SIENA. Entro il 30 giugno deve essere approvato il testo della legge regionale di riordino delle Comunità Montane, così come previsto dalla Finanziaria 2008. Un compito, quello del riordino – cioè della riduzione di un terzo della spesa corrente – che lo Stato ha demandato alle regioni. Nel caso che queste non intervengano, lo Stato ha già individuato vincoli e criteri che porteranno a conseguenza automatiche pari, in Toscana, alla soppressione di 15 Comunità Montane sulle 20 esistenti. Cinque in tutto, quindi: Garfagnana, Appennnino Pistoiese, Casentino, Valtiberina, Amiata grossetano.
Questo il quadro tracciato dall’assessore regionale alle Riforme istituzionali, Agostino Fragai, durante i lavori del Consiglio regionale.
Sette le comunità montane che saranno soppresse proprio per ottenere la riduzione di spesa corrente richiesta dall'ex Gioverno Prodi: Alta Versilia, Arcipelago Toscano, Area Lucchese, Cetona, Pratomagno, Val di Bisenzio e Val di Merse. Al massimo, tra queste, ne potrà essere salvata una.
Due, dunque, le Comunità montane che verranno soppresse in provincia di Siena: Cetona e Val di Merse.
Qualora una delle due si salvasse, resta comunque valida e necessaria per le 14 rimanenti, una riduzione dei consiglieri e degli assessori che la compongono.
"Abbiamo deciso di ridurre le comunità montane da venti a tredici – ha dichiarato l'assessore regionale Fragai – ma abbiamo anche offerto ai territori esclusi la possibilità di mettersi insieme e superare la tradizionale tendenza al campanilismo".
Il taglio delle 7 comunità montane non priverà, dunque, i rispettivi territori, laddove montani, dei benefici che la legge ad essi assegna, nè degli interventi speciali per la montagna stabiliti dall'Unione Europea, dalle leggi statali e dalle leggi regionali.
Saranno confermate anche tutte le agevolazioni fiscali. Le aziende della montagna continueranno così a godere delle tariffe agevolate per l'Irap, per esempio.
Elisa Meloni, esponente del Partito Democratico di Siena ha voluto commentare la decizione della Giunta regionale Toscana: "IL riordino delle competenze delle comunità montane rappresenta un'opportunità importante per il territorio senese".
"Si tratta – ha detto ancora Meloni – di una scelta lungimirante che cerca di guardate oltre l'adeguamento a quanto previsto dalla finanziaria. Questa proposta, infatti, non cancella gli enti intermedi, ma favorisce l'aggregazione delle amministrazioni comunali all'interno di aree omogenee, mantenendo inalterati i servizi offerti ai cittadini e consentendo maggiore coordinamento e integrazione. Per quanto riguarda le aree montane, rimarranno inalterati i benefici per le aziende e i cittadini".
“L’approvazione della proposta di legge dell’assessore Fragai – ha concluso Meloni – rappresenta una sfida importante per il territorio senese, all’insegna delle pari opportunità per tutti i cittadini, siano essi residenti in comuni con bassa densità abitativa e vasta estensione territoriale, come la Val di Merse, che in realtà più omogenee dal punto di vista economico, sociale e culturale, come la Val di Chiana. I consigli comunali della nostra provincia, pertanto, hanno la possibilità di cogliere questa opportunità per dare risposte migliori e più adeguate ai bisogni dei cittadini. Non si tratta di mettere in discussione o di sminuire l’identità delle singole realtà, ma, piuttosto, di favorire una maggiore qualità, efficienza ed economicità della pubblica amministrazione, attraverso l’esercizio di funzioni amministrative regionali oltre che di servizi associati”.
Questo il quadro tracciato dall’assessore regionale alle Riforme istituzionali, Agostino Fragai, durante i lavori del Consiglio regionale.
Sette le comunità montane che saranno soppresse proprio per ottenere la riduzione di spesa corrente richiesta dall'ex Gioverno Prodi: Alta Versilia, Arcipelago Toscano, Area Lucchese, Cetona, Pratomagno, Val di Bisenzio e Val di Merse. Al massimo, tra queste, ne potrà essere salvata una.
Due, dunque, le Comunità montane che verranno soppresse in provincia di Siena: Cetona e Val di Merse.
Qualora una delle due si salvasse, resta comunque valida e necessaria per le 14 rimanenti, una riduzione dei consiglieri e degli assessori che la compongono.
"Abbiamo deciso di ridurre le comunità montane da venti a tredici – ha dichiarato l'assessore regionale Fragai – ma abbiamo anche offerto ai territori esclusi la possibilità di mettersi insieme e superare la tradizionale tendenza al campanilismo".
Il taglio delle 7 comunità montane non priverà, dunque, i rispettivi territori, laddove montani, dei benefici che la legge ad essi assegna, nè degli interventi speciali per la montagna stabiliti dall'Unione Europea, dalle leggi statali e dalle leggi regionali.
Saranno confermate anche tutte le agevolazioni fiscali. Le aziende della montagna continueranno così a godere delle tariffe agevolate per l'Irap, per esempio.
Elisa Meloni, esponente del Partito Democratico di Siena ha voluto commentare la decizione della Giunta regionale Toscana: "IL riordino delle competenze delle comunità montane rappresenta un'opportunità importante per il territorio senese".
"Si tratta – ha detto ancora Meloni – di una scelta lungimirante che cerca di guardate oltre l'adeguamento a quanto previsto dalla finanziaria. Questa proposta, infatti, non cancella gli enti intermedi, ma favorisce l'aggregazione delle amministrazioni comunali all'interno di aree omogenee, mantenendo inalterati i servizi offerti ai cittadini e consentendo maggiore coordinamento e integrazione. Per quanto riguarda le aree montane, rimarranno inalterati i benefici per le aziende e i cittadini".
“L’approvazione della proposta di legge dell’assessore Fragai – ha concluso Meloni – rappresenta una sfida importante per il territorio senese, all’insegna delle pari opportunità per tutti i cittadini, siano essi residenti in comuni con bassa densità abitativa e vasta estensione territoriale, come la Val di Merse, che in realtà più omogenee dal punto di vista economico, sociale e culturale, come la Val di Chiana. I consigli comunali della nostra provincia, pertanto, hanno la possibilità di cogliere questa opportunità per dare risposte migliori e più adeguate ai bisogni dei cittadini. Non si tratta di mettere in discussione o di sminuire l’identità delle singole realtà, ma, piuttosto, di favorire una maggiore qualità, efficienza ed economicità della pubblica amministrazione, attraverso l’esercizio di funzioni amministrative regionali oltre che di servizi associati”.