Alcune aziende agricole del senese vincono i ricorsi
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«Inutile – spiegano dall’Unione Provinciale Agricoltori di Siena e dal Mab – in quanto le opere dei Consorzi (ma nessuno ha mai visto ruspe in giro) non vanno a bonificare il territorio ma si tratta di semplice manutenzione ordinaria che è coperta dalla fiscalità generale per cui non vi è un incremento di valore per quel determinato immobile a seguito di interventi veri di bonifica, come invece prevedrebbe la legge».
Negli ultimi anni, nonostante i soldi pagati dai cittadini, dalle imprese e dalle aziende agricole, alcune aree pianeggianti della provincia di Siena quando piove finiscono sempre e comunque sott’acqua. Segno evidente che gli interventi o sono pochi o pressoché inefficaci. «I soldi versati ai Consorzi di bonifica – rileva il presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena, Alessandro Cinughi de Pazzi – sarebbe meglio spenderli per tutelare il territorio, invece che per tenere in piedi questi inutili carrozzoni».Parole dure quelle di Cinughi, che dal vertice dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena si è sempre battuto contro i consorzi di bonifica che vanno sempre a vessare gli imprenditori con quella che nei fatti e quindi illegalmente è fatta diventare una patrimoniale.
Le vittorie non finiscono qui. Altra sentenza della Commissione Tributaria Regionale di Firenze del 11 aprile 2014 ha accolto l’appello di una decina di ricorrenti di cui sei ditte di Poggibonsi, coordinati questi dal comitato Mab valdelsa e difesi sempre dall’avvocato Dirindelli. Il giudice ha ribaltato il giudizio approssimativo e erroneo di primo grado, riconoscendo pienamente le ragioni dei ricorrenti ed annullando così le pretese del Consorzio della Toscana Centrale. L’eventuale dovuto deve essere adeguatamente documentato e segnatamente l’incremento di valore dell’immobile, il cittadino ne ha pieno diritto. L’equazione sei proprietario devi pagare è assurda e truffaldina. Le imposte immobiliari, da pagare sempre e comunque sono altre, non questa che rappresenta una violazione della legge bella e buona.
«Confagricoltura – sottolinea il presidente dell’Unione – anche alla luce di questa vittoria di alcuni ricorsi torna ancora una volta alla carica per portare in vista le problematiche degli agricoltori legate ai consorzio di bonifica che impongono tributi anche in assenza di benefici diretti ai consorziati, come prevede invece la legge».
Nessuno ha mai visto all’opera, mezzi o personale riconducibili ai consorzi. Per cui nessuna miglioria è stata mai apportata al territorio degna del nome di Bonifica. Un piccolo passo in avanti è stato fatto. In seguito alla recente riforma dei Consorzi di bonifica adesso nei consigli siede anche una rappresentanza degli agricoltori.
«In questo modo – aggiunge Cinughi – siccome la maggior parte dei contributi la pagano proprio i terreni agricoli, è opportuno che dei nuovi Consigli facciano parte anche gli agricoltori e non solo i politici, perché il mondo agricolo conosce bene il territorio e i suoi problemi e quindi sa quali sono gli interventi da fare per migliorarlo».
Così gli agricoltori possono vigilare se ricorrono le condizioni statuite dalla legge per esigere il tributo oppure no. Possono vigilare altresì sul buon uso dei soldi dei cittadini solo ed esclusivamente per le opere di bonifica.
«Come cittadini e come imprenditori – afferma il Presidente dell’Unione – siamo veramente stufi di questo modo di fare di chi dovrebbe amministrare il territorio e pertanto noi non ci arresteremo nel denunciare queste storture che i nostri politici non sono riusciti ancora a correggere. Questi enti che da tanto tempo sono indicati come inutili e onerosi carrozzoni, vengono solo apparentemente riformati, affinché tutto resti come prima».
Soprattutto in un momento in cui le aziende agricole continuano a combattere in maniera dura per mantenere il lavoro e relativi posti, oltre a tutelare il territorio dove operano.