di Augusto Mattioli
SIENA. Raffaele Ascheri, dopo il suo libro "La Casta di Siena" ci riprova a smuovere le acque della vita pubblica senese con "La Mani sulla città". “Un’inchiesta sulla questione morale a Siena e nel senese”è sottotitolo. Un lavoro che, ha spiegato nel corso della presentazione di questa mattina l’autore, “nasce dal fatto che a Siena c’è mancanza di una stampa libera per cui ho cercato di dare uno sguardo diverso da quello che mostrano di avere la stampa, la radio e la televisione. Se esistesse una stampa libera – ha argomentato ancora Ascheri- credo non avrei scritto questo libro e l’altro”.
La sua tesi dunque è che l’informazione nella nostra città non fa il cane da guardia del potere, ma si limita a registrare ciò che accade senza alcuna critica. “Comunque in questo libro documento la presenza di una questione morale che non necessariamente coincide con aspetti di carattere penale. Sarà la magistratura a stabilire se questi aspetti ci sono ed eventualmente intervenire”.
"Le mani sulla città" (un titolo ripreso dal grandissimo film di Francesco Rosi degli anni sessanta sul sacco edilizio di Napoli), è stato stampato in proprio a Forlì, perché ha detto Ascheri “a Siena non era possibile” ed è più ampio della Casta di Siena, con le sue 256 pagine, dato che riporta oltre che della città anche storie di altri comuni: Montalcino, Casole, Poggibonsi, Amiata, Castelnuovo, Chianciano, Monteroni, San Gimignano.
Nei 26 capitoli del libro ce n’è per tutti. Per la stampa locale e chi la dirige, per la chiesa senese, a partire dall’arcivescovo Antonio Buoncristiani e don Giuseppe Acampa, per gli uomini più rappresentativi della città: Giuseppe Mussari, presidente della Banca Mps, Gabriello Mancini, presidente della Fondazione, il sindaco Maurizio Cenni, il presidente della Mens Sana Ferdinando Minucci. Ma scrive anche delle vicende del Brunello, di concorsi universitari, del partito democratico, della geotermia amiatina, della “ipercementificazione” di Siena.
Indubbiamente un lavoro che farà discutere molto o che perlomeno incuriosirà come è accaduto per la Casta di Siena, viste le vendite e la risonanza avuta nei media nazionali “più che in quelli locali”, sottolinea ancora Ascheri.
Una reazione c’è già stata. E arriva dalla chiesa senese che già con Ascheri ha da tempo un conto aperto. “L’Arcidiocesi di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino, l’Arcivescovo Antonio Buoncristiani, Don Giuseppe Acampa, Don Andrea Bechi, il professor Roberto Romaldo, l’ingegner Gianpaolo Gallù, la ragioniera Monica Macchi, il ragionier Carlo De Strobel – si legge in una nota – hanno dato mandato ai loro avvocati per disporre le opportune azioni legali nei confronti di Raffaele Ascheri, per le infamanti illazioni riportate sul loro conto nel libro “Le mani sulla città”".
SIENA. Raffaele Ascheri, dopo il suo libro "La Casta di Siena" ci riprova a smuovere le acque della vita pubblica senese con "La Mani sulla città". “Un’inchiesta sulla questione morale a Siena e nel senese”è sottotitolo. Un lavoro che, ha spiegato nel corso della presentazione di questa mattina l’autore, “nasce dal fatto che a Siena c’è mancanza di una stampa libera per cui ho cercato di dare uno sguardo diverso da quello che mostrano di avere la stampa, la radio e la televisione. Se esistesse una stampa libera – ha argomentato ancora Ascheri- credo non avrei scritto questo libro e l’altro”.
La sua tesi dunque è che l’informazione nella nostra città non fa il cane da guardia del potere, ma si limita a registrare ciò che accade senza alcuna critica. “Comunque in questo libro documento la presenza di una questione morale che non necessariamente coincide con aspetti di carattere penale. Sarà la magistratura a stabilire se questi aspetti ci sono ed eventualmente intervenire”.
"Le mani sulla città" (un titolo ripreso dal grandissimo film di Francesco Rosi degli anni sessanta sul sacco edilizio di Napoli), è stato stampato in proprio a Forlì, perché ha detto Ascheri “a Siena non era possibile” ed è più ampio della Casta di Siena, con le sue 256 pagine, dato che riporta oltre che della città anche storie di altri comuni: Montalcino, Casole, Poggibonsi, Amiata, Castelnuovo, Chianciano, Monteroni, San Gimignano.
Nei 26 capitoli del libro ce n’è per tutti. Per la stampa locale e chi la dirige, per la chiesa senese, a partire dall’arcivescovo Antonio Buoncristiani e don Giuseppe Acampa, per gli uomini più rappresentativi della città: Giuseppe Mussari, presidente della Banca Mps, Gabriello Mancini, presidente della Fondazione, il sindaco Maurizio Cenni, il presidente della Mens Sana Ferdinando Minucci. Ma scrive anche delle vicende del Brunello, di concorsi universitari, del partito democratico, della geotermia amiatina, della “ipercementificazione” di Siena.
Indubbiamente un lavoro che farà discutere molto o che perlomeno incuriosirà come è accaduto per la Casta di Siena, viste le vendite e la risonanza avuta nei media nazionali “più che in quelli locali”, sottolinea ancora Ascheri.
Una reazione c’è già stata. E arriva dalla chiesa senese che già con Ascheri ha da tempo un conto aperto. “L’Arcidiocesi di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino, l’Arcivescovo Antonio Buoncristiani, Don Giuseppe Acampa, Don Andrea Bechi, il professor Roberto Romaldo, l’ingegner Gianpaolo Gallù, la ragioniera Monica Macchi, il ragionier Carlo De Strobel – si legge in una nota – hanno dato mandato ai loro avvocati per disporre le opportune azioni legali nei confronti di Raffaele Ascheri, per le infamanti illazioni riportate sul loro conto nel libro “Le mani sulla città”".