Presentato oggi il risultato di una indagine commissionata alla Cgia di Mestre
di Augusto Mattioli
SIENA. La pressione fiscale è troppo alta. Una situazione che oggi, famiglie, cittadini comuni e imprenditori piccoli, medi e grandi mettono sempre più spesso in evidenza. Una conferma, se ci fosse bisogno di scoprire una realtà sotto gli occhi di tutti, viene dalla Confesercenti senese che ha commissionato alla Cgia di Mestre, l’ente degli artigiani che sforna interessanti ricerche in economia a livello nazionale, uno studio che fa un quadro della fiscalità locale nei 36 comuni della provincia di Siena, presentato questa mattina (10 settembre) alla sede dell’associazione del commercio.
Un dato salta agli occhi più di altri. In quattro anni, dal 2009 al 2103 le entrate tributarie sono aumentate del 137%, in pratica si sono triplicate. Sempre nello stesso periodo gli investimenti decisi dai Comuni sono scesi del 63%. Tasse alte che mettono in difficoltà famiglie e imprese, soprattutto quelle piccole, in questo caso del commercio. Non poche di queste costrette a chiudere come ha detto il presidente di Confesercenti Siena Carlo Conforti “sia per un minor fatturato, sia per le imposte dirette e indirette troppo elevate”.
La crisi dunque continua a mordere. Gli anni grassi sono passati da tempo. Ed è lontano il periodo dell’esordio dell’euro quando molti nel commercio hanno fatto una gran festa raddoppiando letteralmente i prezzi convertiti dalla lira alla nuova moneta anche per mancanza di veri controlli da parte di chi governava. Oggi qualcuno si arrangia in un modo o nell’altro, per fare muro. Magari non rilasciando, come succede in qualche caso, lo scontrino fiscale.
Ma ecco alcuni dati. Guardando le singole voci di quel 137% di crescita delle entrate tributarie dei comuni senesi, si evidenzia che l’Ici/Imu nel periodo 2009/ 2013 e’ aumentata del 122%,l’addizionale Irpef del 33% e altre entrate tributarie del 41%. I trasferimenti correnti sono diminuiti complessivamente del 58%. Meno 68% dallo Stato, meno 10% dalla Regione e altri enti. Le entrate extratributarie dei Comuni sono calate del 21% quelle in conto capitale del 54%. Le accensioni dei prestiti sono a meno 37%.
Il rapporto sottolinea come i Comuni della provincia “non si discotano dalla tendenza nazionale”. E che negli ultimi anni è cambiata “in maniera significativa” la struttura dei bilanci dei Comuni. Nel 2009 le entrate tributarie costituivano il 19% del bilancio. Lo scorso anno erano al 40% mentre si è dimezzato il peso dei trasferimenti passato dal 15 al 7%. Inoltre nelle amministrazioni comunali è crollata la spesa per investimenti.
Il rapporto precisa che nella spesa “si registra una dinamica divergente tra spese correnti e spese per investimenti”. Le prime sono aumentate dal 22% . Le seconde sono scese di ben il 63%. Il rapporto segnala inoltre che in quattro anni, in provincia c’è stata la tendenza all’aumento dell’addizionale Irpef passata dallo 0,47% allo 0,6. Lo scorso anno 12 comuni su 36 hanno deciso l’aliquota massima dello 0,8% in tre (San Quirico, Sam Giovanni d’Asso e San Gimignano ) non hanno applicato alcuna imposta. Siena città ha applicato tra lo 0,735% e lo 0,8%.
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