SIENA. Dai dati ufficiali del Registro imprese di Siena, con riferimento al 30 giugno di quest’anno arrivano segnali ppreoccupanti dal terziario senese, in particolare dal settore commerciale e da quello turistico. Entrambi i comparti evidenziano un saldo negativo tra nuove aperture e cessazioni di attività. Il fatto nuovo, in particolare, riguarda le strutture ricettive ed i pubblici esercizi, i cui indicatori in questa fase sono peggiori rispetto a quelli del tessuto commerciale.
Nel primo semestre di quest’anno il commercio senese (considerando sia il dettaglio che l’ingrosso) ha registrato 196 nuove aperture e 274 cessazioni di attività, per un saldo negativo di 78 unità: una cifra inferiore a quella emersa a metà dell’anno passato (all’epoca il saldo era -131) ma comunque pari all’1,26 per cento delle imprese registrate a metà anno, e quindi in linea con un trend che caratterizza negativamente il settore già da alcuni anni. Il vero fatto nuovo riguarda l’ambito degli alberghi e pubblici esercizi: il saldo negativo del primo semestre è di 38 unità, pari a circa il triplo della flessione di metà 2008 (-13). In forma aggregata, i due comparti accusano nei primi sei mesi del 2009 una flessione pari all’1,33 per cento della loro consistenza, poco meno del doppio di quella che si evidenzia (-0,71) considerando l’intero tessuto produttivo senese, nell’insieme. Prendendo in esame gli ultimi 18 mesi, complessivamente il saldo aperture-chiusure nel commercio e nel settore ricettivo riporta 342 aziende in meno: tradotto in posti di lavoro, tra imprenditori e addetti, ciò significa circa 800 unità andate in fumo.
“L’esercito silenzioso di cittadini in crisi si sta infoltendo – commenta il Direttore di Confesercenti Siena, Valter Fucecchi – è indispensabile un intervento di sistema per evitare che altri imprenditori chiudano in massa a fine anno, quando temiamo si verificherà il picco della crisi; teniamo conto che, oltretutto, questi settori non godono di ammortizzatori sociali strutturali. C’è un problema serio di liquidità: perfino la Consob ha parlato di asfissia del credito verso le piccole imprese, su scala nazionale i dati Cgia evidenziano come il 70 per cento degli affidamenti sia riservato ad appena il 5 per cento di aziende, ovvero alle grandi. Banche e istituzioni non possono più ignorare questo stato di cose, vanno messi in atto altri interventi straordinari e misure come la moratoria delle rate sui finanziamenti in essere”.
Confesercenti sottolinea anche la mancata traduzione in fatti di iniziative annunciate anche su scala nazionale: “il settore turistico non ha ancora beneficiato né della riduzione dell’Iva né degli interventi di stimolo per la riqualificazione, in entrambi i casi previsti dal Governo, mentre altre misure di sostegno come i buoni vacanze sono state per ora posticipati – aggiunge Fucecchi – e il commercio necessita un regime tributario locale più consono a questa dura realtà”.
Nel primo semestre di quest’anno il commercio senese (considerando sia il dettaglio che l’ingrosso) ha registrato 196 nuove aperture e 274 cessazioni di attività, per un saldo negativo di 78 unità: una cifra inferiore a quella emersa a metà dell’anno passato (all’epoca il saldo era -131) ma comunque pari all’1,26 per cento delle imprese registrate a metà anno, e quindi in linea con un trend che caratterizza negativamente il settore già da alcuni anni. Il vero fatto nuovo riguarda l’ambito degli alberghi e pubblici esercizi: il saldo negativo del primo semestre è di 38 unità, pari a circa il triplo della flessione di metà 2008 (-13). In forma aggregata, i due comparti accusano nei primi sei mesi del 2009 una flessione pari all’1,33 per cento della loro consistenza, poco meno del doppio di quella che si evidenzia (-0,71) considerando l’intero tessuto produttivo senese, nell’insieme. Prendendo in esame gli ultimi 18 mesi, complessivamente il saldo aperture-chiusure nel commercio e nel settore ricettivo riporta 342 aziende in meno: tradotto in posti di lavoro, tra imprenditori e addetti, ciò significa circa 800 unità andate in fumo.
“L’esercito silenzioso di cittadini in crisi si sta infoltendo – commenta il Direttore di Confesercenti Siena, Valter Fucecchi – è indispensabile un intervento di sistema per evitare che altri imprenditori chiudano in massa a fine anno, quando temiamo si verificherà il picco della crisi; teniamo conto che, oltretutto, questi settori non godono di ammortizzatori sociali strutturali. C’è un problema serio di liquidità: perfino la Consob ha parlato di asfissia del credito verso le piccole imprese, su scala nazionale i dati Cgia evidenziano come il 70 per cento degli affidamenti sia riservato ad appena il 5 per cento di aziende, ovvero alle grandi. Banche e istituzioni non possono più ignorare questo stato di cose, vanno messi in atto altri interventi straordinari e misure come la moratoria delle rate sui finanziamenti in essere”.
Confesercenti sottolinea anche la mancata traduzione in fatti di iniziative annunciate anche su scala nazionale: “il settore turistico non ha ancora beneficiato né della riduzione dell’Iva né degli interventi di stimolo per la riqualificazione, in entrambi i casi previsti dal Governo, mentre altre misure di sostegno come i buoni vacanze sono state per ora posticipati – aggiunge Fucecchi – e il commercio necessita un regime tributario locale più consono a questa dura realtà”.