Le manovre che hanno fatto decidere Almunia
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BRUXELLES. La Commissione europea ha approvato, come ampiamente previsto, il piano di ristrutturazione del Monte dei Paschi “per motivi di stabilità finanziaria” e ritiene che il piano di ristrutturazione ”garantisca la redditività a lungo termine della banca, preveda un contributo adeguato da parte di MPS ai costi della ristrutturazione e riduca le distorsioni della concorrenza derivanti dall’aiuto”. L’approvazione ha tenuto conto anche dell’impegno del Monte di reperire sul mercato almeno 2,5 miliardi di euro di capitale e di rimborsare la totalita’ dei titoli sottoscritti dallo Stato entro cinque anni. Per Bruxelles, il sostegno pubblico concesso a Montepaschi ”è in linea con le norme UE in materia di aiuti di Stato”.
Monte dei Paschi ha beneficiato di una ricapitalizzazione da parte dello Stato pari a 3,9 miliardi di euro, oltre a una garanzia statale di 13 miliardi di euro concessa sulle passività di Siena nell’ambito del regime italiano di garanzia a favore delle banche. Per la Commissione presieduta da Almunia il piano di ristrutturazione garantisce la redditività della banca nel lungo termine (5 anni) senza rendere necessario altri sostegni statali; il piano “è basato su ipotesi sufficientemente prudenti”, in particolare in relazione alle ipotesi sullo spread dei titoli di Stato italiani, con un rischio ridotto per l’istituto. Che provvederà a migliorare la propria struttura, a ridurre l’esposizione al debito sovrano e si limiterà all’attività di negoziazione. il piano prevede ”un sufficiente” contributo ai costi della ristrutturazione da parte del Monte per ridurre l’onere in carico ai contribuenti. Attraverso la riduzione del 25% dello stato patrimoniale il piano limita anche le distorsioni della concorrenza provocate dall’aiuto e l’aumento di capitale di almeno 2,5 miliardi (ieri portati a tre dal cda della banca) il Monte potrebbe “rimborsare gran parte dei capitale statale”.
Monte dei Paschi ha beneficiato di una ricapitalizzazione da parte dello Stato pari a 3,9 miliardi di euro, oltre a una garanzia statale di 13 miliardi di euro concessa sulle passività di Siena nell’ambito del regime italiano di garanzia a favore delle banche. Per la Commissione presieduta da Almunia il piano di ristrutturazione garantisce la redditività della banca nel lungo termine (5 anni) senza rendere necessario altri sostegni statali; il piano “è basato su ipotesi sufficientemente prudenti”, in particolare in relazione alle ipotesi sullo spread dei titoli di Stato italiani, con un rischio ridotto per l’istituto. Che provvederà a migliorare la propria struttura, a ridurre l’esposizione al debito sovrano e si limiterà all’attività di negoziazione. il piano prevede ”un sufficiente” contributo ai costi della ristrutturazione da parte del Monte per ridurre l’onere in carico ai contribuenti. Attraverso la riduzione del 25% dello stato patrimoniale il piano limita anche le distorsioni della concorrenza provocate dall’aiuto e l’aumento di capitale di almeno 2,5 miliardi (ieri portati a tre dal cda della banca) il Monte potrebbe “rimborsare gran parte dei capitale statale”.