento di Mauro Aurigi, il quale, richiamando anche la lettera di protesta inviata alla stampa dallo stesso fotografo, ha domandato “se tali ricostruzioni corrispondono a verità e le motivazioni per le quali la mostra non è stata allestita”.
E’ stato l’assessore ai Lavori pubblici e al Patrimonio, Paolo Mazzini, a fornire la risposta in quanto curatore dei rapporti per l’affidamento dell’incarico a Federico Pacini, formalizzato dalla Direzione Territorio “per una ricognizione fotografica che favorisse la conoscenza degli spazi meno noti del Santa Maria, funzionale anche come azione propedeutica alla loro progettazione. Ci sono certamente state delle incomprensioni, ma tengo a specificare che non si è mai parlato di un affidamento per la realizzazione di un’esposizione personale”.
L’assessore ha informato che il contratto con il fotografo, stipulato nel novembre 2014 per un importo complessivo di 6mila euro più Iva, prevedeva dai 180 ai 200 scatti “che dessero conto delle parti non ancora recuperate del complesso museale, con l’obiettivo di promuovere la conoscenza dei luoghi e nella prospettiva di una loro futura valorizzazione”.
Mazzini ha poi spiegato come, in base ai contenuti del contratto e alla normativa vigente, l’Amministrazione debba ritenersi titolare del diritto d’autore per mostre e video delle fotografie scattate da Pacini: “Un patrimonio contemporaneo da integrare a quelli storici già a disposizione della Fototeca Briganti, dove sono conservati scatti dell’archivio Alinari, del fotografo senese Lombardi e altri ancora risalenti al secolo scorso, compresi quelli degli anni ’70 e ’80 che testimoniavano l’attività dell’antico Spedale”.
“Pacini ha realizzato lavori molto interessanti sul “non finito” – ha concluso l’assessore – e l’Amministrazione intende avvalersi della sua sensibilità e del suo prezioso lavoro in una progettualità più ampia e di più lungo respiro: sia a fini tecnici e propedeutici alla progettazione degli interventi di recupero funzionale sia in termini culturali per qualificare ulteriormente i nostri archivi e promuovere la conoscenza dei suggestivi spazi del Santa Maria e del loro sviluppo storico. Recupereremo al più presto questa prospettiva, naturalmente, con la visione e la competenza del nuovo direttore del complesso museale, Daniele Pitteri”.
Parziale la soddisfazione di Vigni, il quale ha sostenuto di non aver compreso a fondo le motivazioni dell’annullamento della mostra: “Anche se le foto non sono piaciute o sono state considerate inopportune per l’esposizione al pubblico, la cittadinanza deve comunque essere ritenuta matura e messa a conoscenza delle criticità, anche strutturali, del complesso museale che, tra l’altro, ne rappresentano gli aspetti potenziali. Per questo, invito a fare una riflessione più profonda”.
“Niente affatto soddisfatto” il consigliere Aurigi, il quale ha stigmatizzato ulteriormente il comportamento dell’Amministrazione comunale: “Se la lamentela a mezzo stampa era inutile o ingiustificata, perché il Comune non ha presentato una risposta ufficiale?”
Continua l’azione incisiva del Comune per la mobilità sostenibile
Presentato e approvato, dopo un lungo dibattito, l’atto d’indirizzo politico amministrativo relativo al Piano urbano della mobilità (PUM), discusso questo pomeriggio in Consiglio Comunale.
“Finalizzato – come ha evidenziato l’assessore al traffico e trasporti, Stefano Maggi – al miglioramento delle condizioni di circolazione e della sicurezza stradale e, in parallelo, alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico e al risparmio energetico. In estrema sintesi, un documento che dà il via a tutta una serie di interventi per una gestione ottimale degli spazi stradali esistenti e del sistema di trasporto pubblico”.
