Prosciolte con formula piena dalla Corte d'appello di Firenze
I1 processo di appello si riferiva ad un valutazione comparativa per un posto di ricercatore al dipartirnento di medicina legale dell’universita degli Studi di Siena. In primo grado le tre componenti della connnissione erano state condannate ad un anno di
reclusione con il beneficio della sospensione condizionale.
La Procura Generale di Firenze aveva appellate la sentenza per richiedere anche la interdizione dai pubblici uffici i difensori, a loro volta, avevano appellato la sentenza chiedendo l’assoluzione perché il fatto non sussiste e, in via, subordinata perché la sentenza venisse annullata e gli atti inviati alla Procura di Genova.
Le professoresse, che costituivano la commissione esaminatrice erano state rinviate a giudizio con l’accusa di abuso d’ufficio.
Qui di seguito riportiamo la lettera di Anna Coluccia
“In data 20 giugno 2013 la Corte di Appello di Firenze mi ha assolta con formula piena da ogni imputazione a mio carico. Nel giorno in cui mi viene finalmente riconosciuta piena giustizia trova conferma la mia assoluta fiducia, mai venuta meno, nell’operato della Magistratura italiana. Esprimo la più viva soddisfazione per il riconoscimento della verità dei fatti, che mi restituisce la mia onorabilità di cittadina, di studiosa, di didatta e di funzionario pubblico.
Desidero inoltre ringraziare, assieme ai miei legali avvocati Enrico De Martino e Luigi De Mossi, tutte le persone – amici, colleghi, collaboratori e semplici conoscenti – che in questi anni difficili mi sono state vicine, mai dubitando della mia onestà e sempre mantenendo intatta la loro stima nei miei confronti.
Il compiacimento per la sentenza di ieri è tanto maggiore in quanto, al di là della mia posizione personale, attesta in modo inequivocabile la correttezza istituzionale dell’Università di Siena, cui mi onoro di appartenere.
Per lo stesso spirito di giustizia con cui ho affrontato l’assurda vicenda giudiziaria che mi ha coinvolta, mi riservo di intraprendere serenamente tutte le iniziative volte a perseguire chi si sia reso responsabile di quanto accadutomi e vi abbia contribuito – a vario titolo, non escludendo il danno arrecato alla mia reputazione“.