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SIENA. Il mercato globale è aperto, ma resistono i dazi doganali. E’ questo un paradosso moderno che preoccupa le aziende del territorio. L’allarme è lanciato da Luigi Scaperrotta, a capo della Metalmeccanici di Confindustria Siena: “E’ necessario che l’Italia o l’Europa facciano qualcosa per ridurre i dazi doganali che incontrano i nostri prodotti presso alcuni Stati extracomunitari”.
Numeri alla mano, il problema è pressante. I costi che deve sostenere un’azienda senese che esporta macchinari per la lavorazione del legno prevedono un dazio del 60 per cento, mentre per i prodotti brasiliani verso l’Italia il dazio è zero. E’ questo un caso limite ma ci sono tante altre realtà simili come l’India (29 per cento contro zero), Russia (18 per cento circa contro zero), Australia (5 per cento contro zero) e Cina (10 per cento contro 2.70 per cento).
"E’ chiaro – sottolinea Scaperrotta – che l’esportazione dei nostri prodotti verso questi Paesi è penalizzata. In più c’è la questione euro-dollaro. Insomma, anche i consumatori finali, in molte degli stati citati, si lamentano fortemente degli eccessivi costi doganali che pesano sull’importazione dei nostri prodotti. Mi domando se in un mondo globale sia il caso di prendere in esame queste problematiche per far ridurre, eliminare o quantomeno bilanciare i dazi, per arrivare ad un’eguaglianza fra i Stati per un commercio più equo dando così un aiuto alle nostre esportazioni".