“I concetti espressi nel PUM – ha proseguito – sono riassumibili in due slogan: “Dal passaggio al passeggio” per il centro storico e “Meno auto più salute” per la città fuori le mura. E questo perché la mobilità del XXI secolo deve dedicarsi alla salute, alla demotorizzazione, ai veicoli a zero emissioni. Le persone devono respirare meglio e avere più spazio per camminare, nella consapevolezza che il bene pubblico è di tutti: tutti dobbiamo contribuire a migliorarlo e modificare i comportamenti non corretti”.
Come anticipazione del PUM già dal 2013 l’Amministrazione ha fatto numerosi interventi sulla mobilità. Dalla pedonalizzazione di Banchi di sopra all’apertura del centro storico alle biciclette (eccetto Banchi di sopra e l’anello superiore di Piazza Il Campo); dalla tariffazione per l’accesso alla ZTL, estesa anche ai non residenti per rendere più equo il costo di gestione della zona a traffico limitato, alla riduzione del costo dei bollini, adesso elettronici, per le auto piccole e medie. Ma anche la pedonalizzazione a tempo di via Pantaneto, così da riqualificare la zona in accordo con i commercianti, e l’istituzione del primo esperimento di mobilità sostenibile per ridurre l’uso dell’automobile: il bike sharing elettrico in città e in periferia, integrato con la rete dei bus. Infine l’installazione dei nuovi varchi telematici che, oltre a consentire un forte risparmio, permetteranno di eliminare il telepass e controllare meglio gli accessi, riducendo gli abusi.
Per questo, adesso, la necessità di implementare le aree pedonali urbane (APU) con la realizzazione della “Y storica” (Banchi di sotto – via di Città) e la revisione dei settori della Ztl; la ridefinizione delle aree a rilevanza urbanistica (ARU); la riorganizzazione della sosta veicolare sia nella ZTL sia nelle ARU; la riorganizzazione della ZTL autobus e del transito e sosta ciclomotori e motocicli nel centro storico; il rilancio del sistema ferroviario; la classificazione funzionale delle strade e realizzazione degli interventi per la sicurezza stradale con moderazione della velocità (aumento delle “Zone 30” e isole ambientali); la distribuzione delle merci nel centro storico con motori a zero emissioni; il riequilibrio e potenziamento del trasporto pubblico locale nelle direttrici nord e sud della città e parcheggi scambiatori.
Tutte innovazioni per le quali il Comune chiede una partecipazione attiva dei cittadini che saranno informati preventivamente anche con l’istituzione di tavoli di concertazione con le categorie interessate. “E’ un Piano in gran parte realizzato dai dipendenti – ha concluso Maggi – doveroso, quindi, un ringraziamento agli uffici”.
“Un Piano – come ha evidenziato il sindaco Bruno Valentini – che rappresenta il futuro della città. Cercheremo di realizzare tutto quello che vi abbiamo previsto, anche attraverso referendum sulle decisioni più di rilievo. Un aiuto ci verrà anche dalla gara regionale sul trasporto pubblico locale, che prevede un potenziamento del servizio, così da incentivare la riduzione dei mezzi privati>>. <<Siena – ha proseguito – deve essere in linea con le esperienze avanzate nel mondo per la tutela della salute della popolazione. Un primo passo è stato proprio l’esperienza del bike sharing: un successo, a dimostrazione della presenza di una maggioranza silenziosa della popolazione che aspetta proprio l’evolversi di questo processo di innovazione che porterà Siena ad essere una città più vivibile e attrattiva. C’è già una percezione diversa di Siena, lo dimostra il fatto che, nel 2015, sono nuovamente aumentati i residenti nel centro storico, a differenza di quanto si era registrato negli anni passati. Inoltre, il grande flusso turistico che interessa la nostra città, comportando anche disagi per i cittadini e una maggiore produzione di rifiuti, deve generare risorse per la manutenzione delle strade e del patrimonio pubblico. E questo avviene attraverso un contributo che è il pagamento del parcheggio privato o degli autobus turistici”.
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