SIENA. Il presidente provinciale di Confesercenti, Graziano Becchetti, prende posizione sulla questione sicurezza e ordine pubblico ormai troppo spesso alla ribalta anche nella nostra città.
“La sicurezza non si preserva ponendo limiti a chi opera nella legge, bensì perseguendo chi va fuori della legge. E’ inutile chiudere prima i bar: servono più mezzi, più controllo del territorio, più attenzione al contributo di chi può essere d’aiuto. C’è un malessere diffuso, accresciuto dagli episodi degli ultimi giorni ma già presente da tempo nella popolazione – osserva Becchetti – uno stato di cose che è fortunatamente ben diverso dai livelli di insicurezza diffusi altrove, ma che non ci autorizza a sottovalutare la situazione. Non basta confortarci considerando la tradizionale tranquillità di Siena e provincia, così come non basta indicare la chiusura anticipata dei pubblici esercizi come misura estrema di prevenzione, con conseguente danno alle attività economiche. Siamo disposti a condividere informazioni per comprendere meglio la portata del problema e le risorse a disposizione per contenerlo – aggiunge Becchetti – tenendo conto che nel capoluogo, ma anche nel resto della provincia, è diffusa una sensazione di insufficienza delle misure messe in atto, per fronteggiare una situazione in rapida evoluzione”.
L’associazione degli esercenti – che già ha espresso la propria disponibilità alle istituzioni per collaborare sulla prevenzione – chiederà nei prossimi giorni l’effettuazione di un incontro con i soggetti interessati all’adozione di nuove e più efficaci misure.
Sull’argomento concorda anche il presidente comunale di Confesercenti, Carlo Guiggiani: “non si diffonde senso di giustizia intimando a chi lavora correttamente in un bar o in un ristorante, e magari sconta già in prima persona episodi di disordine, di limitare improvvisamente il suo diritto ad esercitare l’attività. Non è giusto e sarebbe per lo più miope, considerando che chi è intenzionato a creare disordini lo è a prescindere dalla frequentazione di un bar, e senza azioni dissuasive può compiere il reato lì come altrove. C’è bisogno di più vigilanza nei punti “caldi”, sia tramite uomini che attraverso telecamere di sorveglianza – aggiunge Guiggiani – la nostra impressione è che un incremento anche lieve delle forze dell’ordine, presenti anche a rotazione in certe zone ben identificabili, porterebbe rapidi benefici. Su questo, comunque, siamo disposti a confrontarci. Abbiamo risposto con favore alla richiesta di collaborazione sul progetto di informazione contro gli abusi da alcol, che nelle prossime settimane interesserà i giovani di Siena; siamo ben disposti ad incrementare gli sforzi, tenendo conto però della necessità che ciò avvenga in un’ottica di condivisione di idee. Se è vero che alla base di molti degli ultimi episodi c’è un percorso di integrazione da compiere, ci sembra quanto mai opportuno che le istituzioni stesse adottino un metodo di integrazione tra i possibili partner della prevenzione”.