Queste iniziative "fanno vedere che il mondo non è indifferente e ci rafforza"
di Giovanni Elia
SIENA. Questa mattina (29 Novembre) la Sala del Concistoro del Palazzo Comunale ha ospitato il decimo premio internazionale di giornalismo “Città di Siena – Information Safety and Freedom”, assegnato alla associazione internazionale dei giornalisti iraniani grazie anche all’opera della Fondazione Derek Rocco Barnabei.
La sua rappresentante, Nousabeh Amiri, ha ritirato il premio per conto dei suoi colleghi – costretti dalla feroce repressione della autocrazia dei mullah ad emigrare a Parigi – e non ha mancato di sottolineare al Cittadino Online l’importanza concreta di questi premi, sia sul piano interno che esterno. “Sono attività vitali per noi, perché non solo riportano le vicende iraniane all’attenzione del pubblico internazionale, ma anche perché sostengono i nostri sforzi verso il popolo iraniano. Far vedere che il mondo non è indifferente ci rafforza, e rafforza le opposizioni di un regime che ormai non solo incarcera, ma nei fatti sequestra, tortura e uccide a suo piacimento, soprattutto i giornalisti”.
Di certo ad un anno dalla barbara repressione del movimento verde il regime pare in gravi difficoltà, innanzitutto economiche: “tutti i proventi dell’esportazione di petrolio vanno verso paesi come la Cina, il Libano e Gaza. Le fabbriche e l’agricoltura sono al collasso, l’inflazione sta mettendo in ginocchio tutte le classi sociali” – ha proseguito Amiri – “e nei bazaar le voci contrarie al regime di Ahmadinejad e Khamenei sono moltissime. In una situazione come questa dare visibilità a noi giornalisti vuol dire dare forza e sostegno a tutti coloro che sfidano il regime usando la rete e le tecnologie digitali per sapere la verità, e questo è vitale per il futuro dell’Iran”.
Un regime al collasso economico, repressivo e medioevale, quindi, che sta sfidando tutto e tutti per garantirsi l’impunita’ tramite le armi nucleari, diventando nei fatti la Corea del Nord del Medio Oriente allargato; per combatterlo, ha concluso Amiri, è indispensabile diffondere la verità fra le donne ed i giovani iraniani, affinché siano loro a combattere per il futuro del loro paese. Prima che siano costretti a farlo altri paesi, incitati a colpire militarmente la mullahcrazia (come hanno dimostrato i documenti americani diffusi ieri
da Wikileaks) da quasi tutti gli altri stati del Golfo Persico.
SIENA. Questa mattina (29 Novembre) la Sala del Concistoro del Palazzo Comunale ha ospitato il decimo premio internazionale di giornalismo “Città di Siena – Information Safety and Freedom”, assegnato alla associazione internazionale dei giornalisti iraniani grazie anche all’opera della Fondazione Derek Rocco Barnabei.
La sua rappresentante, Nousabeh Amiri, ha ritirato il premio per conto dei suoi colleghi – costretti dalla feroce repressione della autocrazia dei mullah ad emigrare a Parigi – e non ha mancato di sottolineare al Cittadino Online l’importanza concreta di questi premi, sia sul piano interno che esterno. “Sono attività vitali per noi, perché non solo riportano le vicende iraniane all’attenzione del pubblico internazionale, ma anche perché sostengono i nostri sforzi verso il popolo iraniano. Far vedere che il mondo non è indifferente ci rafforza, e rafforza le opposizioni di un regime che ormai non solo incarcera, ma nei fatti sequestra, tortura e uccide a suo piacimento, soprattutto i giornalisti”.
Di certo ad un anno dalla barbara repressione del movimento verde il regime pare in gravi difficoltà, innanzitutto economiche: “tutti i proventi dell’esportazione di petrolio vanno verso paesi come la Cina, il Libano e Gaza. Le fabbriche e l’agricoltura sono al collasso, l’inflazione sta mettendo in ginocchio tutte le classi sociali” – ha proseguito Amiri – “e nei bazaar le voci contrarie al regime di Ahmadinejad e Khamenei sono moltissime. In una situazione come questa dare visibilità a noi giornalisti vuol dire dare forza e sostegno a tutti coloro che sfidano il regime usando la rete e le tecnologie digitali per sapere la verità, e questo è vitale per il futuro dell’Iran”.
Un regime al collasso economico, repressivo e medioevale, quindi, che sta sfidando tutto e tutti per garantirsi l’impunita’ tramite le armi nucleari, diventando nei fatti la Corea del Nord del Medio Oriente allargato; per combatterlo, ha concluso Amiri, è indispensabile diffondere la verità fra le donne ed i giovani iraniani, affinché siano loro a combattere per il futuro del loro paese. Prima che siano costretti a farlo altri paesi, incitati a colpire militarmente la mullahcrazia (come hanno dimostrato i documenti americani diffusi ieri
da Wikileaks) da quasi tutti gli altri stati del Golfo Persico.