di Annalisa Coppolaro
ASCIANO. A distanza di pochi mesi dalla costituzione del Comitato Spontaneo Agricoltori e Allevatori del Centro Italia, che ha mobilitato gli addetti del settore su importantissimi temi quali le nuove regole imposte agli stessi allevatori e i prezzi dei cereali, il Comitato interviene sulla questione della pastorizia. Le proteste degli pastori sardi, a cui Repubblica e molti altri giornali hannno dedicato spazio, portano l’obiettivo sui pastori senesi, “abbandonati a loro stessi, affogati nella burocrazia, pieni di domande e soprattutto incapaci di far fronte alle spese che richiede oggi la gestione di un allevamento”. Questo scrive l’addetta al settore Allevatori del comitato Alessia Farina, in un accorato documento dove parla tra l’altro dell'adeguamento alle norme: “Ci siamo ricoperti di debiti per adeguarci alle norme investendo solo sulle pecore e tralasciando altri rami dell'agricoltura . – sottolinea Farina – Non c’era altra strada, adeguarci o chiudere, e molti hanno scelto la seconda opzione”.
I comuni peraltro spesso pongono intralci alle attività agricole, “imponendo locazioni bizzarre, di colorare strutture e silos, e spesso queste imposizioni non coincidono con le norme sul benessere animale, con la funzionalità delle strutture facendone però lievitare i costi. L'intervento del geologo è ormai richiesto anche per le pratiche più consuete e banali ”. E così i pastori, divisi tra le prescrizioni delle aziende sanitarie, igiene, sicurezza del lavoro e norme ambientali, con i vari enti coinvolti , province, comuni, regioni, spesso non sanno che pesci prendere. “Noi che una volta producevamo latte, carne, lana, letame già avevamo la multifunzionalità che oggi ci viene proposta!Oggi dipendiamo solo dal latte, gli altri prodotti non hanno più un commercio, e sono quindi spese in più’’.
E quindi gli allevatori, in particolare i pastori, si pongono queste domande, elencate da Alessia Farina del comitato: “Oltre al problema del prezzo del latte vorremmo saper come far fronte alle nuove spese per l’anagrafe ovina e come continuare sostenere quelle vecchie per l'applicazione del pacchetto igiene per piani e i corsi di sicurezza sui luoghi di lavoro? Come smaltire così tanti tipi di rifiuti evitando spese esorbitanti rimanendo in regola? Le nostre aziende sono paragonate alle industrie per gestione di rifiuti e sicurezza, ma il nostro fatturato è ben lontano dal loro – prosegue il documento del Comitato – E poi ci sono le questioni delle aflatossine e dei cimiteri aziendali per le quali da anni chiediamo risposte sicure ed economiche. La tracciabilità di tutta la filiera, di cui si parla da tempo, è l'unica arma per allevatori e agricoltori,ma cosa abbiamo ottenuto? “I pastori hanno bisogno di essere prima informati, poi ascoltati e infine tutelati “. “E allora”, sottolinea Alessia Farina, “come mai i rappresentanti della più importante associazione di categoria che sono andati a Cagliari per il vertice sulla pastorizia non hanno preso contatti con i pastori toscani? La lontananza tra le associazioni (sempre in conflitto tra di loro) ed il mondo agricolo è abissale. Oltre agli OGM di cui parlano tanto, ci sono ben altri problemi! Per questo gli agricoltori e gli allevatori si stanno coordinando in movimenti e comitati in molte regioni d’Italia e si autorappresentano. Il mondo agricolo forse è davvero ad una svolta!”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ASCIANO. A distanza di pochi mesi dalla costituzione del Comitato Spontaneo Agricoltori e Allevatori del Centro Italia, che ha mobilitato gli addetti del settore su importantissimi temi quali le nuove regole imposte agli stessi allevatori e i prezzi dei cereali, il Comitato interviene sulla questione della pastorizia. Le proteste degli pastori sardi, a cui Repubblica e molti altri giornali hannno dedicato spazio, portano l’obiettivo sui pastori senesi, “abbandonati a loro stessi, affogati nella burocrazia, pieni di domande e soprattutto incapaci di far fronte alle spese che richiede oggi la gestione di un allevamento”. Questo scrive l’addetta al settore Allevatori del comitato Alessia Farina, in un accorato documento dove parla tra l’altro dell'adeguamento alle norme: “Ci siamo ricoperti di debiti per adeguarci alle norme investendo solo sulle pecore e tralasciando altri rami dell'agricoltura . – sottolinea Farina – Non c’era altra strada, adeguarci o chiudere, e molti hanno scelto la seconda opzione”.
I comuni peraltro spesso pongono intralci alle attività agricole, “imponendo locazioni bizzarre, di colorare strutture e silos, e spesso queste imposizioni non coincidono con le norme sul benessere animale, con la funzionalità delle strutture facendone però lievitare i costi. L'intervento del geologo è ormai richiesto anche per le pratiche più consuete e banali ”. E così i pastori, divisi tra le prescrizioni delle aziende sanitarie, igiene, sicurezza del lavoro e norme ambientali, con i vari enti coinvolti , province, comuni, regioni, spesso non sanno che pesci prendere. “Noi che una volta producevamo latte, carne, lana, letame già avevamo la multifunzionalità che oggi ci viene proposta!Oggi dipendiamo solo dal latte, gli altri prodotti non hanno più un commercio, e sono quindi spese in più’’.
E quindi gli allevatori, in particolare i pastori, si pongono queste domande, elencate da Alessia Farina del comitato: “Oltre al problema del prezzo del latte vorremmo saper come far fronte alle nuove spese per l’anagrafe ovina e come continuare sostenere quelle vecchie per l'applicazione del pacchetto igiene per piani e i corsi di sicurezza sui luoghi di lavoro? Come smaltire così tanti tipi di rifiuti evitando spese esorbitanti rimanendo in regola? Le nostre aziende sono paragonate alle industrie per gestione di rifiuti e sicurezza, ma il nostro fatturato è ben lontano dal loro – prosegue il documento del Comitato – E poi ci sono le questioni delle aflatossine e dei cimiteri aziendali per le quali da anni chiediamo risposte sicure ed economiche. La tracciabilità di tutta la filiera, di cui si parla da tempo, è l'unica arma per allevatori e agricoltori,ma cosa abbiamo ottenuto? “I pastori hanno bisogno di essere prima informati, poi ascoltati e infine tutelati “. “E allora”, sottolinea Alessia Farina, “come mai i rappresentanti della più importante associazione di categoria che sono andati a Cagliari per il vertice sulla pastorizia non hanno preso contatti con i pastori toscani? La lontananza tra le associazioni (sempre in conflitto tra di loro) ed il mondo agricolo è abissale. Oltre agli OGM di cui parlano tanto, ci sono ben altri problemi! Per questo gli agricoltori e gli allevatori si stanno coordinando in movimenti e comitati in molte regioni d’Italia e si autorappresentano. Il mondo agricolo forse è davvero ad una svolta!”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA